la ricerca che si fa oggi nel mondo …


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« Che gran parte della ricerca che si fa oggi nel mondo e quindi che gran parte dei ricercatori operanti oggi nel mondo siano al servizio diretto o indiretto delle grandi corporations non è un mistero per alcuno.
Le corporations farmaceutiche e agroalimentari acquisiscono, si potrebbe anche dire più brutalmente adescano e comperano, quanti più ricercatori qualificati è possibile per potenziare settori di ricerca orientati prima e soprattutto al massimo profitto raggiungibile.
Che poi alcuni prodotti di quella ricerca siano anche utili ai malati o al pubblico generale è inevitabile, ma non è certo una giustificazione all’impero assoluto, oculato e spietato del grande potere economico sulla produzione scientifica, sia questa indirizzata alla produzione di medicamenti o kit diagnostici o alla produzione di piante, animali e alimenti manipolati geneticamente.
Una parte dei ricercatori che sono stati palesemente acquisiti dalle corporations, ne subiscono pertanto l’influenza in maniera più o meno diretta, sia attraverso finanziamenti di progetti di ricerca e saggi clinici controllati, impostati su canali graditi e in sintonia con gli interessi dei donatori, sia in maniera ovvia ma altrettanto efficace, col finanziamento di congressi e manifestazioni scientifiche e dalla partecipazione alle stesse.
Una parte infine persiste a scegliere liberamente e autonomamente la ricerca che intende fare, e rifiuta sia i pesanti condizionamenti impliciti in certe richieste di fondi, che le blandizie più discrete, ma esse pure condizionanti, offerte in vari modi e per svariati cammini e approcci, la cui accettazione rende la vita del ricercatore più gradevole e il cui rifiuto per contro ne accentua le difficoltà. »

L. Tomatis, “Iarc. Il cancro: cause, frequenza, controllo”

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tratti da  Gazzetta filosofica

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Inaccettabile … (ma tranquillamente accettato)


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« Le dieci multinazionali più potenti dispongono di più attivi di centottanta paesi.
[…]
Nel 2010 la Shell ha dichiarato più utili del valore commerciale generato dall’attività economica del Sudafrica, dell’Argentina e dell’Austria messe insieme.
[…]
Questi attori si sottraggono alle regole del diritto grazie ai paradisi fiscali oppure, in virtù di investimenti massicci e concertati all’interno di strategie lobbistiche, contribuiscono alla stesura delle leggi negli Stati tradizionali. »

Alain Deneault, “Economia dell’odio”

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tratti da  Gazzetta filosofica

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un veleno ad effetto lento (ma inesorabile)


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Siate informati dello stato di salute quotidiano del vostro mondo, ma non abbuffatevi delle pietanze che vi vengono servite in continuazione; sono piatti che contengono un veleno ad effetto lento.
Dopo ogni lettura, dopo ogni spettacolo, chiedete a voi stessi: questo mi ha reso migliore? Migliore significa meno separato da me stesso e degli altri.
E la risposta verrà a voi rapida e chiara, e se non altro vi aiuterà a lasciarvi imprigionare un po’ meno degli artifizi di una società stremata, e che cerca di sedurre dal momento che non sa far nascere l’Amore.

“ Mai attuale come adesso questa frase tratta dal libro: DALLA SOTTOMISSIONE ALLA LIBERTA’ di Anne e Daniel Meurois-Givaudan

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Testo ed immagine (clicca qui per visualizzarla)
tratti da  Iveta Semetkova

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il lavaggio del cervello


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“Il lavaggio del cervello è un’operazione semplicissima, che ha tutte le apparenze della cortesia e usa come strumento (di tortura) la ripetizione delle cose.
Ho capito che non è difficile persuadere, convincere e persino entusiasmare: basta ripetere cento, mille volte la stessa cosa e, automaticamente, si otterrà persuasione, convinzione, entusiasmo.”

(Goffredo Parise)

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Testo ed immagine (clicca qui per visualizzarla)
tratti da    Enrica Perucchietti

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Nulla 2 volte


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Nulla due volte accade
né accadrà.
Per tal ragione si nasce senza esperienza,
si muore senza assuefazione.

Anche agli alunni più ottusi
della scuola del pianeta
di ripeter non è dato
le stagioni del passato.

Non c’è giorno che ritorni,
non due notti uguali uguali,
né due baci somiglianti,
né due sguardi tali e quali.

Ieri, quando il tuo nome
qualcuno ha pronunciato,
mi è parso che una rosa
sbocciasse sul selciato.

Oggi, che stiamo insieme,
ho rivolto gli occhi altrove.
Una rosa? Ma cos’è?
Forse pietra, o forse fiore?

Perché tu, malvagia ora,
dai paura e incertezza?
Ci sei — perciò devi passare.
Passerai — e qui sta la bellezza.

Cercheremo un’armonia,
sorridenti, fra le braccia,
anche se siamo diversi
come due gocce d’acqua.

Da Appello allo Yeti (1957)
di Wislawa Szymborska

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Ormai hai trenta anni […]


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È scioccante scoprire, intorno all’età di cinque, sei o sette anni, che la bandiera a cui avete promesso fedeltà, insieme a tutti gli altri, non ha promesso fedeltà a voi.
È scioccante scoprire, mentre Gary Cooper uccideva gli indiani e voi facevate il tifo per Gary Cooper, che “gli indiani” eravate voi.
È scioccante scoprire che il Paese in cui siete nati, al quale dovete la vostra vita e la vostra identità, non ha, in tutto il suo sistema di realtà, sviluppato alcun posto per voi.

La disaffezione, la demoralizzazione e il divario tra una persona e l’altra soltanto sulla base del colore della loro pelle, comincia da lì e accelera – accelera per tutta la vita – fino a quando vi rendete conto di avere trent’anni e di non riuscire a fidarvi dei vostri connazionali.
Quando hai trent’anni, hai attraversato un certo numero di brutti momenti.
E la cosa più grave di questi momenti non sono, di nuovo, i disastri, i poliziotti, i tassisti, i camerieri, la padrona di casa, il padrone della terra, le banche, le compagnie assicurative, i milioni di dettagli, ventiquattro ore al giorno, che ti spiegano che sei un essere umano privo di valore.
Non è quello.
È quando inizi a vederlo accadere a tua figlia o tuo figlio, o tua nipote o tuo nipote.
Ormai hai trenta anni […] e nulla di ciò che hai fatto e, per quanto puoi dire, nulla di ciò che puoi fare salverà tuo figlio o tua figlia dall’affrontare lo stesso disastro.

– James Baldwin

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Testo tratto da  Persi nella traduzione

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Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s’allarmi!


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“Non ci vuole niente, sa, signora mia, non s’allarmi!
Niente ci vuole a far la pazza, creda a me! Gliel’insegno io come si fa. Basta che Lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza! Se all’improvviso qualcuno, preso da un’insolita voglia di liberazione, iniziasse a mostrare al mondo la sua vera natura, gettando via le proprie maschere che con tanta indifferenza porta sul volto, quella sì che sarebbe una rivoluzione.
Le menzogne avvelenano l’animo umano, lo confondono, lo disarmano. Fra queste vi è però un’ambiguità più deleteria, ed è quella che rivolgiamo a noi stessi ogni qualvolta che, più o meno consapevolmente, sopprimiamo le nostre verità profonde. Celare il proprio modo di essere per raggiungere finalità vane e secondarie è un tradimento temibile verso noi stessi e verso gli altri.

La falsità sembra essere diventata una prerogativa della nostra epoca moderna, dove la verità è sempre altrove, distorta, distratta.
In realtà la doppiezza umana è vecchia come il mondo.
E’ vecchia come il potere, l’orgoglio, la paura.
E’ vecchia come chi calpesta la dignità altrui, chi uccide, chi trama.
Mentre questa umanità è impegnata a intessere belle bugie e a infiocchettare brutte verità, l’essere sinceri farebbe davvero la differenza. In questo mondo dove, chi sa mentire meglio ottiene più successo, saper dire sempre ciò che si ha nel cuore è un lusso ancor più grande. Rivelarsi a chi mente, senza timore, con orgogliosa lealtà. Magari riuscirci! Andare ovunque, conoscendo chiunque, e sapendo di non dover fingere più.
Questo sì che cambierebbe le nostre vite, la sola verità basterebbe a salvarci.
Basta non mentire più,”

(Luigi Pirandello – Il berretto a sonagli)

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La Scienza non è la stessa cosa della Tecnica


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«Non è esatta la diffusa convinzione che l’uomo preindustriale non abbia alterato la natura perché non era in grado di farlo, non avendo le conoscenze sufficienti per manipolarla. La Scienza non è la stessa cosa della Tecnica e la Tecnica non è una conseguenza automatica e inevitabile della Scienza. Gli antichi, o per lo meno alcuni antichi, hanno avuto una scienza di altissimo livello ma non l’hanno mai utilizzata tecnologicamente»

«Sia la concezione greca classica che quella cinese classica sono in realtà dei “meccanismi di difesa”: in entrambe le civiltà c’è la profonda convinzione che il miglior modo di controllare la natura sia quello di non trasformarla e di non violentarla»

Massimo Fini – La Ragione aveva torto?, 1985

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il bacio di Giuda


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“La foto rappresenta l’allevatore del toro, il quale lo ha fatto nascere e crescere sin da vitellino fino a essere toro da corrida.
Quindi l’ha venduto e l’ha portato all’arena.
A metà della corrida, quando il toro era ormai ferito e non ce la faceva più a difendersi, si è accorto che il padrone era lì ed è corso disperato sperando nel suo aiuto.
Ma chiaramente, dopo il bacio, l’uomo non ha fatto niente e così il toro è stato massacrato.
I giornali spagnoli hanno intitolato la foto IL BACIO DI GIUDA.
Gli unici animali avidi e corrotti restano quelli di razza umana.. 😢

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testo e video tratti da  Carpe Diem – Cogli L’attimo
clicca qui per visualizzare la foto in oggetto
PS – ovviamente condivido quello che è scritto nell’ultima riga …

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Un tempo gli adolescenti erano ribelli


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Un tempo gli adolescenti erano ribelli, odiavano qualsiasi cosa desse loro l’idea di gabbia e cercavano la libertà assoluta. Lottavano contro il Sistema e si opponevano a tutti coloro che percepivano come suoi servitori. Volevano essere sempre controcorrente e anticonformisti e lo stile di vita che sognavano e che vedevano come meta da raggiungere era la “vita selvaggia”, la vita senza regole.
E oggi?
Oggi ciò a cui i ragazzi puntano è esattamente l’opposto: la loro massima aspirazione è conformarsi alla realtà contemporanea e, quindi, sentirsi “a passo con i tempi”. Tutto ciò che viene indicato loro come “progresso” lo esaltano come se si trovassero di fronte a una nuova divinità. Hanno il terrore di sentirsi fuori dal Sistema e se quella catena o quel collare con cui il Sistema stesso li ha incatenati – catene e collari che portano il nome di “Internet” e “smartphone” – si guastano, allora vanno in ansia e si affrettano a rimettere a posto da sé i loro strumenti di schiavitù.
E se provi a dirgli che quelli non sono strumenti di libertà e progresso ma di schiavitù e regresso, ti scherniscono e ti trattano come se fossi un troglodita e un bigotto.
Certo, oggi in questa situazione si trova la maggior parte delle persone, ma il fatto che tutto ciò sia avvenuto con gli adolescenti ti fa capire che coloro che curano il Sistema hanno lavorato molto bene, visto che in poco tempo sono riusciti a trasformare dei lupi nei più docili barboncini d’appartamento.

Michele Putrino

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testo ed immagine [più che eloquente (clicca qui per visualizzarla)]
tratti da  Ragione Critica

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