Della Guerra e dei Guerrieri


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4511

Dal capitolo
DELLA GUERRA E DEI GUERRIERI
tratto da
COSI’ PARLO’ ZARATHUSTRA

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“Dai nostri migliori nemici noi non vogliamo essere risparmiati, e neanche da coloro che amiamo dal profondo del cuore.
E dunque lasciate che vi dica la verità.
Fratelli miei nella guerra, io vi amo dal profondo del cuore, io sono e fui un vostro pari. E sono anche il vostro miglior nemico. E dunque lasciate che vi dica la verità!
Io so dell’odio e dell’invidia del vostro cuore. Voi non siete grandi abbastanza per non conoscere odio e invidia. Allora siate grandi abbastanza di non vergognarvi di voi stessi!
E se non potete essere dei santi della conoscenza, siatene almeno i guerrieri. Sono questi i compagni e i precursori di tale santità.
Vedo molti soldati: potessi vedere molti guerrieri! ‘Uniforme’ si chiama quella che portano: possa non essere uniforme ciò che con essa ricoprono!
Per me dovete essere tali, il vostro occhio cerchi sempre un nemico – il vostro nemico.
E per alcuni di voi c’è un odio a prima vista. Dovete cercare il vostro nemico, dovete condurre la vostra guerra e per le vostre idee! E se la vostra idea soccombe, la vostra onestà deve ancora esultarne.
Dovete amare la pace come mezzo per nuove guerre. E la pace più breve più di quella lunga.
A voi io non consiglio il lavoro ma il combattimento. A voi non consiglio la pace ma la vittoria. Il vostro lavoro sia un combattimento, la vostra pace sia una vittoria!
Si può tacere e sedere in silenzio solo se si ha l’arco e la freccia: altrimenti si chiacchiera e si litiga. La vostra pace sia una vittoria!
Voi dite che è la buona causa che santifica anche la guerra? Io vi dico che è la buona guerra che santifica ogni causa.
La guerra e il coraggio hanno fatto cose più grandi dell’amore del prossimo. Non la vostra pietà, ma il vostro valore ha salvato finora gli sventurati.
Che cosa è buono? domandate.
Essere valorosi è buono. Lasciate che le ragazzine dicano: *Essere buono è essere carino e insieme commovente*.
Vi si chiama senza cuore: ma il vostro cuore è verace, e io amo il pudore dei vostri affetti. Voi vi vergognate del vostro flusso, e altri si vergognano del loro riflusso.
Siete brutti? Ebbene, fratelli, avvolgetevi nella sublimità, manto della bruttezza!
E se la vostra anima diventa grande, essa diventa superba, e nella vostra sublimità c’è la cattiveria. Io vi conosco.
Nella cattiveria il superbo si incontra con il molle, Ma essi si fraintendono. Io vi conosco.
Dovete avere solo nemici che siano da odiare, non nemici da disprezzare.
Dovete essere fieri del vostro nemico: allora i successi del vostro nemico saranno anche i vostri successi.
Ribellione – questa è la nobiltà dello schiavo. La vostra nobiltà sia l’obbedienza! Il vostro stesso comandare sia un obbedire!
A un buon guerriero il *Tu devi* suona più gradevole dell’*Io voglio*. E tutto ciò che vi è caro, voi dovete farvelo comandare.
Il vostro amore per la vita sia amore della vostra più alta speranza sia il più alto pensiero della vita!
Ma il vostro pensiero più alto dovete farvelo comandare da me – ed esso suona: l’uomo è qualcosa che deve essere superato.
E dunque vivete la vostra vita di obbedienza e di guerra! Che importa vivere a lungo? Quale guerriero vuol essere risparmiato? Io non vi risparmio, io vi amo dal profondo del cuore, fratello miei nella guerra!

Così parlò Zarathustra.”

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Non incolpare nessuno


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Non incolpare nessuno
Non incolpare nessuno, non lamentarti mai di nessuno, di niente, perché in fondo Tu hai fatto quello che volevi nella vita.

Accetta la difficoltà di costruire te stesso ed il valore di cominciare a correggerti. Il trionfo del vero uomo proviene dalle ceneri dei suoi errori.

Non lamentarti mai della tua solitudine o della tua sorte, affrontala con valore e accettala.

In un modo o in un altro è il risultato delle tue azioni e la prova che Tu sempre devi vincere.

Non amareggiarti del tuo fallimento né attribuirlo agli altri.

Accettati adesso o continuerai a giustificarti come un bimbo. Ricordati che qualsiasi momento è buono per cominciare e che nessuno é così terribile per cedere.

Non dimenticare che la causa del tuo presente è il tuo passato, come la causa del tuo futuro sarà il tuo presente.

 

I tuoi problemi, senza alimentarli, moriranno. Impara a nascere dal dolore e ad essere piú grande, che è il più grande degli ostacoli.

Guarda te stesso allo specchio e sarai libero e forte e finirai di essere una marionetta delle circostanze, perché tu stesso sei il tuo destino.

Alzati e guarda il sole nelle mattine e respira la luce dell’alba.

Tu sei la parte della forza della tua vita. Adesso svegliati, combatti, cammina, deciditi e trionferai nella vita; Non pensare mai al destino, perché il destino è il pretesto dei falliti.

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Poesia attribuita a Pablo Neruda (ma non è provato che sia sua)

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Il coraggio di vivere il proprio desiderio. 


Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso.

Il desiderio è però la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per te.

Esattamente il destino della gran parte degli uomini

Sorgente:    Il coraggio di vivere il proprio desiderio. Una perla tratta dal Libro Rosso di Jung

 

 

Etica e coscienza


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4509

“L’etica è basata sul principio che non vi sia istituzione o cosa più elevata di qualsiasi individuo umano (ha scritto ‘umano’ eh, ndr); e che il fine della vita è sviluppare l’amore e la ragione dell’uomo e che tutte le altre attività umane devono essere subordinate a questo fine.
La coscienza, per sua stessa natura, è anticonformista; essa deve essere capace di dire di no quando tutti gli altri dicono di sì; per poter dire no essa deve essere certa del giudizio e della giustezza su cui il no è basato.
La coscienza esiste solo quando l’uomo si sente uomo, non una cosa o una merce.”

Psicoanalisi della Società contemporanea (1955) – Erich Fromm

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Illuminante


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4507

“Comprendere gli esseri umani è intelligenza,
comprendere se stessi è saggezza.
Dominare gli esseri umani è forza,
dominare se stessi è il vero potere.
Conoscere la misura di ciò che è abbastanza è la vera ricchezza.
Perseverare è determinazione.
Non perdere il proprio centro è perdurare.
Morire conoscendo l’immortale è la vera longevità.”

(Lao-Tzu)

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Carl Gustav Jung dal profondo dell’anima: prima di tutto l’uomo ha bisogno di conoscere se stesso


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Pensieri datati, che valevano allora ma ancor più oggi;
infatti, da allora, la situazione criticamente descritta
è, se possibile, addirittura peggiorata …
molto …

l’Uomo si è incamminato su un sentiero molto pericoloso
perché, da tempo, è lastricato delle peggiori intenzioni …

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lo Spirito Libero


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4505

“Uno ‘spirito libero’, in tale stato questa parola fredda fa bene, riscalda quasi.
Si vive senza più vincoli di amore e odio, senza si, senza no, volontariamente vicini, volontariamente lontani, preferibilmente sfuggendo, evitando, volando via, di nuovo lontano, di nuovo in alto; si è esigenti come chiunque abbia visto una sterminata varietà sotto di sé, e si divine l’opposto di coloro che si preoccupano di cose che non li riguardano.
In effetto lo spirito libero si occupa solo di cose – e quante sono – che non lo preoccupano più!

4504

Esiste una volontà di tragico e di pessimismo che è segno di rigore e di forza dell’intelletto (del gusto, del sentimento, della coscienza).
Con questa volontà in petto non si teme ciò che è terribile e di problematico che fa parte di ogni esistenza; lo si va a cercare.
Dietro una tale volontà c’è il coraggio, l’orgoglio, l’esigenza di un grande nemico.”

UMANO TROPPO UMANO – Friederich Nietzsche – (1878)

l’Opinione generale


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4499

«Ciò che così si chiama “opinione generale” è, a ben guardare, l’opinione di due o tre persone; e ce ne convinceremmo se potessimo osservare come si forma una tale opinione universalmente valida.
Troveremmo allora che furono in un primo momento due o tre persone ad avere supposto o presentato e affermato tali opinioni, e che si fu così benevoli verso di loro da credere che le avessero davvero esaminate a fondo: il pregiudizio che costoro fossero sufficientemente capaci indusse dapprima alcuni ad accettare anch’essi l’opinione: a questi credettero a loro volta molti altri, ai quali la pigrizia suggerì di credere subito piuttosto che fare faticosi controlli.
Così crebbe di giorno in giorno il novero di tali accoliti pigri e creduloni: infatti, una volta che l’opinione ebbe dalla sua un buon numero di voci, quelli che vennero dopo l’attribuirono al fatto che essa aveva potuto guadagnare a sé quelle voci solo per la fondatezza delle sue ragioni.
I rimanenti, per non passare per teste irrequiete che si ribellano contro opinioni universalmente accettate e per saputelli che vogliono essere più intelligenti del mondo intero, furono costretti ad ammettere ciò che era già da tutti considerato giusto.
A questo punto il consenso divenne un obbligo.
D’ora in poi, i pochi che sono capaci di giudizio sono costretti a tacere e a poter parlare è solo chi è del tutto incapace di avere opinioni e giudizi propri, ed è la semplice eco di opinioni altrui: tuttavia, proprio costoro sono difensori tanto più zelanti e intolleranti di quelle opinioni.
Infatti, in colui che la pensa diversamente, essi odiano non tanto l’opinione diversa che egli professa, quanto l’audacia di voler giudicare da sé, cosa che essi stessi non provano mai a fare, e in cuor loro ne sono consapevoli.
Insomma: a esser capaci di pensare sono pochissimi, ma opinioni vogliono averne tutti. »

Arthur Schopenhauer, “L’arte di ottenere ragione”

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Immagine e testo tratti da  Gazzetta filosofica

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Una spietata ma assai veritiera analisi espressa molti anni fa ed oggi ancor più attuale di allora …

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