lo stesso rapporto


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Non è stato saggio tagliare, senza alcun freno, boschi e campi per farne strade e città.
La natura non è soltanto bella da vedere, ma è soprattutto un nutrimento per il nostro corpo e per la nostra anima.
Tra noi e la natura c’è lo stesso rapporto che c’è tra madre e figlio, uno scambio d’amore e di nutrimento.
Noi siamo una parte di lei.
Non possiamo nutrirci di case e palazzi, fabbriche e autostrade, né materialmente, né spiritualmente.

(© Marisa Haltiner)

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Immagine e testo tratti da  Il Portale Interiore

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Continua l’esibizione di ignoranza e illogicità dei giornalisti …


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5787Continua l’esibizione di ignoranza e illogicità dei giornalisti arruolati alla Santa Crociata Vaccinale.

L’ultima manifestazione di questa deriva di fanatismo illogico risale a qualche giorno fa, a firma di tale Giorgia Mennuni che dalle colonne del Corriere della Sera ci racconta la straziante situazione di un bimbo scampato alla leucemia che però “è prigioniero in casa”, naturalmente per colpa dei terribili no vax: “la malattia l’ha reso immunodepresso e i compagni di classe non vaccinati mettono a rischio la sua vita”

Ora, passiamo a Giorgia Mennuni qualche importante informazione:

1. il bimbo non corre rischi SOLO per le malattie limitate dalle vaccinazioni obbligatorie. Un immunodepresso grave (ci sono vari livelli di immunodepressione, speriamo che quel bimbo non sia molto grave) è soggetto a migliaia di possibili infezioni diverse.
➡ Quindi non è prigioniero in casa per colpa di quattro bimbi non vaccinati: è prigioniero in casa perché è ancora in una condizione di estrema vulnerabilità.

2. i dieci vaccini obbligatori fermano solo cinque contagi. Oltre ovviamente al tetano che non è contagioso, i contagi di pertosse, difterite, poliomielite e parotite non sono fermati da questi vaccini. Quindi, tanto per capirci, se anche tutto il mondo (e non solo i compagni di classe) facessero questi vaccini, il bambino sarebbe parzialmente protetto solo per quattro malattie. Anzi, per quattro ceppi di quattro malattie. Su migliaia diverse infezioni e patologie cui risulta esposto.
➡ Quindi non sono certo questi dieci vaccini fatti a qualche bambino della sua scuola a metterlo al sicuro.

3. nel mondo là fuori non esistono solo compagni di classe. A scuola ci sono bidelli, maestre, segretarie, presidi, altri genitori in visita o di passaggio, il portalettere, gli operai che fanno un lavoro e chissà quante altre figure di passaggio per mille motivi. Ciascuno di essi può essere portatore di una delle mille diverse infezioni cui un bimbo immunodepresso è esposto.
➡ Tutte le persone possono trasmettere infezioni a quel bimbo immunodepresso. Quindi non sono quei quattro no vax a creare il problema, e non è vaccinando loro che lo si risolve.

4. «Basterebbe una varicella, un morbillo o la meningite – dice Sara – e mio figlio tornerebbe nell’incubo» Informate anche la madre Sara che il vaccino antimeningococcico non è obbligatorio e protegge solo da un ceppo per volta, come dimostra la decina di casi di meningite anche mortale degli ultimi mesi, che hanno colpito quasi sempre persone vaccinate per un altro ceppo di meningite. E ditele anche che il vaccino antimorbilloso evidenzia criticità notevoli, tanto che ci sono decine e decine di casi di vere e proprie epidemie di morbillo tra soggetti completamente vaccinati. Infine, informatela che nel bugiardino del vaccino contro la varicella c’è scritto espressamente che chi venga vaccinato può diventare portatore infettivo di varicella per sei settimane.
➡ Insomma, che stia più attenta ai compagni di classe vaccinati di recente che a quelli non vaccinati.

Qualche medico onesto e coraggioso spieghi a questa madre che, molto semplicemente, se lo vuole proteggere deve limitare molto le sue esposizioni ad ambienti e persone, finché non avrà recuperato la sua capacità immunitaria, perché – vaccinati o meno siano altri bambini – lui resterà ad alto rischio fino ad allora. E, sia detto per inciso, invece di creare disagi ad altri bambini, potrebbe accontentarsi di festeggiare che suo figlio sia uscito vivo da una terribile malattia.

5. il diritto ad andare a scuola, giocare coi compagni e frequentare fidanzatini ce l’hanno tutti, anche i bambini non vaccinati. A questo bambino immunodepresso questo diritto risulta limitato per colpa della sua malattia, dello stato della sua salute, non per colpa di qualcun altro. E non è per aiutare questo bambino che diventa ragionevole cancellare i diritti degli altri bambini, colpevoli solo di essere sani e di non voler assumere farmaci che i loro genitori ritengono inutili se non pericolosi. Basta davvero un minimo di logica elementare ad arrivarci.
➡ Quindi, i diritti valgono per tutti, non ci sono bambini di serie A e bambini di serie B, come non c’è alcuna logica nel cancellare i diritti di alcuni bambini per compensare la situazione difficile di un altro bambino.

In conclusione, cara Giorgia Mennuni, la pianti di diffondere falsità. Il motivo per cui questo bimbo non può frequentare la scuola non è lo stato vaccinale di altri bambini, è la sua condizione di estrema vulnerabilità. E a diffondere l’idea che una volta sistemati i no vax un immunodepresso sarà al sicuro non si sta affatto aiutando a difendere la salute di nessuno: si stanno spacciando balle pericolose. La minaccia per la salute delle persone non viene dai no vax, viene dalle scemenze che raccontate in articoli come il suo.

Stefano Re

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Immagine e testo tratti da  Ragione Critica

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uno “strano studio” su bambini volontari italiani …


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Il mercurio si sa che sia tossico (certamente, dipende dalla dose). Perciò è stato tolto dai vaccini quasi del tutto.

Tuttavia in un tempo non tanto lontano veniva utilizzato.
Poiché gli americani volevano saperne di più, progettarono uno studio su bambini volontari italiani nel 1992-1993, per un totale di 15.601 in 4 regioni diverse. Ad una parte di loro arrivò una certa dose di Thimerosal, ad altri il doppio (più del doppio).

Io son sicuro che i genitori firmarono un consenso informatissimo, ma, dato che sono un sospettoso per natura, vorrei proprio esaminare uno di quei “consensi”.
Chissà che non sia possibile.

La storia (con qualche dettaglio in più) la potete trovare cliccando qui.

Fabio Franchi

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Più che ‘strano’ direi criminale …
di ‘strano’ c’è solo il colpevole silenzio dei media.

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il mondo senza frontiere


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“La globalizzazione non riguarda gli scambi.
Riguarda il potere e il controllo.
Vuole creare un mondo senza frontiere retto da una dittatura formata dalle più importanti banche centrali del mondo, dalle banche commerciali e dalle multinazionali.”

Paul Hellyer, ex primo ministro canadese

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Immagine e testo tratti da   Il Manifesto della Sociosofia

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non è un cane che si morde la coda


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Non è un cane che si morde la coda.
È un processo di sviluppo che si migliora col tempo e che dona benessere attraverso meccanismi scientifici, tecnologici e produttivi.
Abbiate fede.

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Immagine e testo tratti da  Mason Massy James

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Già … infatti non è un cane che si morde la coda.
E’ una esemplificazione spettacolare che fa capire molto bene il ‘funzionamento’ del mondo attuale …

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Se non abbiamo un momento per fermarci …


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Un uomo si mise a sedere in una stazione della metro a Washington DC ed iniziò a suonare il violino; era un freddo mattino di gennaio.
Suonò sei pezzi di Bach per circa 45 minuti.
Durante questo tempo, poiché era l’ora di punta, era stato calcolato che migliaia di persone sarebbero passate per la stazione, molte delle quali sulla strada per andare al lavoro.
Passarono 3 minuti ed un uomo di mezza età notò che c’era un musicista che suonava.
Rallentò il passo e si fermò per alcuni secondi e poi si affrettò per non essere in ritardo sulla tabella di marcia.
Alcuni minuti dopo, il violinista ricevette il primo dollaro di mancia: una donna tirò il denaro nella cassettina e senza neanche fermarsi continuò a camminare.
Pochi minuti dopo, qualcuno si appoggiò al muro per ascoltarlo, ma l’uomo guardò l’orologio e ricominciò a camminare.
Quello che prestò maggior attenzione fu un bambino di 3 anni.
Sua madre lo tirava, ma il ragazzino si fermò a guardare il violinista.
Finalmente la madre lo tirò con decisione ed il bambino continuò a camminare girando la testa tutto il tempo.
Questo comportamento fu ripetuto da diversi altri bambini.
Tutti i genitori, senza eccezione, li forzarono a muoversi.
Nei 45 minuti in cui il musicista suonò, solo 6 persone si fermarono e rimasero un momento.
Circa 20 gli diedero dei soldi, ma continuarono a camminare normalmente. Raccolse 32 dollari.
Quando finì di suonare e tornò il silenzio, nessuno se ne accorse.
Nessuno applaudì, ne’ ci fu alcun riconoscimento.

Nessuno lo sapeva ma il violinista era Joshua Bell, uno dei più grandi musicisti al mondo.
Suonò uno dei pezzi più complessi mai scritti, con un violino del valore di 3,5 milioni di dollari.
Due giorni prima che suonasse nella metro, Joshua Bell fece il tutto esaurito al teatro di Boston e i posti costavano una media di 100 dollari.

Questa è una storia vera.
L’esecuzione di Joshua Bell in incognito nella stazione della metro fu organizzata dal quotidiano Washington Post come parte di un esperimento sociale sulla percezione, il gusto e le priorità delle persone.
La domanda era: “In un ambiente comune ad un’ora inappropriata: percepiamo la bellezza? Ci fermiamo ad apprezzarla? Riconosciamo il talento in un contesto inaspettato?”.

Ecco una domanda su cui riflettere:

“Se non abbiamo un momento per fermarci ed ascoltare uno dei migliori musicisti al mondo suonare la miglior musica mai scritta, quante altre cose ci stiamo perdendo?”

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Greta e la rivoluzione della verità


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Leggi qui l’articolo >>>  Greta e la rivoluzione della verità (Max Strata) – Decrescita Felice Social Network

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“Il metodo scientifico va bene quando è finalizzato alla produzione di tecnologia e di soldi, ma non va bene quando rivela verità scomode per il sistema economicofinanziario e per i suoi referenti politici”

Questa affermazione (che condivido al 101%) direi che fotografa perfettamente il momento storico attuale di una umanità al collasso

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AgriCULTURA


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Probabilmente noi, come civiltà, abbiamo ancora qualcosa di molto importante da imparare dall’eredità di saggezza che hanno lasciato al mondo i “pellerossa”.
Il capo dei Miniconjou, Cervo Zoppo (?-1877), disse: «Noi Pellerossa abbiamo conservato una Visione sacrale di tutte le forme di Vita e una concezione spirituale dell’esistenza, ossia una relazione spirituale, nella quotidianità, con il Tutto. Nella nostra vita vi è un dovere del cui adempimento non ci si deve mai scordare: onorare ogni giorno l’Eterno, l’Invisibile per mezzo della preghiera. Quando incontriamo, nella Natura, un’immagine di grande bellezza e che impone un profondo rispetto, noi ci fermiamo sempre, per un istante, in atteggiamento di adorazione, poiché sentiamo lo Spirito del Creatore nella Natura stessa e crediamo fermamente che la nostra forza interiore provenga da Lui».

Si rende dunque necessaria una completa inversione di rotta.
Se vogliamo plasmare un futuro migliore di quello previsto per noi dalla cupola, dobbiamo rivolgerci a visioni e metodi completamente alternativi a quelli del regime.
Dobbiamo iniziare a collaborare con la Natura, invece di volerla piegare. Quindi, diventa nostro dovere giungere a una comprensione più profonda dei suoi meccanismi.
Per dirlo con le parole del filosofo e naturalista Francis Bacon (1561-1626): «Non possiamo dominare la Natura se non ubbidendole».

Viktor Schauberger scrisse:

«La madre primordiale Terra è un organismo che nessuna scienza al mondo può razionalizzare. Tutto ciò che vive e si muove su di essa dipende da lei, e deve perire senza speranza se muore quella Terra che ci nutre».

Quindi, è fondamentale trovare metodi più dolci ed ecologici di quelli imposti dai monopolisti dell’agrobusiness. Ma soprattutto serve un nuovo modo di vedere per inquadrare tutto nella retta prospettiva.
«I vecchi Dakota erano saggi. Lo sapevano che il cuore di un essere umano che si estranea dalla Natura si indurisce; lo sapevano che la mancanza di profondo rispetto per gli esseri viventi e per tutto ciò che cresce, presto lascia morire anche il profondo rispetto per gli uomini. Per questo motivo l’influsso della Natura, che rende i giovani capaci di sentimenti profondi, era un importante elemento della loro educazione», disse Orso in Piedi (Luther Standing Bear), capo Dakota.

Schauberger, che aveva un occhio particolarmente acuto per le funzioni della Natura, a proposito dell’agricoltura moderna affermò:

«L’agricoltore moderno tratta Madre Terra come una puttana. Egli violenta la Terra. La scuoia ogni anno e l’avvelena con scorie di concimi sintetici. E tutto questo egli lo deve alla scienza, che ha perso ogni punto di contatto con la naturalezza».

La risposta può essere solamente l’agricoltura in sintonia con la Natura.
Per ottenere un’alimentazione sana bisogna ristabilire la vitalità del suolo e incrementare il valore nutrizionale dei cibi. Cibo sano per tutti significa un rinascimento fisico e mentale di tutta la popolazione, che apre le porte alla conoscenza e alla creatività.
Difatti, uno dei maggiori intralci che impediscono oggi alla mente degli uomini di esplorare nuovi orizzonti e di trovare risposte adeguate ai problemi che appaiono insolubili, risiede nella tossicità continua del cibo che ingeriamo. Per avere salute e prosperità necessitiamo di un ambiente sano in cui gli esseri umani possano rimanere sani.

A impedire un’agricoltura sana, al servizio della salute della gente, c’è solo una piccola ghenga di imbroglioni con il cervello da rettili.

Ma mentre il mondo ha bisogno di pace e prosperità, e per questo sono fondamentali il cibo, l’acqua pulita e la soddisfazione dei bisogni primari, la gran parte dei finanziamenti per la ricerca va al settore bellico, dove lavorano anche la maggioranza degli scienziati.

(dal Manifesto della Sociosofia)

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Immagine e testo tratti da  Il Manifesto della Sociosofia

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Occorre aggiungere altro ?

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Credevo di essere sano, ma mi sbagliavo


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5782Appartengo a una generazione che è stata abituata a farsi di Aulin.
Aulin sempre, a ogni dolore, a ogni minima infiammazione. Anche i nostri giovani, in molti, fanno così. Aulin, Oki e via.
Ora, in giro, c’è pieno di tumori al colon e allo stomaco, in TV è tutto un pubblicizzare gastro-protettori e medicinali da prendere a vita contro le gastriti, contro i disturbi all’esofago, problemi che sono davvero all’ultima moda, mi par di capire…
E tutto, tutto è ormai una malattia.
Hai la cellulite? È una malattia, va curata.
Le gengive sanguinano? È una malattia, va curata.
“Credevo di essere sano, ma mi sbagliavo. Me l’ha detto il mio dottore…!”
Ecco, ci hanno riempito e ci riempiono di veleni, ci fanno ammalare e allora ci riempiono di altri veleni, fino alla fine.
Fino al punto di minacciarci di finire in galera se non li prendiamo, se non assumiamo – o non facciamo assumere, a chi dipende da noi – l’ultimo dei loro veleni.
Quello che ci rifilano con l’intento di rimediare al danno fatto da tutti gli altri.
E tutto questo perché, per cosa? Per la fretta.
Perché un disturbo, o un dolore, debbono passare in fretta.
Devi muoverti a guarire, non puoi aspettare, non puoi lasciare che il tuo corpo reagisca naturalmente, coi suoi ritmi e suoi tempi. Devi fare in fretta perché il lavoro ti aspetta. Perché se no, ti licenziano.
Devi lasciare tuoi figlio appena nato, in fretta; elaborare il lutto per la morte di tua madre, in fretta. Sposarti, in fretta. Non puoi mica fare come un tempo, quando ci si chiudeva in casa e si aspettava di guarire. Mesi, magari… Perché è inutile: non vivi più del tuo lavoro, ormai. Non ti mantieni più producendo direttamente quanto ti serve.
No, nell’era del capitalismo tu non puoi farlo più: tu devi lavorare per qualcun altro. E quel qualcun altro ha fretta, cazzo. Quindi o ti muovi, o sei fuori.
Noi, per questa fretta, ci ammaliamo. Poi, per curarci in fretta, prendiamo veleni con cui ci ammaliamo ancor di più. E questa cosa la chiamiamo progresso. Il progresso della medicina, della scienza… la qualità della vita!
Il dottore ti dice: devi fare una vita normale. Non ti deve mancare nulla.
Quindi ti fa assumere schifezze che risolvano in fretta.
Ma la vita normale non è quella. I problemi di tutti i giorni, le difficoltà nei rapporti, le paure, le insicurezze, o gli amori che nascono… tutte quelle cose non fanno in fretta. Ci vuole tempo. Ci vuole tempo e capacità di saper riconoscere i piccoli miglioramenti di ogni giorno. Le minime variazioni, le sfumature apparentemente più insignificanti…
Ecco, io la penso così. E per questo so che non siamo più liberi di prenderci il nostro tempo, di vivere e di guarire con calma, coi nostri ritmi. Perché dobbiamo tornare a produrre.
Perché la nostra vita, ormai, si svolge in un cazzo di ufficio o di reparto che magari odiamo pure, ma in cui traffichiamo incessantemente con il ricatto e la paura di venirne messi fuori, da un momento all’altro.
E giorno dopo giorno, così, moriamo di veleni, di ansia e di infelicità.
Per la paura di morir di fame.

BoscoCeduo – La pagina di Pietro Ratto

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Immagine e testo tratti da   Ragione Critica

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Ecco una domanda che mi fate sempre


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Ecco una domanda che mi fate sempre:

Credi che non ci siano rischi e difficoltà una volta usciti dall’euro?

Vi rispondo con una metafora.

Venite rapiti, e condotti dal vostro sequestratore in una gabbia (euro).
Questa gabbia si trova nel bel mezzo della jungla (unione europea ). Vuol dire che fuori di essa ci sono animali feroci, serpenti velenosi, carenza di cibo e acqua, burroni, (mercati).
In gabbia siete in vita perché il vostro carceriere armato vi passa pane e acqua.
Avete il necessario per sopravvivere.
Anche quando vi ammalate (crisi) e state per morire (crollo dell’euro) il vostro carceriere (Bce) per tenervi in vita e non perdere il riscatto (interessi sul debito) costantemente pagato dai vostri familiari (cittadini italiani) è disposto a passarvi anche la medicina (quantitative easing).
Potreste vivere fino a 100 anni in questa condizione. Ma non avreste mai più la libertà (sovranità).

Poi capita che il vostro sequestratore si allontani dimenticando di chiudere a chiave la cella.
Voi siete messi davanti a due scelte:

Restare dove siete. Continuare a vivere a pane, acqua e medicine. Dipendere in tutto e per tutto dal vostro carceriere. E sopravvivere fin quando egli avrà interesse a tenervi in vita.

Oppure potete scegliere di cogliere l’occasione per fuggire (uscire dall’euro) puntando verso quell’unico villaggio che vedete in lontananza e dove potreste mettervi in salvo (Stato sovrano).
Certo, lungo il tragitto dovrete fare attenzione a non farvi sbranare dagli animali feroci (mercati).
Dovrete fare attenzione a non farvi mordere dai serpenti velenosi (speculatori finanziari).
Dovreste procurarvi da soli acqua e cibo (pil).
Ma tutto dipenderebbe dalla vostra forza e dalla vostra determinazione.
Non dipendereste più da nessuno.
Ed il successo della vostra impresa vi ridarebbe la libertà.

Questa è la scelta che siamo chiamati a fare.
Decidere di restare schiavi per paura di quello che potrebbe succederci se decidessimo di combattere per la libertà.
Oppure rischiare tutto perché diamo alla libertà un valore superiore persino alla stessa vita.

Non voglio forzare la vostra risposta perché capirei entrambe le scelte senza giudicarvi.
Non posso pretendere che voi la pensiate come me che ho fatto delle scelte che mi costringono a guardarmi le spalle dagli animali feroci ogni qual volta esco di casa.

Ma siate consapevoli che questa è la scelta che siamo chiamati a fare quando ci definiamo sovranisti.

Per aiutarvi a riflettete, vi lascio con queste parole tratte dal noto film Braveheart:

“… Chi combatte può morire, chi fugge resta vivo, almeno per un po’… Agonizzanti in un letto fra molti anni da adesso, siate sicuri che sognerete di barattare tutti i giorni che avrete vissuto a partire da oggi, per avere l’occasione, solo un’altra occasione di tornare qui sul campo ad urlare ai nostri nemici che possono toglierci la vita, ma non ci toglieranno mai la libertà!… “

Ora sapete come la penso sull’uscita dall’euro.

Francesco Amodeo
www.francescoamodeo.it

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Testo tratto da  Francesco Amodeo

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Essere NEL mondo ma non DEL mondo


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Per far questo bisogna osservare lo Spirito di questo mondo e rifiutarlo.
Questo Spirito, come ben sappiamo, è uno Spirito di Separazione.
Ama il superfluo, lo spreco, la complicazione, il rumore, la velocità, i vizi e soprattutto il potere.
E così ha ispirato all’uomo il Sistema e i valori malati di questa società decadente e piena di vizi, rumorosa, veloce e caotica, distratta e superficiale, ma soprattutto “incosciente”.
Ognuno di noi, nel suo piccolo, si trova oggi oppresso dal TROPPO: TROPPO VELOCE, TROPPO COMPLICATO.
Troppi oggetti, troppo lavoro, troppe responsabilità, troppi vizi, troppi pensieri, troppe distrazioni, troppi doveri, troppi impegni, troppi desideri artificiali….un caos!
Bisogna uscire dal caos ed è possibile farlo, ora.
Non resta che lasciare la strada sbagliata.
Pertanto bisogna RALLENTARE, RIDURRE E SEMPLIFICARE!
RALLENTARE vuol dire fermarsi e respirare a fondo, chiudere gli occhi e connettersi con il proprio mondo interiore, con la propria anima. Ascoltarla, anche solo per pochi minuti, appena possibile.
Ascoltare il proprio corpo prima che si ammali o abbia un incidente, per costringerci ad ascoltarlo.
Cercare la Natura per ricaricarsi e rientrare nel suo ritmo, nel suo respiro, nella sua pace.
Bisogna rallentare abbastanza da vedere i propri errori e non ripeterli.
RIDURRE tutto ciò che si può! Gli oggetti, gli impegni, il lavoro (lo so, lo so…anche pochissimo è già un bene) ma soprattutto i pensieri negativi, le preoccupazioni, i timori.
Certo non è facile, poiché il Sistema in cui viviamo ci costringe in “una prigione di doveri e di lavori forzati”.
Ma si può iniziare con calma a ridurre qualcosa e poi continuare a ridurre.
SEMPLIFICARE tutto! Semplifichiamo il nostro guardaroba, l’importante è che sia in ordine e pulito (abbasso la moda, che saccheggia i portafogli e il pianeta. Abbasso le marche e i simboli dello stato sociale, che ci dividono). Semplifichiamo il nostro cibo, l’importante è che sia naturale, frutta, vegetali, cereali e acqua di fonte (abbasso i cadaveri degli animali, che inquinano il nostro corpo, la nostra anima e anche il pianeta. Abbasso le bibite colorate, zuccherate, alcoliche).
Semplifichiamo le nostre emozioni, cerchiamo emozioni sane e positive (abbasso le emozioni negative e distruttive, i giochi e i film gialli e di guerra.)
Impariamo a distinguere il sacro dal profano.
Semplifichiamo i nostri desideri, desideriamo meno e apprezziamo di più ciò che già abbiamo.
E cerchiamo più spesso la Natura. Lei ci ricarica di energie positive e ci dà le vibrazioni sane e giuste per noi. Molto nervosismo nelle città è causato dalle vibrazioni negative, prive d’amore, indifferenti, dirette al profitto e allo spreco, le vibrazioni del caos ordinato.
Rallentando, riducendo e semplificando tutto potremo raggiungere la nostra meta interiore: il nostro Nucleo Atomico Spirituale, quel centro di Amore e di Pace, dove la nostra Anima si congiunge con l’Amore Assoluto da cui proviene.

(© Marisa Haltiner)

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Testo tratto da    Il Portale Interiore

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Regalo di Natale


foto e pensieri sparsi

Una bambina stava preparando un suo pacco di Natale.

Avvolgeva una scatola con costosissima carta dorata.

Impiegava una quantità sproporzionata di carta e fiocchi e nastro colorato.

“Cosa fai?” la rimproverò aspramente il padre.

“Stai sprecando tutta la carta! Hai idea di quanto costa?”.

La bambina con gli occhi pieni di lacrime

si rifugiò in un angolo stringendo al cuore la sua scatola.

la sera della vigilia di Natale, con i suoi passettini da uccellino,

si avvicinò al papà ancora seduto a tavola

e gli porse la scatola avvolta con la preziosa carta.

“E’ per te, papi” mormorò.

Il padre si intenerì.

Forse era stato troppo duro.

Dopo tutto quel dono era per lui.

Sciolse lentamente il nastro,

sgrovigliò con pazienza la carta dorata e aprì pian piano la scatola.

Era vuota!

La sorpresa sgradita riacutizzò la sua irritazione ed esplose:

“E tu hai sprecato tutta questa carta

e tutto…

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