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Capitolo LA STESSA FACCIA
“Marco e Luca erano fratelli e avevano la stessa faccia.
Gli stessi occhi verdi, grandi e un po’ a mandorla, gli stessi riccioli biondi, lo stesso naso all’insù, le stesse guance paffute.
Una bella faccia, certo: un bel biglietto da visita per il mondo.
Una faccia che ti mette allegria, specialmente se gli occhi verdi sono accesi da un sorriso, e una fossetta dispettosa incrina la guancia paffuta, e i riccioli sono scomposti dopo una lunga corsa.
Con una faccia così, Marco e Luca erano seguiti da sguardi affettuosi dovunque andassero, e gli altri volevano stare con loro, parlargli e qualche volta, un po’ vergognandosene, usare una scusa qualsiasi per allungare la mano e sfiorare i riccioli biondi, le guance paffute.
Erano benedetti dalla sorte, insomma, se non fosse stato per un problema: avendo la stessa identica faccia, Marco e Luca non potevano usarla contemporaneamente.
Quando la faccia l’aveva Marco, Luca rimaneva senza, e viceversa.
Voi direte che la cosa non è seria, che è meglio avere una bella faccia metà del tempo che averne una brutta sempre.
In fondo Marco e Luca avrebbero potuto accontentarsi.
Un giorno la faccia poteva portarla uno – Marco diciamo – e gli altri sarebbero stati con lui e gli avrebbero parlato e avrebbero usato una scusa qualsiasi per sfiorargli i capelli.

Luca sarebbe rimasto senza faccia, ma l’avrebbe avuta il giorno dopo e anche se gli altri non gli facevano compagnia (quelli senza faccia non sono molto popolari) era solo questione di tempo: l’indomani le cose sarebbero cambiate e gli amici sarebbero ritornati a fargli festa.
Intanto, direte voi, ci sono altre cose che si poteva fare, come scrivere una lettera, o ascoltare un disco o finire i compiti.
Essere popolari è un gran bella cosa, ma ti lascia poco tempo.
Questo direte voi, che probabilmente non avete una faccia come Marco e Luca, ma andate a dirlo a loro!
Quando si ha una faccia così, è difficile scendere a compromessi.
Ci si abitua al fatto che gli altri vogliono stare con te e vederti ridere gli occhi e allungare una mano per toccare i capelli; così, se ti trovi senza faccia e nessuno ti sta intorno e in teoria potresti scrivere una lettera o finire i compiti, non te ne viene affatto voglia e rimani sdraiato sul divano a pensare a quando la faccia l’avevi.
E’ per questo che Marco e Luca fanno di tutto per non avere la stessa faccia.
Uno si mette dei baffi finti e l’altro si tinge i capelli col lucido delle scarpe, o se li pettina tutti all’indietro con il gel, o si mette un orecchino al naso, o una spilla da balia.
Non sono forse belli come prima, ma belli abbastanza da avere amici tutti i giorni.
Non scrivono molte lettere e non fanno molti compiti, ma sono contenti: ora che non hanno più la stessa faccia, ognuno può tenersi la sua.”
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Morale della favola ???
Potrebbero essercene più d’una,
ma una senza dubbio è questa …

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