
da molto tempo, parlando o scrivendo con chi mi condivide, uso una metafora per descrivere una delle regole che sovraintendono la mia vita:
percorrere vasti prati di trifogli, alla ricerca di quadrifogli. Credo di averlo detto anche a voi… Orbene, io i quadrifogli – magari non tanti eh – li trovo, siano essi persone, pensieri, testi, situazioni.
By Alfredo

Ho in corso, privatamente, uno scambio di “conoscenze” circa il Caos e l’entropia, riferiti alla capacità del Mondo-Natura, di trovare l’equilibrio necessario per poter essere come deve essere, e non come l’umanità sta – più o meno consapevolmente – cercando di trasformarlo.
Certo è che, nell’attualità, il Caos è parte predominante: dentro di noi, in quello che ci circonda, nei segnali che ci pervengono da realtà lontane e sconosciute.
Quindi anche noi, come la natura, saremmo tenuti a trovare “equilibrio” e provvedere al nostro benessere interiore, facendo scelte, ribellandoci a tutto ciò che non ha “senso” né logico, né pratico e neppure metafisico.
Se ci riusciamo, per restare ancora in metafora, possiamo considerarci dei quadrifogli, apprentemente simili, soprattutto se “confusi” tra la massa enorme, ai trifogli.
Quindi è una questione che solo noi – individualmente – possiamo risolvere, e, per quanto riguarda chi ci osserva, fidare nel “colpo d’occhio” degli altri, nella capacità loro di saper distinguere.

In questa sfida, io mi impegno a portare un contributo “culturale”che cedo volentieri a tutte le persone che hanno la volontà, l’esigenza, l’urgenza di capire, di mettere ordine nel loro caos e di trovare, finalmente, la loro strada verso l’equilibrio e la consapevolezza.
Mi scelgo gli “alleati” che mi aiutino in questo mio “progetto”, e li scelgo cercandoli in ogni “dove” culturale, senza pre-giudizi, senza ideologie tranchant, senza “paure” del non conosciuto, esplorando…
Mi fido del mio “giudizio” perché lo so: “onesto”, “aperto”, e perché no ? Illuminato :-)))
Allora, oggi. ritorno al CABARET MISTICO di Alejandro Jodorowsky, ma scegliendo pagine più “leggere” eheheh
“In un modo o nell’altro ti ritrovi *incinta* di un prodotto di cui non percepisci la realtà nella sua completezza, e non ti volti, non riesci a concepire che cosa stia pensando l’altro.

Tu non t’immagini niente, non i milioni di milioni di anni del passato e neanche i milioni di milioni di anni del futuro, né l’estensione infinita della materia, né la Coscienza illimitata che essa racchiude.
Dove ti collochi?
Qual’è la tua vera realtà?

E se chiamassi il tuo embrione Dio interiore?
Il primo passo che dobbiamo muovere per allargare il nostro sguardo al di là di ogni orizzonte, è inventare il Dio interiore; un Dio diverso di quello che sta nei cieli, impensabile e irraggiungibile.
[…]
Ora immaginiamo che Dio si trovi in un paradiso infantile ma al centro del nostro inconscio (oppure in fondo).
In quale modo?
Come creatore e distruttore di ciascuna delle nostre cellule.
Trasformatore delle nostre esperienze interne in Coscienza sublime.
In possesso della chiave di ciascuna delle nostre ignoranze che ci viene presentata come un segreto salvifico.
Balsamo sicuro per il nostro cuore sofferente.
Rimedio supremo per qualsiasi malattia.
Colui che ci insegna ad amare tutte le creature, senza distinzioni…
Questo essere intimo deve essere il nostro modello.

Giorno dopo giorno ci inventiamo la nostra realtà. quindi possiamo anche inventarci la nostra divinità:
*Io sono immortale semplicemente perché la morte è solo un concetto.
Niente scompare, tutto cambia,
Se accetto le mie incessanti trasformazioni, entro nell’eternità.
Io sono infinito perché il mio corpo, polena dell’universo, non finisce con la mia pelle: si estende senza confini.
Io so tutto perché non soltanto il mio intelletto ma anche il mio inconscio, costituito dall’energia oscura che sostiene i mondi, io non sono soltanto le dieci cellule cerebrali che adopero quotidianamente, sono anche i milioni di neuroni che compongono il mio cervello.
Sono onnipotente quando smetto di ripiegarmi su me stesso come individuo e mi identifico con l’umanità intera.
Sono onnipotente perché, insieme a tutti gli esseri, faccio parte dell’unità:
quello che succede nel luogo più remoto, succede a me.
Sono increato perché prima di essere un organismo, sono stato materia ignea, antimateria, energia, vacuità.
La mia carne è costituita da residui di stelle che hanno milioni di anni.
Sto nel cielo perché la mia terra è una nave che solca un universo che a sua volta attraversa innumerevoli altre dimensioni.
Sono perfetto perché ho domato i miei ego facendo in modo che si unissero alla perfezione del cosmo

Io sono tutto perché sono contemporaneamente io e gli altri*
[…]
Se riusciamo a concepire il Dio interiore, tutto quello che ci finisce tra le mani, tutto quello che ascoltiamo, vediamo, sperimentiamo, può tramutarsi in simbolo e oggetto di sapienza.
Quello che viene disprezzato non deve essere necessariamente disprezzabile.
In un monastero, un anziano priore, un vero santo, non riesce a nascondere la tristezza.
*Perché è tanto triste, padre?* gli chiede un giovane monaco.
*Perché comincio a dubitare dell’intelligenza dei miei fratelli riguardo alle grandi realtà di Dio.
E’ già la terza volta che ho mostrato loro un fazzoletto di lino su cui ho disegnato un puntino rosso, e ho chiesto di dirmi cosa vedono.
Tutti mi hanno risposto ‘un puntino rosso’, e nessuno ‘un fazzoletto di lino’. * “
Se mi avete seguito fin qui, e avete compreso il “messaggio”, meditate amici miei, meditate…. :-)))

By Alfredo
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