L’uomo era seduto da solo …


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L’uomo era seduto da solo, profondamente pieno di tristezza.
Tutti gli animali si avvicinarono a lui e dissero: “Non ci piace vederti così triste. Chiedici quello che vuoi e lo avrai”.
L’uomo disse: “Voglio avere una buona vista”.
L’avvoltoio rispose: “Tu avrai la mia.”
L’uomo disse: “Voglio essere forte”.
Il giaguaro rispose: “Tu sarai forte come me.”
Allora l’uomo disse: “Vorrei tanto conoscere i segreti della terra”.
Il serpente rispose: “Io te li mostrerò”.
E così via con tutti gli animali.
E quando l’uomo ebbe tutti i doni che avrebbero potuto dargli, se ne andò.
Allora il gufo disse agli altri animali: “Ora l’uomo sa molto, lui sarà in grado di fare molte cose. Improvvisamente ho paura.”
Il cervo disse: “L’uomo ha tutto ciò di cui ha bisogno. Ora la sua tristezza si fermerà”.
Ma il gufo rispose: “No. Ho visto una voragine nell’uomo, profonda come una fame che non potrà mai saziare.
E’ ciò che lo rende triste e che gli fa fare ciò che vuole.
Andrà a prendere e prendere, finché un giorno il Mondo dirà: “Io non esisto più e non ho più nulla da dare.”

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Queste parole (tratte da “Lo Shamano nella Foresta del film Apocalypto”) non vi fanno riflettere?
A me sembrano una sorta di profezia prossima ad avverarsi …

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un lampante diallelo


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Questa immagine l’ho trovata sul Web ed è un fulgido esempio di condizionamento, un lampante caso di diallelo.
Il modo di dire, le parole che si utilizzano, il tono che si utilizza, i commenti che si aggiungono … tutto concorre ad inculcare un ‘pre’ giudizio nella mente di colui che viene raggiunto dall’informazione veicolata;
lo spettatore (o l’ascoltatore a seconda dei casi) viene condizionato ad assumere un atteggiamento positivo (oppure negativo), di apprezzamento (o riprovazione), nell’emissione del giudizio con il quale valuterà la notizia stessa, tutto ciò ben prima ancora di analizzarla;
il condizionamento è subdolo, manipolatorio ed assolutamente non casuale.
Questo è proprio il sistema utilizzato normalmente dai media mainstream, sistema che indirizza (nella direzione che si vuole) l’opinione del cittadino sui vari eventi che lo riguardano; utilizzato insieme alla tecnica della visibilità e del risalto che varia a seconda della notizia.
Questo sistema inoltre, alla lunga, atrofizza la capacità di analisi delle persone rendendole sempre più malate di analfabetismo funzionale, il che rende il processo descritto un circolo vizioso, un malefico diallelo … appunto.
Nel caso specifico della vignetta mi sembra palese il tentativo di provocare nello spettatore un giudizio negativo sull’azione riguardante l’abolizione dei vitalizi, mettendola in rapporto in maniera strumentale con un’altra azione che nulla ha, in teoria, a che vedere con la prima; entrambe le riduzioni sono eticamente giuste quindi iniziare a farne una su due è comunque meglio che farne zero su due (come in passato), ma questo non deve essere il giudizio che si vuole venga formulato.
Quello che mi domando, considerando che le spese militari (eticamente assurde ed ingiustificabili in questa misura) non sono frutto di scelte del governo attuale, è dove stava fino ad ieri l’autore della vignetta ed il motivo del suo silenzio;
o se preferite le motivazioni della fine di tale silenzio …
(guardarne la firma potrebbe aiutare in tal senso  😉  )

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La paradossale povertà dei ‘burkinabé’


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Si è proprio paradossale la povertà dei ‘burkinabé’.
Apparentemente inspiegabile ma scientemente provocata, consolidata e perpetuata nel tempo dal ‘nostro civilissimo Occidente’.

“Il Burkina Faso è uno stato dell’Africa Occidentale sub sahariana, è una ex(?) colonia francese.
I burkinabé vivono essenzialmente di agricoltura (83% del PIL) ed è una terra ricchissima di oro.
I giacimenti di oro vengono minati da grandi multinazionali (perlopiù francesi) che drenano l’oro verso la Svizzera.
Le multinazionali sfruttano il lavoro locale (a bassissimo costo) e la Francia guadagna in ogni esportazione grazie alla moneta coloniale Franco CFA, una moneta controllata direttamente dalla Banque de France e garantita dal Tesoro Francese che incassa circa il 70% dei depositi nelle esportazioni.
Una forma di vero e proprio signoraggio usuraio nei confronti di un paese.
Non solo: le miniere d’oro provocano la desertificazione dei terreni a discapito dell’agricoltura, unica fonte di sussistenza interna, a causa del massiccio utilizzo d’acqua.
Per non parlare dei rifiuti tossici e dell’inquinamento ambientale che viene provocato dalla chimica delle tecniche estrattive.
I minatori del Burkina Faso sono spesso bambini sotto i 10 anni, abbastanza piccoli da potersi infilare nei cunicoli minerari per ‘grattare’ il metallo prezioso.
I bambini fanno uso di anfetamine per non sentire dolore e anestetizzare la fame.
Questo è solo uno dei tantissimi esempi di sfruttamento neocoloniale francese di una terra africana, che avviene nell’anno domini 2018, con Macron che si permette di dare lezioni umanitarie sui migranti, ovvero su quei giovani che fuggono dai lager che i francesi hanno instaurato nei loro paesi d’origine, nella speranza di raggiungere la madrepatria che però li respinge a Ventimiglia.
Il paradosso del colonialismo usuraio francese è che una terra ricca come il Burkina Faso venga impoverita a causa dei SUOI giacimenti auriferi.”

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Questo pezzo è stato trovato sul Web ma non se ne conosce la fonte; non ho motivo di pensare che i dati esposti siano numericamente non corretti e non verificati, ma a prescindere dai numeri trovo che la verità di quanto narrato sia indubitabile al di là di ogni ragionevole dubbio.
Vi ricordo che 31 anni fa un grande presidente di questo Paese fu assassinato per le sue idee pro Africa, perché si opponeva a questo tipo di situazione, perché aveva capito che un certo tipo di ‘cooperazione internazionale finanziaria’ non era altro che la più grande prigione in cui tenere l’Africa in schiavitù perenne …
anche dopo aver letto quanto sopra, vi risulta più chiaro ora il motivo di tale ‘non casuale’ tragico evento ?

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Come i media corporativi ci rendono schiavi di un mondo di inganni (prima parte)


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Jonathan Cook
CounterPunch

(Tradotto dall’inglese per la
‘Ribellione’ da Sinfo Fernández)

Nazaret

Diversi anni fa ho pubblicato sul mio blog una serie di scritti con un obiettivo in mente: aiutare ad aprire una porta per i lettori e incoraggiarli a trasmetterlo.
Seleziono temi che sono in genere i più dominanti nella copertura che i media occidentali fanno e rappresentano un consenso che possiamo chiamare il Grande Racconto Occidentale, e cerco di mostrare come questa narrazione sia stata elaborata per non informare e chiarire ma per nascondere e ingannare.
Non intendo dire che io e molti altri blogger che lo fanno sono più intelligenti di tutti gli altri.
Abbiamo semplicemente avuto l’opportunità, in precedenza, di attraversare noi stessi quella porta a causa di un’esperienza di vita discordante che il Grande Racconto Occidentale non poteva spiegare, o perché qualcuno ha tenuto la porta aperta per noi, o forse la più usuale è una combinazione di quelli due opzioni.

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Il mio risveglio personale

Per me è facile identificare il mio processo di risveglio.
È iniziato con la dislocazione di trasferirsi a Nazareth e immergermi nella narrazione degli altri: quella dei palestinesi.
Poi ho dovuto affrontare, per la prima volta nella mia carriera di giornalista, un impenetrabile muro di opposizione, anche dal mio vecchio giornale, The Guardian, quando stavo cercando di spiegare quella contro-narrativa.
In effetti, ho scoperto che la narrativa palestinese era invariabilmente travisata come antisemitismo.
Erano anni bui di delusione e perdita della bussola professionale e ideologica.
Fu in quel momento di perdita – privato della consolazione del Grande Racconto Occidentale – quando si cerca una porta per l’illuminazione.

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Il viaggio per trovarlo può essere lungo.
La mia porta è apparsa quando ho letto del Propaganda Model di Ed Herman e Noam Chomsky nel suo libro Manufacturing Consent [ I guardiani della libertà ], oltre a incappare in una pagina Internet chiamata Media Lens .
Mi hanno aiutato a capire che il problema della narrativa non era limitato a Israele-Palestina, ma che era molto più ampio.
In effetti, la Grande narrativa occidentale è stata sviluppata e perfezionata nel corso dei secoli per preservare i privilegi di una piccola élite ed espandere il suo potere.
Il ruolo dei giornalisti come me era di continuare a nutrire quegli inganni in modo che i lettori rimanessero paurosi, passivi e rispettosi verso quella élite.
Non è che i giornalisti mentono, almeno non la maggioranza, è che sono profondamente legati al Grande Racconto Occidentale come tutti gli altri.

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Una volta che uno è pronto per passare attraverso la porta, per sbarazzarsi della vecchia sceneggiatura, la nuova narrazione si calma perché è molto utile.
Spiega davvero il mondo e il comportamento umano come viene sperimentato ovunque. Ha un genuino potere predittivo. E, soprattutto, rivela una verità che tutte le personalità di spicco dell’illuminazione spirituale e intellettuale hanno compreso nel corso della storia umana: che gli esseri umani sono ugualmente umani, siano essi americani, europei, israeliani, palestinesi, siriani, russi , venezuelani o iraniani, siano essi coreani del nord o del sud.

Il termine “umano” non si limita a costituire una descrizione di noi come una specie o entità biologica.
Descrive anche chi siamo, cosa ci motiva, cosa ci fa piangere, cosa ci fa ridere, cosa ci fa arrabbiare, cosa causa la nostra compassione.
E la verità è che siamo tutti essenzialmente uguali.
Siamo infastiditi dalle stesse cose, ci piacciono le stesse cose.
Siamo ispirati dalle stesse cose, siamo indignati dalle stesse cose.
Vogliamo dignità, libertà e sicurezza per noi stessi e per i nostri cari;
Apprezziamo la bellezza e la verità.
E temiamo oppressione, ingiustizia e insicurezza.
[ segue ]

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“Questa traduzione può essere riprodotta liberamente purché rispetti la sua integrità e menzioni l’autore, il traduttore e Rebelión.org come fonte di esso”

… e così ho fatto, mentre le immagini le ho aggiunte io …
devo riconoscere che non è una traduzione perfetta dal punto di vista lessicale e a volte richiede uno sforzo per comprendere il significato originario della frase; complessivamente però è molto comprensibile il senso di tutto il pensiero elaborato (mirabilmente), comprensibile ed assolutamente veritiero …

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War


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5406

Accettiamo con tranquillità il fatto che per legge ci sia qualcuno che ha l’autorità di uccidere.
Lo accettiamo perché da quando siamo nati abbiamo visto la nostra società basarsi su quel meccanismo.
D’altronde “non puoi fare diversamente” quindi gli eserciti e le guerre sono normali, non è così?
Da questo assunto iniziale si perde qualsiasi ragionamento conseguente.
Il fatto che poi si manipoli l’informazione per creare nella testa delle persone un nemico che rende accettabile l’intervento armato è normale.
Il fatto che da quegli interventi armati muoiano tantissime persone come noi è normale.
Il fatto che quegli interventi armati trovino luogo solo dove e quando c’è del profitto in ballo è normale.
La guerra per la pace è ormai un concetto normalizzato, nonostante poi se anche paradossalmente si combattesse per la tranquillità e per la pace i primi da combattere sarebbero i mandanti delle guerre stesse.

Ah, ovviamente il tutto sforzandosi di considerare la guerra come qualcosa che è “sempre” esistito.
Così come è vero che l’essere umano è violento, avido e fuori controllo per natura.
Certo, se per sempre intendiamo una frazione dell’1% della nostra esistenza.
“E’ più comodo pensare che una persona che si rende responsabile di azioni riprovevoli lo faccia perché intrinsecamente cattiva, piuttosto che a causa del contesto in cui si trova. Inoltre, raramente si analizza tale contesto, in modo da individuare le cause che hanno scatenato ciò che superficialmente viene definito come odio; allo stesso modo, non molto spesso si pensa lucidamente alle misure da adottare in nome di quell’amore che viene invocato come risposta universale alla violenza.”

Fermiamoci un attimo e chiediamoci con sincerità:
Ucciderei io stesso quelle persone?
Verrebbero mai uccise così tante persone se non vi fosse un meccanismo per raccogliere consensi che deresponsabilizza gli individui?
Per cosa si uccide davvero?
Per quali ragioni stanno morendo quelle persone?
E per quali ragioni altre si trovano a dover fuggire da scenari invivibili?

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Immagine e testo tratti da  Mosca Bianca

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“Svegliarsi”, per l’uomo, significa essere disipnotizzato


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5397

“Il risveglio di un uomo ha inizio dall’istante in cui si rende contro che non va da nessuna parte e che non sa dove andare.
Svegliarsi significa realizzare la propria nullità, cioè realizzare la propria meccanicità, completa e assoluta, e la propria impotenza, non meno completa, non meno assoluta.
E non è sufficiente comprendere queste cose filosoficamente, a parole.
Bisogna rendersene conto attraverso fatti semplici, chiari, concreti, fatti che ci concernono.
Quando un uomo comincia a conoscersi un po’, vede in se stesso delle cose che lo fanno inorridire.
Fintanto che un uomo non si fa orrore, non sa niente di se stesso.
Quando comincia a conoscere se stesso, vede che non possiede niente, tutto ciò che ha considerato come suo, le sue idee, i suoi pensieri, le sue convinzioni, le sue tendenze, le sue abitudini, le sue stesse colpe e i suoi vizi, niente di tutto questo gli appartiene: tutto si è formato per imitazione, oppure è stato copiato da qualche parte, tale e quale.
L’uomo che sente tutto ciò, sente la sua nullità; sentendo la sua nullità, l’uomo si vedrà come egli è in realtà, non per un secondo, non per un momento, ma costantemente, senza dimenticarlo mai più.
Se gli uomini potessero veramente rendersi conto della loro reale situazione, se potessero comprenderne tutto l’orrore, sarebbero incapaci di rimanere tali quali sono, anche per un solo secondo.
Comincerebbero subito a cercare una via d’uscita, e la troverebbero molto rapidamente, perché vi è una via d’uscita; ma gli uomini non riescono a vederla, per la semplice ragione che sono ipnotizzati.
“Svegliarsi” per l’uomo, significa essere disipnotizzato.”

(P.D. Ouspensky)

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Immagine e testo tratti da  Realtà, inganno e manipolazione

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il nostro viaggio


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5396

“Non siamo esseri umani su un viaggio spirituale, siamo esseri spirituali su un viaggio umano”

(Stephen Covery)

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“Il tuo viaggio è diretto verso la tua terra natia.
Ricordati che stai viaggiando dal mondo delle apparenze verso il Mondo della Realtà.”

(Carl Gustav Jung)

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Immagine e testo tratti da   Realtà, inganno e manipolazione

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Uniamo i puntini, a volte inconsapevolmente, e non sempre è un bene


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5395

“Il nostro cervello è programmato per unire i puntini e per compiere associazioni che a volte non hanno alcun legame con la realtà.
Spesso non ci limitiamo a comprare un oggetto, ma acquistiamo anche l’idea che esso incarna.
Le aziende più scaltre riescono a piantarci in testa marker somatici creando associazioni tra il loro prodotto e un’emozione positiva.
Che si tratti di salute, della felicità, della libertà, o della responsabilità sociale, è questa tendenza psicologica universale a rendere così potenti i persuasori occulti.
Non è un caso che in questo periodo di austerità e insofferenza sociale, le parole chiave più ricorrenti negli spot siano: “Libertà”, “Pace”, “Natura”, “Rivoluzione”.
E ben presto il cervello inizia ad assegnare al prodotto ogni sorta di qualità desiderata: esattamente ciò che l’azienda vuole.”

(Martin Lindstrom – Le Bugie del Marketing)

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Immagine e testo tratti da  Realtà, inganno e manipolazione

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E’ da un po’ che sono consapevole di ciò ed infatti metto la pubblicità tra le più grandi menzogne dei nostri tempi …

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la verità non è sempre così evidente come si crede


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Premessa: prendete questa riflessione semplicemente come una battuta (forse un po’ irriverente e provocatoria, forse neppure poi tanto).
Recentemente dei migranti si è parlato e straparlato, in tutto i sensi …
stavo riflettendo su alcune frasi che sono state molto enfatizzate dai media ed una in particolare, quella in cui si accenna al fatto che le ONG hanno come obiettivo quello di salvare vite evitando a delle persone di annegare (in contrapposizione agli atteggiamenti ed alle decisioni di ‘qualche politico’).
Ora (premesso che salvare è un obbligo morale e materiale per chiunque) sorvoliamo sul fatto che alcune navi stazionano molto ai limiti delle acque territoriali libiche (come se sapessero ‘prima’ dove avverrà il naufragio) ma non possiamo chiudere gli occhi quando vediamo dei video in cui i migranti trasbordano sulle navi ma da un gommone che non sta assolutamente affondando, quando cioè non vengono ‘ripescati’ dalle acque (cosa che succede anche, ma non in tutti i casi); mi sembra fuori discussione allora che questa affermazione non è poi così tanto veritiera: un salvataggio in caso di difficoltà o di naufragio (previsto anche dalle regole del mare) consiste nel tirar fuori le persone dall’acqua; il passo successivo è portarle ‘in salvo’ sulla terra ferma.
Mi sfugge il passaggio ulteriore, quello del trasportarli, una volta imbarcati, ad una ‘determinata’ destinazione molto più distante della più vicina terra ferma (e solo quella, la stessa, guarda caso, destinazione originaria del gommone);
ecco che la descrizione di tali navi come ‘addette al soccorso’ vien spontaneo di modificarla in ‘addette al trasporto’ …
allora, vuoi vedere che, in fondo, chi le chiama ‘taxi del mare’ abbia anche un po’ ragione?
Allora non è un po’ demagogico esaltare quantomeno l’aspetto del ‘salvataggio’ in tutto questa faccenda?

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PS – e se qualcuno afferma che non è sicuro per loro essere riportati in Libia e voleste sapere il perché e per colpa di ‘chi’ ……

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PS 2 – se qualcuno si ponesse delle domande sul mio livello di empatia, sul mio buon cuore, lo rimando alla vignetta del post precedente, ai miei commenti e scritti ‘seminati’ nel corso del tempo …

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chissà se l’abbiamo mai vista così …


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5392

“La Carità in realtà non è altro che una bella parola per mascherare una struttura sociale basata sullo sfruttamento.
Perché i poveri sono poveri, in primo luogo?
Se hai davvero interesse a distruggere la povertà, devi andare alle radici, altrimenti stai solo prestando attenzione ai sintomi: dare cibo e vestiti ai poveri in che modo li aiuterà?
Li manterrà solo a un livello di minima sussistenza e permetterà agli interessi costituiti di continuare a sfruttarli.
Vi accorgete del circolo vizioso?
I capitalisti donano alla chiesa, la chiesa continua ad aiutare i poveri a sopravvivere, perché c’è sempre bisogno di manovali e schiavi.
Il padrone nutre sempre i suoi schiavi: la puoi chiamare carità?
Se non dai da mangiare al tuo cavallo, alla tua mucca, perderai il capitale; se non dai da mangiare ai poveri, il capitalista scompare: chi lavorerà per lui? E chi sfrutterà?
Questo è un gioco molto astuto, il ricco continua a donare alla chiesa una piccola parte di ciò che acquisisce sfruttando. La chiesa continua ad allevare orfani, aborigeni, povera gente, mantenendoli ad un livello di sopravvivenza: occorre che siano vivi, perché senza di loro l’intero sistema crolla.

5333

Quindi da un lato il capitalista continua a donare denaro in carità; dall’altro continua a sfruttare i poveri e tra queste due parti, il prete ha la sua percentuale. È un mediatore, ragion per cui se la passa bene.
Nel mondo ci sono milioni di missionari che in nome della carità prestano un enorme servizio agli sfruttatori.
In migliaia di anni la povertà avrebbe dovuto scomparire, ciò che hanno fatto invece tutti quei “benefattori” è nutrire la povertà.
Il servizio reale sarebbe dire ai poveri: finora vi hanno sfruttato, ora ribellatevi contro gl interessi costituiti!”

(Osho)

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La prima immagine ed il testo sono tratti da    Utopia Razionale

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Un giudizio drastico, forte, che accende un riflettore che investe di una luce ‘particolare’ un “oggetto” che riteniamo di conoscere a fondo da sempre …
la ‘carità’ …

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il progresso è felicità?


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5391

“Oh, perché gli uomini smaniosamente si affannano così a rendere man mano più complicato il congegno della loro vita?
Perché tutto questo stordimento di macchine?
E che farà l’uomo quando le macchine faranno tutto?
Si accorgerà allora che il così detto progresso non ha nulla a che fare con la felicità?
Di tutte le invenzioni, con cui la scienza crede onestamente d’arricchire l’umanità (e la impoverisce, perché costano tanto care), che gioia in fondo proviamo noi, anche ammirandole?
Noi ci aggiriamo qua, nella vita, come ciechi, con tutta la luce elettrica che abbiamo inventato!”

(Luigi Pirandello)

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Immagine e testo tratti da  La vita oltre lo specchio.

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più che possibile … è certo


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5390

“È perfettamente possibile che un uomo non sia incarcerato e tuttavia non sia libero, non sia in nessuno stato di costrizione fisica e tuttavia sia un prigioniero psicologico, costretto a pensare, sentire e agire come i rappresentanti dello Stato nazionale, o qualche interesse privato all’interno della nazione, vogliono che pensi, senta e agisca; per lui le mura della sua prigione sono invisibili e crede di essere libero.”

(Aldous Huxley)

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Immagine e testo tratti da  Realtà, inganno e manipolazione

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