Eh si … e gli “articoli” ed il prezzo aumentano ogni giorno di più …


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Quello che si trova scritto in questa vignetta reperita sul Web sembra una assurdità e qualcuno potrebbe considerarlo uno tra i tanti pensieri dei cosiddetti ‘complottisti’.
Invece è una verità ormai acclarata (anche se fanno di tutto per nascondervela).
Pensateci e di ulteriori esempi ne potrete fare da soli più d’uno.

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Leggere un libro


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“Leggere un libro non significa solo sfogliare le pagine.
Significa riflettere, individuare le parti su cui tornare, interrogarsi su come inserirle in un contesto più ampio, sviluppare le idee.
Non serve a niente leggere un libro se ci si limita a far scorrere le parole davanti agli occhi dimenticandosene dopo dieci minuti.
Leggere un libro è un esercizio intellettuale, che stimola il pensiero, le domande, l’immaginazione.”

(Noam Chomsky)

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Ottima riflessione.
Concordo.
Tanto che penso valga a partire già dai libri di scuola, però poi …
dipende molto anche dalla scelta del libro    😉   

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Impietosho (11)


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5333

“Dio è la più grande bugia mai inventata dall’uomo.
Non esiste alcun creatore; la creazione in se stessa basta e avanza, non ha bisogno di un agente esterno che la crei.
Nel momento in cui accetti un agente esterno, entri in un circolo vizioso.
Perchè il ragionamento diventa: “Come può l’esistenza esistere senza essere stata creata da qualcuno?”.
Questo è il ragionamento di tutte le religioni.
Se accetti il loro ragionamento poi nascerà la domanda: “Chi ha creato dio?”.
E se dio può esistere senza essere stato creato, allora che problema c’è?
Anche l’esistenza può esistere senza essere stata creata.
L’uomo si sente così impotente, ha così paura della morte, ed è così oberato dai problemi della vita… inoltre è stato allevato da un padre, da una madre, e quelli erano tempi meravigliosi; senza responsabilità, senza preoccupazioni, c’era qualcuno che si prendeva cura di lui.
Quell’infanzia psicologica è proiettata in tutte le religioni; Dio diventa il padre, e ci sono alcune religioni in cui Dio diventa la madre.
È soltanto una proiezione psicologica di un bambino.
Non ha alcun fondamento nella realtà.
Per cui, quando hai paura, quando sei in difficoltà, inizi a cercare aiuto.
Quando dichiaro che Dio non esiste, questo non significa che bisogna saltare all’opposto, all’ateismo.
Per gli atei negare Dio significa che il mondo è solo materia e nient’altro.
Io affermo al tempo stesso che esiste un’essenza divina, e gli atei non concorderanno su questo punto.
A me piace chiamarla “pura consapevolezza”.
Oppure se sei proprio affezionato alla parola “dio” chiamala “essenza divina”.
Ma non farne un nome, fanne una qualità.
Perchè nel momento in cui ne fai un nome, lo uccidi, ne arresti la crescita; i nomi non crescono, solo i verbi crescono.”

“Il Cielo senza la Terra sarebbe vuoto; la Terra senza il Cielo sarebbe morta. Quando Terra e Cielo sono insieme, nasce una danza nell’esistenza.”

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i poveri di oggi


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5462

I poveri di oggi (e cioè coloro che costituiscono un “problema” per gli altri) sono prima di tutto e soprattutto dei “non consumatori”, più che dei “disoccupati”.
Essi vengono definiti innanzi tutto dal fatto di essere consumatori difettosi: infatti, il più basilare dei doveri sociali cui vengono meno è il dovere di essere acquirenti attivi ed efficaci dei beni e servizi offerti dal mercato.

Zygmunt Bauman

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Che immensa tristezza deriva da questa innegabile verità …

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il Futuro


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5460

Il futuro è molto aperto, e dipende da noi, da noi tutti.
Dipende da ciò che voi e io e molti altri uomini fanno e faranno, oggi, domani e dopodomani.
E quello che noi facciamo e faremo dipende a sua volta dal nostro pensiero e dai nostri desideri, dalle nostre speranze e dai nostri timori.
Dipende da come vediamo il mondo e da come valutiamo le possibilità del futuro che sono aperte.

(Karl Popper)

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Come non essere d’accordo? Io lo sono ma parzialmente …
il futuro dipende anche (forse soprattutto) da ciò che voi e io e molti altri uomini NON fanno e NON faranno, oggi, domani e dopodomani …

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un discorso da applausi …


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Norman Finkelstein, ebreo scienziato politico americano e autore, specializzato in questioni legate al conflitto israelo-palestinese è stato invitato a tenere un discorso all’Università di Waterloo in cui una ragazza ebrea ha giocato la carta dell’Olocausto per criticarlo.

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Video e testo tratti da ProjectPhoenix Reserve 

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Ecco un esempio di come si possa esprimere un concetto senza farsi condizionare dal proprio passato e dai pregiudizio, basandosi soltanto da una attenta e puntuale analisi dei fatti.
E questa è la via più breve per giungere alla scoperta della verità …

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Call Center reloaded


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5458

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“Siamo batterie umane che forniscono energia al mercato dell’inutile, liberi prigionieri della nuova economia.
Siamo le scimmie ammaestrate del telemarketing, legami effimeri tra prodotto e consumatore.
Siamo embrioni promozionali immersi nel liquido amniotico del sistema aziendale, in attesa di nascere o di abortire, illudendoci di vivere.”

Michele Nigro

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il Tempo


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5457

Il tempo

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L’illusione per eccellenza.

Il passato è ormai vissuto.
Il futuro è immaginazione.

Pochi ancor
praticano il presente.

Molti resistono
in un passato già vissuto
altri si disperdono
in un futuro mai esistito.
D’effetto non trovano pace
per vivere se stessi,
l’origine del tempo.

Il tempo non sussiste.
Esiste movimento
e interpretazione.

(Daniele Mizzoni – Il canto dell’evaso)

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Immagine e testo tratti da   Realtà, inganno e manipolazione

Impietosho (10)


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5333

“La vostra fanciullezza, la vostra innocenza è stata disturbata dai preti, dai politicanti, dai pedagoghi.
Con ogni mezzo vi hanno foggiato il corpo in modo tale che si adattasse al vestito che vi avevano preparato.
Che cosa strana! È l’abito che dovrebbe essere foggiato su misura per voi, e per secoli è stato fatto il contrario.
Il vestito è sempre disponibile: l’abito cristiano, quello hindu, quello buddhista… e voi vi ci dovete adattare. È una prigione.
La rivoluzione diventa possibile attraverso la responsabilità, la responsabilità individuale.
Puoi trasformarti, puoi lasciar cadere tutti i vecchi modelli; non sono il tuo destino, ma se tu li accetti come il tuo destino, lo diventano.
Il problema è tutto qui: dare loro un appoggio, oppure no!
Responsabilità è la parola più importante.
Nessuno vuole responsabilità, perchè fa male.
Il solo riconoscere che “Io sono la causa della mia miseria” ferisce profondamente.
Se qualcun altro nè è la causa, si può accettare: si è senza speranza.
Ma se io sono la causa della mia miseria, questo mi ferisce.
Va contro l’ego, va contro l’orgoglio.
Nessuno è responsabile, tranne te: è una delle verità più difficili da accettare.
Ma una volta he l’hai accettata porta una grande libertà, crea uno spazio immenso. Perchè grazie a questa comprensione ti si aprirà immediatamente un’altra possibilità: “Se sono io il responsabile, allora posso cambiare.”
E ricorda: non sto dicendo che la società non ti ha fatto niente.
Non sto affatto dicendo questo. La società ha fatto molto, i genitori hanno fatto molto, l’educazione e i preti hanno fatto molto.
Tuttavia, nonostante tutto, la chiave suprema è nelle tue mani.
Puoi liberarti, puoi liberarti da tutti i condizionamenti.
Puoi cancellare qualsiasi cosa gli altri abbiano fatto, perché la tua consapevolezza, nel suo centro più profondo, resta sempre libera.”

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l’automazione del lavoro


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5454

Spesso sento sollevare il problema dell’automazione del lavoro.

Da una parte c’è chi lancia allarmismi perché: “Le macchine ci ruberanno il lavoro”, “L’uomo che farà?!”, “Senza lavoro non c’è dignità!”, “Saremo tutti disoccupati!”, ecc.

Dall’altra si schierano quelli che tranquillizzano: “le macchine lavoreranno per noi rendendoci liberi”, “non dobbiamo temere l’automazione ma farla esplodere”, “tutto sarà più efficiente”, ecc.

Non vedo nessuno porsi davanti al fatto che, dovunque stia la verità fra i due schieramenti, se è palese che il mondo in cui viviamo può essere gestito da macchine, altrettanto evidente è che noi abbiamo creato un mondo di macchine, adatto alle macchine, per le macchine, non per l’uomo. Viviamo in un sistema che vuole efficienza, velocità, produzione, consumo, innovazione, programmazione, settorialità, dipendenza, catena di montaggio.
E come se tutto questo fosse normale, auspicabile e benevolo, ci occupiamo maldestramente di come gestire le sue conseguenze, di capire quale potrà essere il nostro ruolo nel mondo delle macchine e fingendo di non renderci conto che siamo e saremo solo il loro carburante.

Non vedo nessuno porsi davanti al fatto che questa vita non è più vita.

Mason Massy James (14 luglio 2016)

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Immagine e testo tratti da  Mosca Bianca

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un brindisi alla stampa indipendente


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John Swinton (1829-1901), redattore capo del New York Times, in un discorso tenuto nel 1880 durante un banchetto in suo onore presso l’American Press Association («Associazione della Stampa Americana») ebbe a dire:
«Che follia fare un brindisi alla stampa indipendente!
Ciascuno, qui presente questa sera, sa che la stampa indipendente non esiste.
Lo sapete voi e lo so io: non c’è nessuno fra voi che oserebbe pubblicare le sue vere opinioni, e, se lo facesse, lo sapete in anticipo che non verrebbero mai stampate.
Vengo pagato duecentocinquanta dollari alla settimana per tenere le mie vere opinioni al di fuori del giornale per cui lavoro.
Altri fra di noi ricevono la stessa somma per un lavoro simile.
Se autorizzassi la pubblicazione di un’opinione sincera in un numero qualunque del mio giornale, perderei il mio impiego in meno di ventiquattro ore […].
La funzione di un giornalista è di distruggere la verità, di mentire radicalmente, di pervertire, di avvilire, di strisciare ai piedi di Mammona e di vendersi egli stesso, di vendere il suo Paese e la sua gente per il proprio pane quotidiano o – ma la cosa non cambia – per il suo stipendio.
Voi questo lo sapete e io pure: che follia allora fare un brindisi alla stampa indipendente!
Noi siamo gli strumenti ed i vassalli di uomini ricchi che comandano da dietro le quinte.
Noi siamo i loro burattini; essi tirano i loro fili e noi balliamo.
Il nostro tempo, i nostri talenti, le nostre possibilità e le nostre vite sono di proprietà di questi uomini.
Noi siamo delle prostitute intellettuali».

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Che dire?
Possiamo considerarlo un parere pieno di fondamento visto che è di un ‘esperto’, di un ‘addetto ai lavori’?
La cosa triste (oltre alla mestizia derivante dalla veridicità di tali affermazioni) sta nell’incapacità delle masse di rendersene conto.
La cosa angosciante è pensare che sono trascorsi quasi 140 anni e la situazione è solamente peggiorata enormemente: son peggiorati i burattini ma purtroppo son molto peggiorati anche i burattinai;
e le masse?
Sempre immobili nella loro apatia …

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