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Immagine tratta da ஜ Gli Indiani D’America: il Popolo ஜ
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Rimani un testimone delle tue
emozioni,
come se tu fossi un’aquila che
guarda da una grande distanza
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Immagine e testo tratti da Abbattiamo IL Sistema
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E’ assolutamente vero; è proprio la nostra mente quella che determina e condiziona (o manipola in certi casi) la nostra esistenza: può essere la migliore medicina oppure la peggiore delle malattie.
E sono il passato ed il futuro quella sorta di nebbia che offusca una nitida visione del presente …
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“Ogni giorno ti vengono consegnate ventiquattro ore d’oro;
sono tra le poche cose che, su questa terra, ti sono date gratuitamente.
Se anche possedessi montagne di denaro, non potresti comprare neanche un’ora aggiuntiva.
Che cosa farai con questo tesoro inestimabile?
Rammenta, devi usarle,
poichè ti vengono concesse una sola volta.
E, se le sprechi, non potrai recuperarle.
L’importanza di una vita felice non può essere esagerata.
Pensa a ogni singolo giorno come a una cosa senza prezzo.
Se ne prendi una serie e li metti tutti in fila, otterrai un anno;
se raggruppi più anni, avrai un’intera esistenza,
fatta di amore, felicità, onestà, speranze e sogni.”
Il bambino che imparò a colorare il buio di N. Sparks e B. Mills
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“In Italia i prodotti alimentari vengono distrutti perché non sono conformi alla norma o perché il prodotto importato dall’estero è meno costoso.
In Spagna 9000 tonnellate di banane sono state buttate perché l’Unione Europea ha importato banane più a buon mercato.
fonte: https://netzfrauen.org/2018/01/17/waste/ “
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l’immagine è stata reperita sul Web … direi che ci sarebbe da riflettere un po’ …
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“Fa tesoro di tutto il tempo che hai.
Sarai meno schiavo del domani,
se ti sarai reso padrone dell’oggi.”
(Seneca)
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Immagine e testo tratti da
Realtà, inganno e manipolazione
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eppure è proprio così …
ed incredibilmente non prova vergogna e neppure rimorso …
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Questo video (tratto da Abbattiamo IL Sistema ) è parte di un film e forse assume un aspetto un po’ troppo romanzato, ma il concetto è veramente importante;
pur essendone consapevoli siamo tutti (io per primissimo) portati inconsciamente a dimenticarcene:
le cose che riteniamo importanti quanto lo sono veramente e quanto sono invece importanti alcune tra quelle che sottovalutiamo, dimentichiamo, tralasciamo di coltivare o curare e quindi trascuriamo ???
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Per essere davvero felice guarda quello che hai, amalo e curalo.
Invece, cosa stiamo facendo?
Presi da una corsa pazza per ottenere ciò che non abbiamo, ci lasciamo sfuggire le cose più importanti che abbiamo, come ad esempio viverci la nostra vita.
Tutte le persone, sono spaventate del tempo che a loro è stato concesso per vivere su questa terra, se vivessero davvero le proprie vite, avrebbero un’altra percezione del tempo e troverebbero la vera gioia..
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Video e testo sono tratti da Abbattiamo IL Sistema
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Stai per leggere il testo di un discorso che Capo Seattle ha pronunciato
nel 1854 in risposta alla proposta del presidente degli Stati Uniti Franklin
Pierce, di acquistare parte delle terre su cui vivevano i Duwamish.
Alcuni studiosi dubitano dell’autenticità di questo discorso, ma, malgrado le
controversie, questo testo rappresenta un’affascinate testimonianza della
diversa concezione del rispetto della natura e del possesso che avevano i
nativi americani.
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Il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra.
Il grande Capo ci manda anche espressioni di amicizia e di buona volontà.
Ciò è gentile da parte sua, poiché sappiamo che egli ha bisogno della nostra amicizia in contraccambio.
Ma noi consideriamo questa offerta, perché sappiamo che se non venderemo, l’uomo bianco potrebbe venire con i fucili a prendere la nostra terra.
Quello che dice il Capo Seattle, il grande Capo di Washington può considerarlo sicuro, come i nostri fratelli bianchi possono considerare sicuro il ritorno delle stagioni.
Le mie parole sono come le stelle e non tramontano.
Ma come potete comprare o vendere il cielo, il colore della terra?
Questa idea è strana per noi.
Noi non siamo proprietari della freschezza dell’aria o dello scintillio dell’acqua: come potete comprarli da noi?
Ogni parte di questa terra è sacra al mio popolo.
Ogni ago scintillante di pino, ogni spiaggia sabbiosa, ogni goccia di rugiada nei boschi oscuri, ogni insetto ronzante è sacro nella memoria e nell’esperienza del mio popolo.
La linfa che circola negli alberi porta le memorie dell’uomo rosso.
I morti dell’uomo bianco dimenticano il paese della loro nascita quando vanno a camminare tra le stelle.
Noi siamo parte della terra ed essa è parte di noi.
I fiori profumati sono nostri fratelli.
Il cervo, il cavallo e l’aquila sono nostri fratelli.
Le creste rocciose, le essenze dei prati, il calore del corpo dei cavalli e l’uomo, tutti appartengono alla stessa famiglia.
Perciò, quando il grande Capo che sta a Washington ci manda a dire che vuole comprare la nostra terra, ci chiede molto.
Egli ci manda a dire che ci riserverà un posto dove potremo vivere comodamente per conto nostro.
Egli sarà nostro padre e noi saremo i suoi figli.
Quindi noi considereremo la Vostra offerta di acquisto.
Ma non sarà facile perché questa terra per noi è sacra.
L’acqua scintillante che scorre nei torrenti e nei fiumi non è soltanto acqua ma è il sangue dei nostri antenati.
Se noi vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare che essa è sacra e dovete insegnare ai vostri figli che essa è sacra e che ogni tremolante riflesso nell’acqua limpida del lago parla di eventi e di ricordi, nella vita del mio popolo.
Il mormorio dell’acqua è la voce del padre, di mio padre.
I fiumi sono i nostri fratelli ed essi saziano la nostra sete.
I fiumi portano le nostre canoe e nutrono i nostri figli.
Se vi vendiamo la terra, voi dovete ricordare e insegnare ai vostri figli che i fiumi sono i nostri fratelli ed anche i vostri e dovete perciò usare con i fiumi la gentilezza che userete con un fratello.
L’uomo rosso si è sempre ritirato davanti all’avanzata dell’uomo bianco, come la rugiada sulle montagne si ritira davanti al sole del mattino.
Ma le ceneri dei nostri padri sono sacre.
Le loro tombe sono terreno sacro e così queste colline e questi alberi.
Questa porzione di terra è consacrata, per noi.
Noi sappiamo che l’uomo bianco non capisce i nostri pensieri.
Una porzione della terra è la stessa per lui come un’altra, perché egli è uno straniero che viene nella notte e prende dalla terra qualunque cosa gli serve.
La terra non è suo fratello, ma suo nemico e quando la ha conquistata, egli si sposta, lascia le tombe dei suoi padri dietro di lui e non se ne cura.
Le tombe dei suoi padri e i diritti dei suoi figli vengono dimenticati. Egli tratta sua madre, la terra e suo fratello, il cielo, come cose che possono essere comprate, sfruttate e vendute, come fossero pecore o perline colorate.
Il suo appetito divorerà la terra e lascerà dietro solo un deserto.
Non so, i nostri pensieri sono differenti dai vostri pensieri.
La vista delle vostre città ferisce gli occhi dell’uomo rosso.
Ma forse ciò avviene perché l’uomo rosso è un selvaggio e non capisce.
Non c’è alcun posto quieto nelle città dell’uomo bianco.
Alcun posto in cui sentire lo stormire di foglie in primavera o il ronzio delle ali degli insetti.
Ma forse io sono un selvaggio e non capisco.
Il rumore della città ci sembra soltanto che ferisca gli orecchi.
E che cosa è mai la vita, se un uomo non può ascoltare il grido solitario del succiacapre o discorsi delle rane attorno ad uno stagno di notte?
Ma io sono un uomo rosso e non capisco.
L’indiano preferisce il dolce rumore del vento che soffia sulla superficie del lago o l’odore del vento stesso, pulito dalla pioggia o profumato dagli aghi di pino.
L’aria è preziosa per l’uomo rosso poiché tutte le cose partecipano dello stesso respiro.
L’uomo bianco sembra non accorgersi dell’aria che respira e come un uomo da molti giorni in agonia, egli è insensibile alla puzza.
Ma se noi vi vendiamo la nostra terra, voi dovete ricordare che l’aria è preziosa per noi e che l’aria ha lo stesso spirito della vita che essa sostiene.
Il vento, che ha dato ai nostri padri il primo respiro, riceve anche il loro ultimo respiro.
E il vento deve dare anche ai vostri figli lo spirito della vita.
E se vi vendiamo la nostra terra, voi dovete tenerla da parte e come sacra, come un posto dove anche l’uomo bianco possa andare a gustare il vento addolcito dai fiori dei prati.
Perciò noi consideriamo l’offerta di comprare la nostra terra, ma se decideremo di accettarla, io porrò una condizione.
L’uomo bianco deve trattare gli animali di questa terra come fratelli.
Io sono un selvaggio e non capisco altri pensieri.
Ho visto migliaia di bisonti che marcivano sulla prateria, lasciati lì dall’uomo bianco che gli aveva sparato dal treno che passava.
Io sono un selvaggio e non posso capire come un cavallo di ferro sbuffante possa essere più importante del bisonte, che noi uccidiamo solo per sopravvivere.
Che cosa è l’uomo senza gli animali?
Se non ce ne fossero più gli indiani morirebbero di solitudine.
Perché qualunque cosa capiti agli animali, presto capiterà all’uomo.
Tutte le cose sono collegate.
Voi dovete insegnare ai vostri figli che il terreno sotto i loro piedi è la cenere dei nostri antenati.
Affinché rispettino la terra, dite ai vostri figli che la terra è ricca delle vite del nostro popolo.
Insegnate ai vostri figli quello che noi abbiamo insegnato ai nostri, che la terra è nostra madre.
Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra.
Se gli uomini sputano sulla terra, sputano su se stessi.
Questo noi sappiamo: la terra non appartiene all’uomo, è l’uomo che appartiene alla terra.
Questo noi sappiamo.
Tutte le cose sono collegate, come il sangue che unisce una famiglia. Qualunque cosa capita alla terra, capita anche ai figli della terra.
Non è stato l’uomo a tessere la tela della vita, egli ne è soltanto un filo. Qualunque cosa egli faccia alla tela, lo fa a se stesso.
Ma noi consideriamo la vostra offerta di andare nella riserva che avete stabilita per il mio popolo.
Noi vivremo per conto nostro e in pace.
Importa dove spenderemo il resto dei nostri giorni.
I nostri figli hanno visto i loro padri umiliati nella sconfitta.
I nostri guerrieri hanno provato la vergogna.
E dopo la sconfitta, essi passano i giorni nell’ozio e contaminano i loro corpi con cibi dolci e bevande forti.
Poco importa dove noi passeremo il resto dei nostri giorni: essi non saranno molti.
Ancora poche ore, ancora pochi inverni, e nessuno dei figli delle grandi tribù, che una volta vivevano sulla terra e che percorrevano in piccole bande i boschi, rimarrà per piangere le tombe di un popolo, una volta potente e pieno di speranze come il nostro.
Ma perché dovrei piangere la scomparsa del mio popolo?
Le tribù sono fatte di uomini, niente di più.
Gli uomini vanno e vengono come le onde del mare.
Anche l’uomo bianco, il cui Dio cammina e parla con lui da amico a amico, non può sfuggire al destino comune.
Può darsi che siamo fratelli, dopo tutto. Vedremo.
Noi sappiamo una cosa che l’uomo bianco forse un giorno scoprirà: il nostro Dio è lo stesso Dio.
Può darsi che voi ora pensiate di possederlo, come desiderate possedere la nostra terra.
Ma voi non potete possederlo.
Egli è il Dio dell’uomo e la sua compassione è uguale per l’uomo rosso come per l’uomo bianco.
Questa terra è preziosa anche per lui.
E far male alla terra è disprezzare il suo creatore.
Anche gli uomini bianchi passeranno, forse prima di altre tribù.
Continuate a contaminare il vostro letto e una notte soffocherete nei vostri stessi rifiuti.
Ma nel vostro sparire brillerete vividamente, bruciati dalla forza del Dio che vi portò su questa terra e per qualche scopo speciale vi diede il dominio su questa terra dell’uomo rosso.
Questo destino è un mistero per noi, poiché non capiamo perché i bisonti saranno massacrati, i cavalli selvatici tutti domati, gli angoli segreti della foresta pieni dell’odore di molti uomini, la vista delle colline rovinate dai fili del telegrafo.
Dov’è la boscaglia?
Sparita.
Dov’è l’aquila?
Sparita.
E che cos’è dire addio al cavallo e alla caccia?
La fine della vita e l’inizio della sopravvivenza.
Noi potremmo capire se conoscessimo che cos’è che l’uomo bianco sogna, quali speranze egli descriva ai suoi figli nelle lunghe notti invernali, quali visioni egli accenda nelle loro menti, affinché essi desiderino il futuro.
Ma noi siamo dei selvaggi.
I sogni dell’uomo bianco ci sono nascosti.
E poiché ci sono nascosti noi seguiremo i nostri pensieri.
Perciò noi considereremo l’offerta di acquistare la nostra terra.
Se accetteremo sarà per assicurarci la riserva che avete promesso.
Lì forse potremo vivere gli ultimi nostri giorni come desideriamo.
Quando l’ultimo uomo rosso sarà scomparso dalla terra ed il suo ricordo sarà l’ombra di una nuvola che si muove sulla prateria, queste spiagge e queste foreste conserveranno ancora gli spiriti del mio popolo.
Poiché essi amano questa terra come il neonato ama il battito del cuore di sua madre.
Così, se noi vi vendiamo la nostra terra, amatela come l’abbiamo amata noi. Conservate in voi la memoria della terra come essa era quando l’avete presa e con tutta la vostra forza, con tutta la vostra capacità e con tutto il vostro cuore conservatela per i vostri figli ed amatela come Dio ci ama tutti.
Noi sappiamo una cosa, che il nostro Dio è lo stesso Dio.
Questa terra è preziosa per Lui.
Anche l’uomo bianco non fuggirà al destino comune.
Può darsi che siamo fratelli, dopo tutto.
Vedremo!
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“Bisogna assolutamente trovare il coraggio di abbandonare i nostri miseri egoismi e cercare un nuovo slancio collettivo, magari scaturito proprio dalle cose che ci fanno male, dai disagi quotidiani, dalle sofferenze comuni, dal nostro rifiuto.
Che un uomo solo che grida il suo No, è un pazzo.
Milioni di uomini che gridano lo stesso No,
avrebbero la possibilità veramente di cambiare il mondo”
(Giorgio Gaber)
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“[…]
E nondimeno, in questi ultimi cinquanta anni, le sorgenti della ricchezza sociale e la massa dei beni materiali sono andate crescendo.
La produzione ha raddoppiato. Il commercio, attraverso crisi continue, inevitabili nell’assenza assoluta d’organizzazione, ha conquistato più forza d’attività e una sfera più estesa alle sue operazioni. Le comunicazioni hanno acquistato pressoché dappertutto sicurezza e rapidità, e diminuito quindi, col prezzo del trasporto, il prezzo delle derrate.
E d’altra parte, l’idea dei diritti inerenti alla natura umana é oggi mai generalmente accettata : accettata a parole e ipocritamente anche da chi cerca, nel fatto, eluderla.
Perché dunque la condizione del popolo non ha migliorato?
Perché il consumo dei prodotti, invece di ripartirsi equamente fra tutti i membri delle società europee, si é concentrato nelle mani di pochi uomini appartenenti a una nuova aristocrazia?
Perché il nuovo impulso comunicato all’industria e al commercio ha creato, non il benessere dei più, ma il lusso d’alcuni?”
da “I DOVERI DELL’UOMO” – Giuseppe Mazzini – 23 Aprile 1860
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E’ incredibile leggere e notare la preveggenza di queste parole e pensare che hanno più di 150 anni;
è incredibile pensare a questo ed a tutto ciò che l’Uomo ha sempre fatto (nel bene ma anche, e soprattutto, nel male) senza ravvedersi;
è incredibile dover constatare che, nonostante fossero stati quindi preavvertiti dagli enormi e prevedibili danni collaterali della ‘globalizzazione’, i popoli hanno supinamente accettato (senza reagire) la schiavitù (mascherata da ‘Economia’) che è stata loro imposta; una schiavitù mentale a cui è seguito e segue uno sfruttamento materiale sempre più distruttivo.
ma se è comprensibile che non abbiano reagito allora è assolutamente inspiegabile che oggi non lo facciano ancora …
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Nel 2030 saremo un miliardo in più di quanti siamo oggi. Arriveremo ad 8 miliardi di persone.
Oggi l’85% della popolazione vive in paesi che usano più di quanto i propri ecosistemi possano rinnovare.
Questo è ciò che Mathis Wackernagel a cavallo tra gli anni ottanta e i novanta ha definito “impronta ecologica”.
Invece di chiedersi “quante persone può sopportare la Terra?”, il metodo dell’impronta si chiede “quanta terra ciascuna persona richiede per essere supportata?”.
La parte del mondo ricco già oggi ha una impronta ecologica devastante. Consuma l’equivalente di 1,8 pianeti.
Se poi diventassero ricchi anche i paesi poveri, se diventassero ricchi come noi, almeno come in un piccolo paesino d’Italia, avremo un’impronta ecologica tale per cui occorrerebbero otto pianeti.
Che ovviamente non ci sono.
Questo ci fa capire dove stiamo andando. Ricordo quando si prendeva in giro Serge Latouche e la sua decrescita felice.
Stiamo continuando a sostenere economie insostenibili. Non possiamo certamente continuare con questa economia estrattiva, non possiamo consumare sempre di più.
Dimezzamento. E’ ciò che serve. Per l’energia, i materiali e il lavoro.
Stiamo devastando il solo grande bene che abbiamo. Sarebbe logico pensare che almeno di fronte alla sopravvivenza del pianeta, potessimo tutti trovare un accordo. Superare le divisioni, le religioni, i partiti, i colori. Sembra non essere così.
E poi ci definiamo esseri intelligenti.
leggi l’articolo completo qui
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Non credo ci sia molto altro da aggiungere …
vi invito solo a riflettere sulla frase finale
“E poi ci definiamo esseri intelligenti” … ma davvero lo siamo ???
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