il ‘pensiero’ di Brachamutanda


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Capitolo IL PENSIERO DI BRACHAMUTANDA

“Swami Brachamutanda (Bora Bora 1818 – Baden Baden 1919) è il fondatore della scuola tautologica i cui principi fondamentali sono delineati nell’opera ‘Dico quello che dico’:
L’Essere è l’Essere, la Vita è la Vita, l’Amore è l’Amore, Quello che piace piace, Chi la fa la fa e il Nulla nulleggia.
Il Maestro era notoriamente inflessibile e severo (taluni dicono dogmatico) con i discepoli deviazionisti.
Brachamutanda sosteneva una versione rigidamente sostanzialista, per cui dire *la donna è la donna* rappresenta una verità totalmente incontrovertibile, mentre sostenere, come facevano alcuni, che *la donna è donna* implicava una pericolosa degenerazione accidentalista (con sfumature di relativismo scettico).
Si ricorda infatti il caso dl fedele discepolo Guru Guru che, dopo aver sostenuto che gli *affari sono affari* e *i soldi sono soldi*, era fuggito con la cassa della comunità.
Brachamutanda aveva sostenuto il colpo con stoicismo, radunando i discepoli intorno al desco vuoto e asserendo che *chi non scappa c’è*.
Ma quell’evento aveva segnato l’inizio del suo declino perché, come vogliono alcuni dossografi (scrittori di opinioni ndr), alla notizia che l’infedele era stato arrestato dalla polizia di frontiera, si era lasciato sfuggire un *chi la fa l’aspetti* che, come è evidente, contraddiceva i principi essenziali della sua logica.
Da questo evento (citato in letteratura come la Svolta ovvero la Brachamutandaskehre) non poteva che nascere, per interno capovolgimento dialettico, la scuola eterologica, il cui fondatore fu il pofessor Janein Schwarzenweiss, nato a Berghtal nel 1881, autore delle due summule eterologiche note come ‘Je est un autre’ e ‘Il futuro anteriore’.
Lo Schwarzenweiss sosteneva, come forse i lettori avranno indovinato, che l’essere è il Nulla, il Divenire sta, lo Spirito è Materia, la Materia è Spirito, la Coscienza è Inconscia, il Movimento è Immobile, sino all’enunciazione del cosiddetto Principio Ultimo: *La filosofia finisce con i presocratici*.
Non sono mancate a questa scuola le deviazioni economicistiche *Chi più spende meno spende*, così come va ricordata la filiazione di una scuola etero-pragmatica *Partire è un po’ morire*, *Chi tace acconsente*, *Il Meglio è nemico del Bene*: dove non è chi non veda, avvertiva Schwarznweiss, l’ombra minacciosa di Brachamutanda.
La scuola etnologica accusava i tautologisti di aver ispirato solo opere di scarso rilievo artistico quali Tora Tora, New York New York, No no Nanette e Que sera sera.
Gli eterologisti millantavano l’influenza che essi avrebbero esercitato su capolavori quali Guerra e Pace, Il Rosso e il Nero, Avere e non avere, Rich man poor man.
Al che i discepoli di Brachamutanda opponevano che queste opere eterologiche non sono, perché non si fondano sull’opposizione bensì sulla connessione logica, e osservano che a questo prezzo gli eterologisti avrebbero potuto anche rivendicare diritti sul whisky ‘Black and White’.
Quando, sulla rivista Alfazeta, gli eterologi avevano tentato di mettere le mani su ‘Essere o non essere’, i tautologisti li avevano scherniti (non del tutto immotivatamente) osservando che ll base del monologo shakespeariano stava il principio di Brachamutanda per cui *o l’essere è l’essere o il non essere è il non essere*. *Caro Amleto, o l’uno o l’altro*, aveva sarcasticamente osservato il tautologo Rosso Rossi-Rossi, e aveva concluso, citando uno dei più limpidi aforsimi del Maestro: *Quando è troppo è troppo*.
Ma, insenilendo su queste dispute di scuola, i due filoni stavano oramai esaurendosi, sotto l’offensiva di quello che veniva ormai chiamato il Pensiero Dinoccolato: partendo dalla affermazione apparentemente oscura che *il diavolo fa le pentole e quindi i gattini ciechi*, i seguaci della nuova corrente ne fondavano la legittimità su noti paradossi dell’implicazione materiale per cui *se io sono il mio gatto allora il mio gatto non è me* è preposizione vera in ogni modo possibile.”

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Ironia … tanta.
Ma sotto sotto c’è anche altro, e Eco lo ha descritto un quarto di secolo fa (e navigando nel tempestoso mare dei ‘social’ ci si può rendere conto di cosa si tratti …).

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