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La lingua italiana è ricca di molte parole con più significati, accezioni, interpretazioni; questi vocaboli con più significati vengono definiti “Polisemici”
cioè portatori di più significati, diversi tra loro.
“Piano” ha almeno 4 significati diversi; tempo, albero, banco, ancora, penne, papera, classe, passato, indice sono solo altri pochi esempi tra le migliaia che potremmo fare.
Su una in particolare verte questo mio scritto, una che ha attinenza al periodo che stiamo vivendo, una che rappresenta un problema degli ultimi decenni.

La parola in questione è “trasparenza”.
Trasparente può essere un vetro, l’aria, un liquido, un corpo (che può esserlo più o meno), si usa anche per definire un tipo di colore;
si può guardare in trasparenza (ad esempio una banconota) oppure usare il termine per indicare chiarezza, facilità di comprensione o di intuizione del senso o di un significato (la trasparenza di una allusione, allegoria, di un gesto, di un comportamento).
Nella vita pubblica e nei rapporti con la collettività, significa chiarezza, pubblicità, assenza di ogni volontà di occultamento e di segretezza.
Ecco, ed è qui che l’asino casca (come si suol dire).
La trasparenza la pretendiamo nell’operato di un funzionario, di una istituzione, di un politico ad esempio; la trasparenza dovremmo pretenderla anche dai media, invece ci accontentiamo passivamente di “accettare quel che passa il convento”, cioè una sbobba.
Le notizie le danno, non le danno, le danno parzialmente, le danno in piena notte, le danno ripetute a raffica, le danno appena accennandole, le danno caricandole di enfasi, le danno edulcorate, manipolate o interpretate … a seconda dei casi o dell’interesse di parte.
Negli ultimi tempi si è aggiunta una ulteriore accezione per quanto riguarda la trasparenza del mondo dei media (che coinvolge anche i social): quella che riguarda i canali divulgativi (fuori dal circuito mainstream) che cercano faticosamente di fornire le versioni dei fatti che sono in controtendenza con il pensiero unico ufficiale, quelli che cercano la verità quando la verità ufficiale puzza di menzogna, quelli che cercano le notizie o le informazioni celate.

In questi giorni ne stiamo vedendo alcuni esempi.
Forse vi chiederete quali sia il nesso con tutto ciò con la “trasparenza”. Semplicemente questo: il famigerato “patto per la scienza” (se non ci fosse da piangere sarebbe una cosa da ridere a pensare cosa è e da chi è composto) e alcuni politici, stanno tentando di mettere il bavaglio a questi benemeriti canali in nome della moderna “caccia alle streghe” (la similitudine è calzantissima) in cui le streghe moderne sono le “fake news”; i media mainstream fanno altrettanto (da tempo, quando in realtà sono proprio loro detentori di ogni record in questo campo).
Questi tentativi hanno come obiettivo quello di togliere voce e visibilità a chi ha una voce fuori dal coro.
Fanno di tutto quindi per renderli “trasparenti” ossia … del tutto “invisibili” …
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