una storia commovente che gira da un po’ su Facebook


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Un ragazzo regala alla sua fidanzata una bambola, lei si innervosisce e butta la bambola in strada.
Il fidanzato le dice ma perché hai buttato la bambola?
Lei risponde, perché non mi piace il tuo regalo così lui va in strada e prende la bambola, quando all’improvviso una macchina lo investe e lui muore.
Il giorno dei suoi funerali, in lacrime, la fidanzata prende la bambola e la stringe forte a se, mentre stringe la bambola…
questa dice: “Mi vuoi sposare?” La ragazza impaurita fa cadere la bambola. Cadendo, dalla tasca escono due fedi.

La morale di questa storia :
Ama ciò che hai, prima che la vita ti insegni ad amare ciò che hai perso…

Riflessioni ed Equivalenze


ho forse sbagliato esempio ???

ho forse sbagliato esempio ???

riflessione :

in questi giorni si sentono parole di ogni tipo,
espressioni di idee di ogni tipo,
tutti parlano dei migranti e dei rifugiati,
come discernere i primi dai secondi,
su cosa occorra fare e su chi lo dovrebbe fare,
sul perchè e per colpa di chi,
se fermarli o non fermarli,
su dove e come ospitarli,
ed intanto ne muoiono a migliaia
e nessuno sembra ricordarsi che non si sta
parlando di numeri ma di esseri umani …

in confronto a tutto ciò
la Torre di Babele sembra una silenziosa biblioteca …

questo bailamme mi ha fatto pensare ad un noto detto
che (saggiamente) consiglia di non regalare del pesce
a chi soffre la fame ma piuttosto una canna da pesca …

poi analizzo la reale situazione del mondo attuale e
percepisco questa strana senzazione di irrealtà in
quanto in Africa le multinazionali sono andate,
hanno “regalato le canne da pesca” e poi …
o hanno inquinato, prosciugato o deviato il fiume !!!
oltre depredare tutto il possibile …
equivalenze :

democrazia = civilizzazione
civilizzazione = globalizzazione
globalizzazione = capitalismo
capitalismo = democrazia ????? (lo credete davvero?)

e soprattutto …

capitalismo = equità ???
capitalismo = giustizia ???
capitalismo = futuro ???

ma quale futuro per l’Uomo ?
ma quale futuro per gli altri esseri viventi ?
ma quale futuro per il Pianeta ?
sempre che esista un futuro …

Claudio

Il Tuo Prossimo


questa è la vera umanità

questa è la vera umanità

Il tuo prossimo
è lo sconosciuto che è in te, reso visibile.
Il suo volto si riflette
nelle acque tranquille,
e in quelle acque, se osservi bene,
scorgerai il tuo stesso volto.
Se tenderai l’orecchio nella notte,
è lui che sentirai parlare,
e le sue parole saranno i battiti
del tuo stesso cuore.
Non sei tu solo ad essere te stesso.
Sei presente nelle azioni degli altri uomini,
e questi, senza saperlo,
sono con te in ognuno dei tuoi giorni.
Non precipiteranno
se tu non precipiterai con loro,
e non si rialzeranno se tu non ti rialzerai.

dal sito Facebook di
Stargate

il Dono


Questa poesia l’ho donata a mia moglie per il suo compleanno
chi non ci conosce, non sa il nostro vissuto,
non sa della nostra vita, non può capirla al 100% …
ora, da un anno e mezzo, soffre di una malattia immunitaria
abbastanza rara ed abbastanza grave …

il 24 Aprile è il nostro 33° Anniversario ed ho deciso
per la ricorrenza di postarla qui, a beneficio di tutti …

ma vi prego sempre di ricordare che io non sono un poeta …
grazie
Claudio

Grazie per avermi amato

Grazie per avermi amato

IL DONO

***

con lo sguardo perso verso il cielo
lascio correre lontano i miei pensieri
ma di uno strano desiderio io anelo,
ho una voglia irrazionale di velieri

vorrei regalarti il cielo e le stelle,
la luna ed il mare, l’universo intero,
e sembra ancora poco, sono fiammelle
io di più vorrei donarti, a dire il vero

nulla però è nelle mie possibilità reali
i miei sono solo dei sogni irrealizzabili
vorrei … io vorrei … aurore boreali
ma devo ritornare a dei pensieri stabili

e adesso anche il tempo passa più veloce
pure la salute fisica, non è più la stessa
il mio desiderio diventa sempre più feroce,
una voglia irrefrenabile di me s’impossessa

perché, sai, tu lo meriteresti veramente,
e potertelo donar davvero l’intero mondo
per me un pareggio sarebbe unicamente
per il dono ricevuto … a tutto tondo

mi turba solo che non sia stato capace
in tutti questi anni a dimostrarlo
ti devo ringraziare perché, e mi spiace
il dono non sono stato io a farlo …

perché …
il dono sei tu …

Goccia


" Vola alta parola"

Giulia Melillo, pittrice, Bolla d'acqua Giulia Melillo, pittrice, Bolla d’acqua

Liquida tra le dita

scorre l’iride d’acqua

dissolta nella pioggia;

la sua forma è segno

di una breve onda

apparsa per un attimo,

dispersa e trasparente,

inesistente soffio che ti bagna

scivolando sul corpo

come il tempo fuggente.

Così accade che i fiumi

siano flussi scorrevoli,

imprendibili gocce senza conta,

congiunte dalla vita nell’inizio

e lasciate nel mare solo infine.

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La tua buona follia


" Vola alta parola"

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Sabrina Capoferri Artista, Amore

La tua buona, travolgente follia

mi coinvolge in luoghi di meraviglia

dov’è sempre la bella stagione

ed io cammino su erbe perenni

tra le tue braccia trionfanti;

altrove lascio la pigra normalità,

ai savi l’incapacità di amare,

di vedere, oltre le mura della città,

la nostra visionaria passione:

i bianchi cavalli sulla riva del mare,

le lunghe criniere sospese a dissetarsi

a sorgenti inanellate nella roccia,

alti uccelli marini tra nuvole di pensieri.

Passa la nostra nave trasparente

sull’onda spumeggiante della vita;

navigo nell’ azzurra follia dell’incredibile

sogno del nostro amore normale.

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Premio letterario ” Vitulivaria”


" Vola alta parola"

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Cari amici del mio blog,

apprendo dalla segreteria del Premio di poesia a tema “il tempo” VITULIVIARIA di essere stata ammessa tra gli autori selezionati con la mia poesia “Che cosa manca”. Permettetemi di riproporla alla vostra attenzione.

Che cosa manca alla vita

se non l’ultimo appello,

la soglia immateriale,

il grido alto dell’anima

che trapassa nell’ombra

di una metamorfosi annunciata.

La morte dice l’ultima parola,

la incide con la selce sul graffito

della roccia ormai nuda,

sugli occhi spalancati,

sulle bocche serrate;

pone un freno ai passi della corsa

e riporta alle origini ogni cosa.

La sola verità concessa al tempo

traccia il suo segno

ai limiti del viaggio

e non importa quanto breve

sia stata la tempesta

che ha percosso il centro della luce,

la bellezza già vista e già goduta.

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Non un fiume


" Vola alta parola"

220px-Böcklin_-_Die_Lebensinsel_-1888[1] Bocklin, L’isola dei vivi, 1888 Non un fiume divide

la città celeste

dal dolore dell’uomo,

non un fuoco o un castigo,

ma un assurdo silenzio,

un’afflitta pena d’odio,

il piangente malessere

del vivere ogni giorno con se stessi

e sentirsi smarriti in luoghi alieni.

Ciascuno afferra il suo sospeso segno,

una fatua favilla che rischiara

il timore dell’essere disperso

nel vuoto personale del non-senso;

ma brilla per un tempo troppo breve

il lampo di riflessa luce che scalda il cielo;

ciascuno cerca l’isola felice

fuori di sé e ne segue la traccia

di sogno e di illusione,

personifica Stige come dea

nel tempo che separa le due sponde.

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