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« Che gran parte della ricerca che si fa oggi nel mondo e quindi che gran parte dei ricercatori operanti oggi nel mondo siano al servizio diretto o indiretto delle grandi corporations non è un mistero per alcuno.
Le corporations farmaceutiche e agroalimentari acquisiscono, si potrebbe anche dire più brutalmente adescano e comperano, quanti più ricercatori qualificati è possibile per potenziare settori di ricerca orientati prima e soprattutto al massimo profitto raggiungibile.
Che poi alcuni prodotti di quella ricerca siano anche utili ai malati o al pubblico generale è inevitabile, ma non è certo una giustificazione all’impero assoluto, oculato e spietato del grande potere economico sulla produzione scientifica, sia questa indirizzata alla produzione di medicamenti o kit diagnostici o alla produzione di piante, animali e alimenti manipolati geneticamente.
Una parte dei ricercatori che sono stati palesemente acquisiti dalle corporations, ne subiscono pertanto l’influenza in maniera più o meno diretta, sia attraverso finanziamenti di progetti di ricerca e saggi clinici controllati, impostati su canali graditi e in sintonia con gli interessi dei donatori, sia in maniera ovvia ma altrettanto efficace, col finanziamento di congressi e manifestazioni scientifiche e dalla partecipazione alle stesse.
Una parte infine persiste a scegliere liberamente e autonomamente la ricerca che intende fare, e rifiuta sia i pesanti condizionamenti impliciti in certe richieste di fondi, che le blandizie più discrete, ma esse pure condizionanti, offerte in vari modi e per svariati cammini e approcci, la cui accettazione rende la vita del ricercatore più gradevole e il cui rifiuto per contro ne accentua le difficoltà. »
L. Tomatis, “Iarc. Il cancro: cause, frequenza, controllo”
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tratti da Gazzetta filosofica
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