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ogni tanto un piccolo break con trenta secondi di buonumore non ci sta male …
così, tanto per sdrammatizzare questa vita piena di problemi di ogni genere …
voi che ne dite ???
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ogni tanto un piccolo break con trenta secondi di buonumore non ci sta male …
così, tanto per sdrammatizzare questa vita piena di problemi di ogni genere …
voi che ne dite ???
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Comunicazione di servizio …
Ho ricevuto alcuni commenti e la notifica via mail che alcuni bloggers hanno iniziato a seguirmi, sono andato sui loro blog ed ho scoperto che non sono italiani e la cosa mi impedisce di leggere i loro post …
Ora diffondo nell’etere questo mio messaggio di aiuto (e vediamo se qualcuno lo capta 😉 ) :
qualcuno sa se con WP si possono tradurre i blog scritti in altre lingue ?
e se si potesse … come si fa ???
Grazie a tutti, a quelli che potranno rispondere ed anche a tutti gli altri e le altre 😉
ciao 🙂
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in questi giorni monopolizzati dalle notizie sul terremoto, di cui abbiamo abbondantemente parlato anche tutti noi, ha avuto un piccolo spiraglio anche una notizia che riguarda delle dichiarazioni fatte da Marchionne aventi come tema il capitalismo selvaggio.
non voglio entrare nel merito ma prenderlo come spunto per proporvi un contributo di un autore già da me “utilizzato” …
vorrei approfittare per dire che nella “ricerca” dei contributi non mi assumo meriti; se vi piacciono come a me piacciono (cosa che mi auguro) dobbiamo tutti ringraziare un mio “vecchio” amico (non parlo anagraficamente eh) … diciamo che “collabora” con me eheheheheheh
io ci aggiungo i commenti, l’impaginazione, le illustrazioni e la “tipografia” 😉
questo contributo contiene dei passi molto importanti (a mio avviso) sui quali vorrei invitarvi ad una maggiore riflessione :
“Molte cose nella vita, e fra esse le più importanti, si fanno e si possono fare gratis. L’amore, l’amicizia. la fedeltà, la lealtà, il coraggio, l’umorismo sono beni essenziali, ma incalcolabili. Non possiamo rivolgerci a alcuno sportello per cambiare un gesto d’affetto e per riscuoterne gli interessi, questi interessi in realtà ci vengono dati, ma in sovrappiù”
“E’ bene ‘investire’ nell’amore …”
“E forse sarebbe bene considerarsi non solo in credito, ma anche in debito verso la vita.”
“… il senso di gratitudine e di debito per un sorriso, un colore del mare, una musica. Se tutti diventano creditori di tutto, resta solo la bancarotta.”
Il mio contributo di oggi, prende spunto, ancora una volta con un testo di Claudio Magris, da:
LA STORIA NON E’ FINITA
Capitolo: AZIENDALISMO UNIVERSALE
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“Parole, parole, parole dice Amleto.
L’Italia, paese di retori, se ne innamora; un’eterna Arcadia, in cui vezzose rime contano più delle cose e delle gioie e affanni con cui ci incalza la vita, mette perennemente in scena un balletto verbale, in cui le parole fluttuano, ondeggiano, si gonfiano e svaporano come bolle di sapone, trapassano una nell’altra come figure di danza, impalpabili come un velo che tuttavia cela impenetrabile la realtà e impedisce di vedere cosa c’è dietro o illude che dietro ci sia qualcosa, mentre talora non c’è nulla.
La politica (da noi ndr) eccelle in questo evanescente spumeggiare, in queste cortine di fumo. […]
Ogni stagione ha il suo lessico retorico.
Il fascismo aveva destini radiosi e le decisioni irrevocabili, una certa sinistra il suo incpmprensibile gergo psico-pedo-socializzante, tanto più impreciso quanto più travestito da severità scientifica e ridondante di macchinose astrazioni: le assemblee politico-pulsionali degli anni Settanta avevavo i borborigmi visceral-rivoluzionari cari a chi cercava nella rivoluzione l’orgasmo, per trovarlo pochi anni dopo . come rivela l’itinerario ideologico di molti sessantottini – nel karaoke berlusconiano.
Attualmente il ritornello arcadico, ripetuto ogni momento. attinge termini, espressioni, modi di dire al repertorio del linguaggio economico; parole quali mercato, azienda, crediti vengono usate a proposito e più spesso a sproposito; riferite non solo, giustamente, alle sfere di loro competenza, bensì, molto spesso, a cose che non hanno nulla a che vedere. […]
Il mercato è il sistema finora giudicato migliore per quel che riguarda le attività economiche, ma non tutto è economia, come non tutto è religione o sesso.
L’universo stesso, con la sua partita di creazione e distruzione, potrebbe essere visto come un immane impresa.
Tuttavia chi pensa in tal modo non afferma un primato dell’economia, bensì nega la sua peculiarità, ciò che la distingue dalle altre sfere della vita.
Allo stesso modo si potrebbe dire che tutto è sesso, se è vero che la pulsione sessuale è, insieme all’istinto di conservazione, l’impulso più profondo, che pervade di sé anche le aspirazioni e le azioni le quali apparentemente non hanno a che fare esplicitamente con esso.
Ma si potrebbe anche dire che tutto è politica o sociologia, perché ogni gesto e pensiero umano è radicato in un preciso contesto storico-sociale e ne è permeato pure senza saperlo. […]
E si potrebbe anche dire che tutto è religione, perché – almeno per il credente – non cade foglia che Dio non voglia e ogni cosa, evento, desiderio, pensiero non è che un fiato del respiro divino.
Ragionando in questo modo, non privo di qualche giustificazione, si cade in una confusione misticheggiante, in una notte in cui tutte le vacche sono nere e cadono le distinzioni nelle quali consiste l’individualità, l’autentica vita di cui concretamente disponiamo.
Conoscere significa distinguere, sapere che una cosa è quella e non tutte le altre, con cui pure ha molto in comune, così come una persona è un individuo, unico e irripetibile, e non tutti gli altri cui pure per certi versi tanto assomiglia. […]
In ogni epoca c’è una cultura (nel nostro oggi, una sotto-cultura ndr)
predominante che tende a imporre la propria visione del mondo e il proprio linguaggio alle altre; a secondo dei periodi, il linguaggio è intriso di metafore che provengono per esempio dalla religione o dall’agricoltura.
Oggi indubbiamente tale egemonia appare esercitata dall’economia; le università, l’ospedale e l’intero paese diventano un’azienda, gli studenti si chiamano ‘clienti’, altisonanti ‘crediti’ tendono a sostituire, nelle valutazioni, i tradizionali e più modesti voti e il mercato è citato continuamente, come una formula magica o uno scongiuro superstizioso.
Questa invadenza totalizzante è sospetta, come ogni forma totalitaria che tenda a inglobare e dunque a fondere e confondere ogni cosa.
L’enfasi economicista fa torto all’economia, perché sembra rivelare, come ogni ostentazione di muscoli, un’insicurezza.
Chi parla troppo di sesso e si tocca i genitali non promette di essere, quando le circostanze lo richiedono, un forte e sicuro amatore.
Il manager è personaggio di tutto rispetto (quando è capace ndr) e di centrale importanza nell’ambito dell’attività che gli è propria: diventa una macchietta ridicola – al pari di altre figure settoriali – se proposto quale modello universale umano.
Proprio perché il mercato e l’azienda sono fondamentali e indiscutibili strutture portanti della nostra vita economica e sociale, non è il caso di sciaquarsene la bocca tirandoli in ballo a sproposito.
Trasferito in campi che non gli competono, il linguaggio economico diviene un comico sbrodolamento, come accade in ogni altro linguaggio usato scorrettamente.
Le aziende devono vivere e operare secondo la loro logica, ma non ogni cosa è un’azienda.
Una scuola o un ospedale, per esempio, non lo sono, nonostante le attuali manie di chiamarli così.
Una fabbrica di scarpe non nasce con lo scopo di beneficiare le piante dei piedi della gente, bensì con lo scopo del profitto e deve perseguirlo; chi crede nella famosa ‘mano invisibile’ di Adam Smith ha buone ragioni di ritenere che quella ricerca individuale del profitto comporterà indirettamente un maggior benessere collettivo e dunque sarà un bene pure per le piante dei piedi della gente.
[…]
E’ bene ‘investire’ nell’amore, nella lettura o nella preghiera, e chi lo fa – ossia chi ama, prega, legge grandi libri o fa altre cose fondamentali – si troverà potenziato nella propria sostanza umana e intellettuale e forse supererà anche meglio gli esami della vita.
Ma è grottesco voler immediatamente quantificare. utilizzare esperienze del genere, allegarle come titoli nella domanda di iscrizione a un concorso pubblico. Questa tetra visone di un’esistenza controllata e aritmetizzata in ogni suo gesto collega il totalitarismo assembleare (in cui tutto, dal sesso alla politica, doveva obbedire alle regole e alla mistica di gruppo), al totalitarismo paneconomicistico, in cui tutto deve essere immediatamente produttivo – altra prova del nesso tra l’indistinto misticismo radical-rivoluzionario del 68 e il misticismo aziendalista del capitalismo globale che, come Dio, deve comprendere tutto.
Molte cose nella vita, e fra esse le più importanti, si fanno e si possono fare gratis.
L’amore, l’amicizia. la fedeltà, la lealtà, il coraggio, l’umorismo sono beni essenziali, ma incalcolabili.
Non possiamo rivolgerci a alcuno sportello per cambiare un gesto d’affetto e per riscuoterne gli interessi, questi interessi in realtà ci vengono dati, ma in sovrappiù (citando il Vangelo).
E forse sarebbe bene considerarsi non solo in credito, ma anche in debito verso la vita.
La coscienza dei propri diritti, e la determinazione a difenderli anche con la forza quando vengono tolti o negati con la violenza, non esclude il senso di gratitudine e di debito per un sorriso, un colore del mare, una musica.
Se tutti diventano creditori di tutto, resta solo la bancarotta.”
(22 dicembre 1999)
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“Coerenza” è una parola del nostro vocabolario che ha più di un significato;
la Treccani cita : “coerènte agg. [dal lat. cohaerens -entis, part. pres. di cohaerere «essere strettamente unito», comp. di co-1 e haerere «essere attaccato»].
I diversi significati dipendono dall’ambito in cui viene usato :
petrografia, botanica, fisica, logica matematica e (dulcis in fundo) in senso figurato che tra tutti è forse anche quello più conosciuto;
sempre Treccani ci dice che serve a distinguere un qualcosa che non è in contraddizione, un qualcosa oppure un qualcuno … l’uomo che è coerente con le proprie idee o con le proprie opinioni, fedele ai propri principî o che agisce in modo conforme al proprio pensiero.
Inequivocabilmente la coerenza è una virtù !
La domanda sorge però immediata e spontanea : guardandoci, in primis “dentro” noi stessi, poi intorno quante persone troviamo in possesso di questa virtù ???
Tutti siamo tenuti a vivere ed agire con coerenza ma trovo che più si ricopre ruoli di responsabilità (nei confronti degli altri) e sempre maggiore deve essere il rigore nel dimostrarla;
più si sale e più ne occorre …
allora salendo sempre più si arriva al vertice : ed in alto troviamo le cosiddette “Istituzioni” … quelle da cui “sarebbe dovuto” il massimo esempio.
In considerazione di tutto ciò fa molto male vedere un premier che cerca di nascondere il cellulare mentre si “segna” …
ma ancor più male fa vedere che la presenza delle Istituzioni è solo una ipocrisia di facciata …
perché se la coerenza appartenesse loro alle parole che proferiscono farebbero seguire atti ben precisi, cosa che non è assolutamente !
Non si possono fare certi discorsi contro la guerra e poi continuare a vendere armi e bombe in giro per il mondo;
non si possono fare certi discorsi sulla “prevenzione” e poi non far nulla nella realtà per favorirla, anzi la si scoraggia nei fatti non combattendo la burocrazia ed il malaffare;
non si possono fare certi discorsi sul tenore di vita delle persone mentre nella realtà si prendono decisioni che non vanno in quella direzione (la povertà sempre in crescita ed i suicidi son lì a dimostrarlo);
non si può accettare che dei politici condannati continuino imperterriti ad occupare la loro poltrona in sfregio alla gente alla quale viene imposto di essere onesti;
non si può accettare che le nomine nei posti pubblici chiave vengano fatte secondo convenienza politica e non secondo merito e competenza;
di esempi se ne potrebbero fare ancora ma a poco serve … tutti questi comportamenti ce li aspettiamo ormai dalla più “becera e mistificatrice” pubblicità,
che ci prende quotidianamente in giro, ma dalle Istituzioni non è accettabile !
Ma ormai dovrebbero averlo capito tutti (mentre purtroppo nella realtà così non è) che la “coerenza” non è di questo mondo …
Claudio
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Sono senza parole … 🙂
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Abbiamo parlato della sospensione delle bollette ai terremotati …
stamattina, nel lungo e laborioso processo che è lo “svegliarsi”
pensavo, tra il serio ed il faceto …
ma gli avranno restituito la “tassa di circolazione” ???
Si la tassa di “possesso” … il “bollo” insomma …
ed il “rinnovo”, a scadenza, lo dovranno fare ???
Mah …
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Un giorno Gary Snyder chiese al suo amico Tom Birch (filosofo, insegnante e girovago che vive in Montana) perché gli piacesse tanto vagare per il Mondo Selvaggio. Tom rispose: “il Mondo Selvaggio mi tratta come un essere umano“. “Cosa?” rispose stupito Gary Snyder. “Proprio così, mi tratta come un essere umano“. E allora Gary Snyder chiese nuovamente: “ma in che senso?“.
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Il recente terremoto ha monopolizzato i TG e le trasmissioni televisive ma non è che il mondo preesistente non sia sempre lì pronto a far parlare di se (lasciamo perdere con quanta dose di verità e quanta di menzogna, considerato il livello di servilismo di tutti);
le reazioni razziste, xenofobe, impulsive, demagogiche al problema dei migranti tra poco torneranno sulle prime pagine; idem per le guerre che sono in atto : di religione per alcuni, per il petrolio per altri, per motivi occulti per altri ancora;
speriamo piuttosto che non arrivi qualche altro attentato a sveltire questo trend dell’informazione;
questa sera vi propongo un contributo su cui riflettere tratto dal libro
A PASSO DI GAMBERO
di Umberto Eco (pubblicato 10 anni fa, ricordiamolo) con il capitolo
IL CASO E IL DISEGNO INTELLIGENTE
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“Sembrava una storia vecchia e sepolta (o limitata alla Bible Belt americana, l’area degli stati retrivi e isolati dal mondo, abbarbicati sul loro fondamentalismo selvaggio, che solo Bush riesce a prendere sul serio, probabilmente per calcolo elettorale), ma ecco che tornano le polemiche sul darwinismo e addirittura hanno sfiorato i progetti di riforma della nostra scuola, dico della scuola italiana e cattolica.
Insisto sul ‘cattolica’ perché il fondamentalismo cristiano nasce dagli ambienti protestanti ed è caratterizzato dalla decisione di interpretare letteralmente le Scritture.
Ma affinché ci sia interpretazione letterale delle Scritture, occorre che le Scritture possano essere liberamente interpretate dal credente, e questo è tipico del protestantesimo.
Non ci può essere fondamentalismo cattolico – e su questo si è combattuta la battaglia tra Riforma e Controriforma – perché per i cattolici l’interpretazione delle Scritture è mediata dalla Chiesa.
Ora, già presso i Padri della Chiesa, e prima ancora con Filone di Alessandria. si era sviluppata un’ermeneutica (interpretazione, traduzione, spiegazione ndr), come quella di Sant’Agostino, il quale era pronto ad ammettere che la Bibbia parlava spesso per metafore e allegorie, e quindi può essere benissimo che i sette giorni della creazione siano stati anche sette millenni.
E la Chiesa ha fondamentalmente accettato questa posizione ermeneutica.
Si noti che, una volta che si ammette che i sette giorni della creazione sono racconto poetico che può essere interpretato al di là della lettera, la Genesi sembra dare ragione a Darwin: prima avviene una sorta di Big Bang con l’esplosione della luce, poi i pianeti prendono forma e sulla terra avvengono grandi sconvolgimenti geologici (che perdurano eh ndr), le terre si separano dai mari, quindi appaiono i vegetali, i frutti e le semenze, infine le acque incominciano a brulicare d’esseri viventi (la vita inizia a sorgere dall’acqua), si levano a volo gli uccelli, e solo in seguito appaiono i mammiferi (imprecisa è la posizione genealogica dei rettili, ma non si può pretendere troppo dalla Genesi).
Solamente alla fine e al culmine di questo processo (anche dopo le grandi scimmie antropomorfe, immagino) appare l’uomo.
L’uomo che – non dimentichiamolo – non è creato dal nulla, ma dal fango, e cioè da materia precedente.
Più evoluzionisti di così (sia pure in tono altamente epico) non si potrebbe essere.
Cos’è che la teologia cattolica ha sempre preteso per non identificarsi con un evoluzionismo materialista?
Non solo che tutto questo sia opera di Dio, s’intende, ma che nella scala evolutiva si sia verificato un salto qualitativo, quando Dio ha immesso in un organismo vivente un’anima razionale immortale.
E solo su questo punto si fonda la battaglia tra materialismo e spiritualismo.
Un aspetto interessante del dibattito che si svolge per reintrodurre la dottrina creazionista nelle scuole, accanto alla ‘ipotesi’ darwiniana (non dimentichiamo che nel corso del suo processo Galileo se la sarebbe cavata ammettendo che la sua era un’ipotesi e non una scoperta) e che – per non aver l’aria di opporre una credenza religiosa a una teoria scientifica – non si parla tanto di creazione divina ma di ‘Disegno Intelligente’.
Cioè, si sottintende, noi non vogliamo imporvi la presenza imbarazzante di uno Iahve barbuto e antropomorfo, vogliamo solo che accettiate che, se sviluppo evolutivo c’è stato, esso non è avvenuto a caso ma seguendo un piano, un progetto, e questo progetto non può che dipendere da un qualche forma di Mente (vale a dire che l’idea del Disegno Intelligente potrebbe persino ammettere un Dio pantesista [ah… Spinoza ndr] in luogo di un Dio trascendente.
Quello che mi pare curioso è che non si considera che un Disegno Intelligente non esclude un processo casuale come quello darwiniano, che avviene per così dire per tentativi ed errori, così che sopravvivono solo gli individui che meglio si adattano all’ambiente nel corso della lotta per la vita.
Pensiamo all’idea più nobile che abbiamo di disegno intelligente, e cioè alla creazione artistica.
E’ Michelangelo a dirci in un suo celebre sonetto che l’artista, quando si trova di fronte al blocco di marmo, non ha all’inizio in mente la statua che ne uscirà, ma va appunto per tentativi, interrogando le resistenze della materia, cercando di buttare via il *soverchio* per far uscire poco a poco la statua dalla ganga materiale che la imprigionava.
Ma che la statua ci fosse, e proprio lì, o fosse il Mosè o un Prigione, l’artista lo scopre solo alla fine di quel processo fatto di tentativi continui.
Un Disegno Intelligente può manifestarsi dunque anche attraverso una serie di accettazioni e ripulse di quello che il caso offre.
Naturalmente bisogna decidere se prima sta il Disegno, che sceglie e rifiuta, o è il Caso che, accettando e rifiutando, si manifesta come l’unica forma di Intelligenza – che sarebbe come dire che è il Caso che si fa Dio.
Non è questione da poco, e non possiamo risolverla qui.
Semplicemente, è filosoficamente e teologicamente un poco più complessa di come la mettono i fondamentalisti.”
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( foto tratta dalla pagina FB di Massimo Ciccolella )
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sempre attuale per me …
Benvenuti nel rifugio di Claudio
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la ripropongo avendola già postata agli albori di questo sito il 10 marzo 2015
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passano gli anni ma le cose belle rimangono tali …
Benvenuti nel rifugio di Claudio
da “Cabaret Mistico” di Alejandro Jodorowsky
In un villaggio, un nonno saggio mette alla prova i quattro nipoti, tre maschi e una femmina.
“Ciascuno di voi deve prendere una gallina e ucciderla in un posto dove nessuno possa vederlo. Chi lo farà meglio riceverà in dono questo flauto di legno fatto con le mie mani”.
I ragazzi e la bambina si mettono all’opera decisi a guadagnarsi il trofeo.
Dopo un po’ di tempo ritorna il primo, e posando ai piedi del vecchio la gallina morta, lo informa tutto orgoglioso:
“Anche se in giro c’è un sacco di gente sono andato nel bosco, mi sono arrampicato sull’albero e lassù, nascosto fra i rami, l’ho sgozzata.”
Arriva il secondo nipote, anche lui tutto orgoglioso, e posa ai piedi del nonno la gallina morta.
“Mi sono tuffato nel fiume con lei, e sott’acqua le ho aperto il ventre…”
Il terzo ragazzo, anche lui con…
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Continuiamo il nostro percorso sul rapporto tra uomo e denaro seguendo quanto ci suggerisce l’ormai nostro amico Vittorino Andreoli;
non credo che sia di difficile comprensione e di conseguenza non necessita di una particolare introduzione …
UNA SOCIETA’ PER LA MENTE
L’uomo innanzitutto
“Il dubbio che le scienze del comportamento siano legittimate a occuparsi del denaro ora si è veramente sciolto.
Interrogarsi su questo tema mi sembra addirittura una strategia retorica, usata per rendere la comunicazione più incisiva.
Come quando si promuove ad arte un’attesa allarmante, per poi fornire subito una rassicurazione: il salto tra immaginazione e realtà ha l’effetto quasi del miracolo.
Il denaro condizione la salute della mente, che dipende dalle relazioni, dagli incontri, dalle esperienze.
Dopo il viaggio che abbiamo fatto, attraverso gli effetti che si producono nel nostro cervello, possiamo dire che il denaro ha un ruolo di primaria importanza.
Ricorda il ruolo della madre per un bambino, quel legame continuo, presente anche nella sua assenza, che permea la fantasia e i sogni.
Allora, poiché l’argomento non riguarda più soltanto le scienze dell’economia e della finanza, ci si può chiedere quale spazio riservare alle scienze che studiano la mente e i comportamenti umani.
A questo proposito mi si è formata una convinzione forte, un postulato: le psicologie devono affermare o criteri per ricostruire una società che non si fondi sui bisogni dell’economia ma su quelli dell’uomo; i mercati sono soltanto un modo per dare risposta a quei bisogni.
E così il denaro serve a risolvere i problemi e non deve indurre esigenze che fanno saltare gli equilibri della mente, disturbando le ralazioni fra gli uomini e la vita di società.
Le economie dunque devono fondarsi sui bisogni concreti dell’uomo, sui bisogni di quest’uomo, in questo preciso momento storico.
Se è vero – come mi sembra – che nella attuale società i vecchi bisogni di sopravvivenza della nostra dimensione corporea contano meno delle nuove esigenze psicologiche, allora bisogna inventare un’economia che risponda a questo cambiamento.
Non ha senso un’economia con leggi proprie, estranee alle necessità delle esigenze propriamente umane, quasi fosse un tumore che altera le funzioni degli organi e l’attività della mente dell’uomo.
Nel nostro paese la situazione è grave perché l’economia, e in generale le discipline chi si occupano del denaro, hanno perso di vista il loro scopo primario e sono entrate in una logica non compatibile con l’organismo sociale, che dunque invadono e stravolgono.
Quando l’economia assume dimensioni spropositate, ma non corrispondenti ai bisogni della mente, può giungere a schiacciarla e a non lasciarle più spazio per operare.
E’ una metafora drammatica, ma mi sembra che il rapporto tra il denaro e l’uomo sia arrivato a questo livello.
L’economia si concentra sempre sugli uomini, ma ne sceglie pochi e impedisce agli altri di vivere.
La mente, invece, fa di ogni uomo il nodo di una rete comune, costruisce dunque l’uomo di relazione, compartecipe della vita di ogni altro suo simile: l’azione di un individuo si trasmette alla rete e a tutti i suoi nodi.
Questo è l’imperativo dell’era attuale, che si fonda sulle menti, sulle psicologie e non più sugli imperativi della lotta e della contrapposizione, che spinge un uomo a eliminare o a sottomettere un altro uomo.
Serve un’antropologia dell’insieme e della cooperazione.
L’apertura dei confini nazionali è un’esigenza della mente, per una migliore qualità di vita dell’uomo sul pianeta, e non può essere ridotta a una necessità di mercato per rendere più semplici gli scambi commerciali.
Oltre alla moneta unica, deve esistere una società unica.
Serve quindi anche una lingua che permetta di parlare ovunque e con chiunque. Occorre partire da ciò che è utile per l’uomo, adeguando di conseguenza il pensiero economico.
Di solito invece accade il contrario e si impongono teorie che non tengono in considerazione le sue esigenze.
[…]
Se l’uomo del tempo presente sente il bisogno di appartenere al mondo più che allo stivale d’Italia, allora occorre che le economie non lo ostacolino con barriere che dividono i popoli.
Se l’uomo di oggi vuole vivere sul pianeta intero e spostarsi da un’area all’altra per pura cuiosità o interesse culturale, bisogna evitare che malattie ad alto rischio, sparite da tempo nel paese d’origine, ostacolino gli spostamenti.
La salute deve riguardare TUTTI e non è possibile negare le cura ad alcuni che, tra l’altro, se si ammalano sono fonte di contagio.
[…]
La creazione di bisogni indotti, attraverso modelli e spot pubblicitari,
e l’impossibilità per molti di soddisfarli, generano spesso reazioni di frustrazione, che le scienze economiche non riescono a gestire.
Chi si occupa di comportamento umano sa che la frustrazione è un debito di violenza.
Per raggiungere il bene desiderato, dunque, si sarà disposti anche a usare la forza.
Allora, se i bisogni indotti si accompagnano a un livello di frustrazione elevato, l’obiettivo economico di vendere oggetti di lusso o di culto porterà solo violenza.
E non si risolverà con le forze di polizia, che costano tantissimo, e nemmeno con pena del carcere, ancora più dispendiosa (una giornata in prigione costa mediamente 350 € – adesso capite perché fanno provvedimenti svuota carceri ? ndr -).
La soluzione non è indurre bisogni artificiosi, giustificati solo dal profitto, ma estranei a ogni regola dettata invece dalla conoscenza dell’uomo. […]
Se chi ha meritato faticosamente la laurea non trova un impiego, proverà una frustrazione che sa già di rabbia e di violenza.
In certi casi bisogna addirittura nascondere il proprio titolo di studio, come è successo in un recente concorso per casellanti autostradali.
Un laureato non sarà abbastanza motivato per quel tipo di lavoro, si pensa, forse potrà richiedere una collocazione diversa appena assunto, visto il suo livello culturale.
Se spingo gente che non ha nemmeno i soldi per la benzina a indebitarsi per una macchina che rimarrà chiusa in garage, provoco soltanto frustrazione.
E una società di frustrati è una società violenta.
Questi sono semplici spunti per capire che alcune decisioni, del tutto logiche per l’economia (meglio: la finanza ndr), abbiano conseguenze disastrose per l’uomo e la sua esistenza.
Quindi deve valere il principio, l’imperativo, di partire dall’uomo, dalle sue esigenze, dal suo ‘funzionamento’ in questa società e in questo momento storico. Una economia disinteressata all’uomo porta a conflitti che, fra l’altro, hanno costi spaventosi.
Assisto invece al persistere dell’imperio del denaro e alle decisioni idiote di chi pensa di eliminare la violenza con punizioni esemplari e reazioni ancora più violente.”
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un giudizio datato circa 350 anni,
non mi sembra che la massa sia molto migliorata da allora,
e … pensate non esistevano ancora i “social” e la TV …
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“Il mondo è composto soltanto di maschere e non è che una miserabile commedia, un’opera cattiva, non interessante, una fiera, una sala d’azzardo, una bettola, una selva, un luogo equivoco e un manicomio.
Non si vedono affatto personalità, ma solo esseri umani uniformi timorosamente celati.
L’individuo si è ritirato nell’interno, da fuori non se ne vede più nulla.
Essi non sono umani, ma solo compendi incarnati e per così dire astrazioni concrete.
Se hanno carattere e natura propria, tutto ciò è nascosto tanto profondamente da non poter risalire alla luce del giorno.
Tutti si mascherano da uomini colti, da scienziati, da poeti, da politici.
Se si toccano tali maschere, credendo che si tratti di cose serie e non soltanto una farsa, si hanno improvvisamente fra le mani soltanto cenci e toppe variopinte.
La maggior parte delle loro azioni non vengono dalla profondità, bensì sono superficiali.
Essi non hanno due pollici di profondità; se si scava, si trova subito il vuoto della loro vera natura.
Non hanno opinioni che siano personali; le prendono a prestito a mano a mano che ne hanno bisogno; e colui dal quale le attingono non è affatto un umano saggio o capace o virtuoso, è un umano alla moda.
Quest’uomo inquieto, leggero, incostante, che assume mille aspetti diversi, un uomo incostante che non è solo un uomo, ma parecchi: si moltiplica tante volte quanti sono i suoi nuovi gusti e le sue diverse maniere.”
(Jean de La Bruyère)
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Noi non viviamo
abbastanza a lungo
per usare le lezioni
apprese dai nostri errori
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tratta dalla pagina FB di Realtà, inganno e manipolazione
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Sostantivo femminile dai mille significati;
un insieme di mura sovrastati da un tetto, certo, ma non solo …
luogo che odora dei profumi dell’infanzia
luogo ove si torna con gioia dopo il lavoro
luogo ove troviamo il calore di un focolare
luogo ove costruire e crescere una famiglia
luogo impregnato dai nostri ricordi più cari
luogo ove risiedono con noi tutti i nostri cari
luogo che arrediamo ed abbelliamo a nostro gusto
luogo ove si ha la propria residenza o domicilio
luogo dove troviamo i nostri punti di riferimento
luogo che contiene tutte le nostre cose, di ogni genere
luogo che ci ripara dalle intemperie, dal caldo, dal freddo
luogo ove ci sentiamo isolati ed al sicuro dai pericoli del mondo
luogo la cui proprietà è costata sacrifici a noi o ai nostri padri
luogo che ci manca quando siamo altrove e dove desideriamo tornare
luogo ove sono avvenuti gli eventi più importanti della nostra vita
il nostro rifugio e tanto altro ancora …
… ed ora pensate tutto quello che si può perdere in pochissimi secondi restando con un pugno di sabbia tra le dita, sabbia che ti scivola pian piano via …
ora, solo ora si può pensare a quei poveri terremotati …
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