l’Uomo tecnologico moderno (l’Uomo “smart” e il suo probabile futuro)


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In questo periodo di reclusione possiamo fare ben poco; possiamo però riflettere.
Appurato che spegnere la TV è una cosa necessaria (anzi direi vitale) mi sono chiesto se la tecnologia sia o meno una cosa positiva per l’umanità, ci ho riflettuto e mi son detto : fino ad un certo punto si ma oltre a quel punto certamente NO.
E son convinto che sia la risposta corretta (proprio perché invece vedo che il mondo va esattamente nella direzione opposta e con un parossismo che è fuori da qualunque logica sensata).
Se ci pensate bene, alcune cose tecnologiche che sono irrotte nelle vite nostre, dei nostri padri e dei nostri nonni sono positive, ci hanno aiutato a vivere meglio; alcune, appunto … ma tutte le altre?

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Ripercorrendo con la mente l’ultimo secolo e mezzo, pensando alle cose che l’uomo ha scoperto oppure inventato, mi sono chiesto: quante sono state buone e quante sono state soltanto una sciagura (nell’immediato od in prospettiva)? E mi sono risposto che le seconde son forse ben più delle prime.
La cosa che più mi preoccupa è che l’Uomo è tendenzialmente sempre meno umano e sempre più macchina, una macchina che richiede sempre più optional ed accessori, anche quelli palesemente inutili, che vive anzi ormai esclusivamente in funzione di quelli. Ha ormai sempre meno anima e più materialità.
Nessuno di voi vede che l’invadenza della tecnologia nella vita umana sta diventando esagerata ed insopportabile?
Il livello di qualche decennio fa non era forse sufficiente a garantire una vita tutto sommato più che comoda? A quanto pare proprio no. Almeno è questo che ci inculcano a forza nel cervello … quotidianamente.
Possibile che nessuno pensi mai agli effetti collaterali di tutto quello che si inventa o si scopre? Parlo di chi le “cose” le usa o subisce, ovvio, perché chi le impone al mondo gli effetti negativi che ne derivano li conosce eccome (ma se ne frega).

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Se penso a questo mi viene subito da imputarne la colpa principale proprio al sistema economico unico imperante: ormai viviamo per produrre e per consumare anziché produrre e consumare per vivere. E’ fuor di dubbio.
Se questa escalation non verrà fermata con il buon senso si fermerà comunque, in un modo tragico e l’Uomo (come noi lo conosciamo) si estinguerà, soppiantato da un popolo di cyborg senza anima e senza sentimenti. E’ solo una questione di tempo.
E’ questo che vogliamo?
Noi sicuramente no ma visto che la cosa produce profitti enormi tutti quelli che su questi profitti lucrano non si pongono certo il problema, anzi …
Vi faccio un esempio pratico per esplicare meglio il concetto (valido però per tante altre cose, come la genetica, la chimica, i trasporti, purtroppo le armi ed altro ancora ), parlando delle comunicazioni a distanza:
molto bene è stato inventare radio e telefono, gli effetti collaterali buoni sono parecchi, quelli cattivi pochi o quantomeno minimi e poco impattanti.

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Nulla da dire sulla TV come strumento in se ma … per il suo utilizzo molto bene agli albori, pessimamente oggi (è diventata una vera e propria “arma” di “distrazione” e “distruzione” dei cervelli);
poi è arrivato il cellulare e … wow … che cosa stupenda !!! Diventa possibile comunicare in qualunque momento, ovunque si sia, qualunque cosa si stia facendo.
Ma qualcuno di noi si è mai chiesto gli effetti collaterali di tale splendida e vantaggiosa apparecchiatura? All’interferenza delle onde radio sul nostro organismo, ad esempio? Alla dipendenza che provoca? Al “controllo” cui ci siamo offerti spontaneamente e di cui siamo vittime? Penso mai. Se fossimo in un poligono di tiro penseremmo tutti di essere l’arma che spara (e che fa sempre centro) mentre invece in realtà siamo il bersaglio …

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Comunque, per essere comodo, è comodo. Ed allora non poteva forse bastare ??? Ovviamente no.
Ecco quindi che si arriva ai tempi attuali in cui ogni persona ne ha almeno uno ed alcuni anche 2/3; che la funzione della pura comunicazione tra persone è stata ridotta a percentuali infinitesimali del tempo in cui è acceso; che fa tutto e di più, offre più Giga, sempre più Giga, e lo hanno chiamato addirittura “smart” ossia “intelligente” …
E la cosa più grave è che, nonostante si sia arrivati a questi livelli, la rincorsa non finisce mai ed ogni 2/3 mesi diventano tutti obsoleti perché nel frattempo esce un modello più performante … e noi tutti ad adeguarci al diktat mediatico del mercato, quindi lo sostituiamo.
Non parliamo poi dell’uso che ne facciamo. Praticamente alcuni lo hanno davanti al viso sempre, mentre mangiano, mentre camminano (come zombie) …
Riformulo la domanda di prima: ma qualcuno di noi si è mai chiesto gli effetti collaterali di questo strumento sulla nostra salute fisica e psichica?
Dell’elettromagnetismo in genere sulle cellule di cui siamo composti?

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La risposta è sempre tristemente la stessa, mai! Eppure le nostre conoscenze negli anni sono nel frattempo aumentate come, purtroppo, sono aumentati, e di molto, tali effetti collaterali.
Il 5G è davvero necessario quindi? Non comunicavamo a sufficienza prima di esso? Non eravamo abbastanza interconnessi prima?
Il 5G lo facciamo partire senza neppure fare una sperimentazione seria (anche perché facendola si scoprirebbe che è letale e a qualcuno verrebbe a mancare il guadagno enorme ed i vantaggi tecnologici, quindi col cavolo che la fa fare). Anzi, a pensarci bene forse la sperimentazione la stanno facendo, già … con noi come cavie.

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Questo surplus di tecnologia friggerà i nostri cervelli, vivremo in un immenso forno a microonde sempre acceso. Anche se “vivremo”, a quel punto, è un termine da valutare semanticamente.
E tutto questo per guadagnare cosa che ora già non possediamo?
Non è giunto il momento di fermarsi ed accontentarsi di quanto abbiamo raggiunto? Io penso l’avremmo dovuto fare già qualche anno fa …
L’Uomo è diventato strettamente dipendente dal suo cellulare, da semplice strumento lo ha fatto diventare una parte di se come un braccio o una gamba. Tra un po’ lo impianterà direttamente sotto pelle e via … l’Uomo che diventa da produttore a prodotto.
E tutto ciò mentre sulla faccia di questo martoriato pianeta esistono ancora milioni di uomini che muoiono, ignorati da tutti, per indigenza, malnutrizione, povertà, malattie, violenze, guerre … ogni giorno.

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Andare avanti in questa direzione potrà avere solo un triste e certo risultato finale.
L’Uomo tecnologico vedrà la sua fine (e forse sarà un bene).
L’Homo sapiens, l’Uomo “intelligente”, la sua, l’ha già vista ormai da tempo.

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Diceria dell’untore: faranno miliardi a palate


il Simplicissimus

Hieronymus-Bosch

Il governo francese ha resistito un mese prima di aprire la sperimentazione del  Plaquenil, un farmaco a base di clorochina e idrossiclorochina, comunemente usato nella profilassi antimalarica ma i cui componenti sono sperimentati con esiti positivi in Cina contro il Covid. Una resistenza ancora più strana e sospetta perché l’inizio dei test era richiesto a gran voce da Didier Raoult uno dei più eminenti virologi del mondo e perché il diniego veniva supportata da argomenti palesemente pretestuosi di cui avevo parlato in questo post. Alla fine però l’accanimento nel dire di no avrebbe avuto un impatto negativo e l’esecutivo Macron ha dato il permesso, ma con grande sorpresa lo ha revocato dopo pochi giorni perché nel frattempo si è sviluppata a partire dagli Usa una polemica mediatica del tutto risibile su questo farmaco, alimentata persino da un grottesco episodio, non si sa se vero o falso, di un sessantenne texano…

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Peccato di vecchiaia


il Simplicissimus

per fido Anna Lombroso per il Simplicissimus

Proprio come volesse dare attuazione a una “modesta proposta”  di Swift, si direbbe che il coronavirus sia una risposta concreta ai desiderata di Madame Lagarde e delle istituzioni che è stata di volta in volta chiamata a rappresentare autorevolmente, così come alle raccomandazioni di certe sue impari imitatrici seriali (ne ho scritto qui: ).

Secondo loro, convinte che il tempo è una molesta convenzione che non riguarda ceti superiori e intoccati da privazioni, malattie e stenti  “La longevità è diventata un nemico, se non da combattere, almeno da rendere inoffensivo: troppe spese per lo stato in pensioni e assistenza sanitaria”, e anche: “Se si va in pensione prima, quando si è ancora in buona salute, è un costo, perché qualcuno te la deve pagare….”, così  un  “accorciarmento della vita media favorirebbe aiutarebbe gli investitori professionalia trovare degli asset più affidabili”.

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Questa non è una pandemia. E’ una crisi biologica — Tracking Extinction


l'eta' della innocenza

Questa non è un pandemia, e nemmeno una emergenza sanitaria. Questa è una crisi biologica. Ci siamo dentro da parecchio tempo, ma c’è voluto un filamento di RNA perché fosse alla luce del sole. Biologico va inteso qui nel suo senso più ampio: un punto di rottura che riguarda per intero la vita organica su […]

via Questa non è una pandemia. E’ una crisi biologica — Tracking Extinction

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Una analisi inquietante 😱


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Analisi inquietante senza dubbio ma la cosa più inquietante
dipende dalla risposta alla seguente domanda :
e se fosse tutto dannatamente vero ???

A voi che nutrite ancora fiducia nell’essere umano,
faccio io una seconda domanda:
mettereste la mano sul fuoco che la risposta
alla prima domanda sia
“certamente no” ???

Guardatevi intorno prestando molta attenzione e riflettete prima di rispondere …

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Alain lo sapeva


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Ci troviamo in una società che pensa che niente sia
peggio della morte, e soprattutto non la schiavitù.
L’inconveniente è che questo tipo di società
finisce sempre per morire.
Dopo esser stata ridotta in schiavitù.

Alain De Benoist
“il nemico principale” – saggio scritto più di 35 anni fa

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L’immagine ed il testo (attualissimo)
sono tratti da    Ragione Critica

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Già allora era così … oggi è ancora peggio …

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