Noise


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Non so a chi di voi piaccia la musica definita “heavy metal”; io, in genere, non l’apprezzo particolarmente perché la trovo troppo “rumorosa”.
E guarda caso il titolo di questo brano appena uscito è proprio Noise, cioè “rumore” eppure il video l’ho guardato ed apprezzato tutto; magari non troppo dal punto di vista musicale ma per i possibili spunti di riflessione che vi ho trovato; testo ed immagini che mi hanno suscitato una riflessione sul “percorso” che l’essere umano ha ultimamente intrapreso, sui modelli, sulle priorità e sugli obiettivi.
Dopo il video vi allego una traduzione del testo (che ho trovato sul Web) la cui lettura aiuta la riflessione.
A voi lascio giudicare poi se questo video è una “opera” prodotta con intento di “denuncia” oppure di “proselitismo” …

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RUMORE
Brama la macchina
Venera lo schermo
Zooma per critica e miseria
Sanguina alcuni pixel

Fatti una foto
Posa per i morti
Fai un’esperienza quasi di vita
In una matrice di aria calda

Ora sei una star
Un vanesio avatar
Alimenta la bestia
Nella tua rumorosa terra dell’ego

Sei diventato
Strumento di uno strumento
Demoni digitali
Ti stanno dicendo
di stare zitto e ballare!

Colora una storia e le masse si riuniranno

Rumore
Da un mondo senza sole
Il tuo specchio è nero,
solo una copia si riflette
In uno schiavo del nuovo mondo
Rumore
Per evocare la voce umana
Cervello insonne, paranoico
Rumore infinito

Per favore amami
Vedi quanto sanguino
Per favore, resisti
Ho una tale empatia in me

Brusio, rumore, ronzio
Splendidamente insensibile
Toccando l’aria silenziosa
per avere un significato

Da una carcassa
Un triste ologramma
Perduto nel labirinto
Il vero e umano sentimento

Il tramonto è gratuito
Da questa divinità
La Terra ha una vera voce
Esci ed entra

Io seguirò

Colora una storia e le masse si riuniranno

Rumore
Da un mondo senza sole
Il tuo specchio è nero,
solo una copia si riflette
In uno schiavo del nuovo mondo
Rumore
Per evocare la voce umana
Cervello insonne, paranoico
Rumore infinito

Rifatevi gli occhi sullo specchio nero
Alimentate la bestia, unisciti alla riunione
Racconta una storia
Il banchetto delle paure si sta avvicinando

Oltre l’orizzonte umano
Qualcosa di terrificante dorme

Rumore
Da un mondo senza sole
Il tuo specchio è nero,
solo una copia si riflette
In uno schiavo del nuovo mondo
Rumore
Per evocare la voce umana
Cervello insonne, paranoico
Rumore infinito

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Testo originale :

NOISE
Crave the machine
Revere the screen
Zoom in for flak and misery
Bleed some pixels

Shoot yourself
Pose for the dead
Have a near-life experience
In a hot air matrix

Now you’re a star
Vain avatar
Feeding the beast
In your loud Egoland

You have become
Tool of a tool
Digital ghouls
Telling you to
Shut up and dance!

Color a yarn and the crowds will gather

Noise
From a sunless world
Your mirror is black,
only a copy stares back
At a slave of brave new world
Noise
To decoy the human voice
Brain insomniac, paranoiac
Endless noise

Please love me
See how I bleed
Please endure
I have such empathy in me

Hum, noise, hum
Beautifully numb
Tapping the quiet air
To have a meaning

By a carrion
Sad hologram
Lost in the maze
The real and human feel

Sunset is free
From this deity
The Earth has a real voice
Go out and get in

I will follow

Color a yarn and the crowds will gather

Noise
From a sunless world
Your mirror is black,
only a copy stares back
At a slave of brave new world
Noise
To decoy the human voice
Brain insomniac, paranoiac
Endless noise

Feast your eyes on the black mirror
Feed the beast, join the gathering
Tell a tale
Feast of fears is drawing nearer

Beyond the human horizon
Something terrifying sleeps

Noise
From a sunless world
Your mirror is black,
only a copy stares back
At a slave of brave new world
Noise
To decoy the human voice
Brain insomniac, paranoiac
Endless noise

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tra il dire ed il fare (fate quel che dico e non fate quel che faccio) …


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Nel leggere il commento finale di questo arguto articolo (a firma di Stefano Montanari) non ho potuto fare a meno di pensare a Jacques de Chabannes …

… per capirne il motivo non vi resta che leggerlo qui   >>>    Chiesa cattolica, discrepanze tra il dire e il fare | Imola Oggi

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Il Ricordo nel Tempo


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Il ricordo di una persona di buon cuore muore al massimo con tutti coloro che la ricordano. Mettiamo il caso dei nostri nonni: nostra nonna genera nostra mamma che genera noi, 2 generazioni e si perde tutto.
Le persone spietate invece solitamente godono di un posto privilegiato nella storia.
Con la faccenda del “per non dimenticare” chi perpetra crimini inenarrabili e mastodontici si ritaglia la sua immortalità facendo riecheggiare le sue nevrosi nel corso di secoli anche.
Di bocca in bocca le storie di uomini a volte divengono “Leggende” nel corso del tempo, un po’ come quando gli amici di mio cugino parlano del suo pesce pescato che da spigola diventa un tonno di 100 chili, per diventare a fine mese una balena antartica, in pratica.

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E così siamo funzionati per migliaia di anni: oralmente il sapere veniva custodito da bocca ad orecchio e viaggiava spedito nel tempo. Il mondo non era piccolo piccolo come oggi, in cui una scoperta farebbe il giro della Terra in nemmeno mezz’ora grazie alla rete web (l’hanno chiamata ragnatela … se molte scoperte rimangono appiccicate e se le pappa il ragno, facciamocela qualche domanda …).
In altri cicli ed “Ere passate”, il sapere archetipico, quello che custodiamo dentro di noi TUTTI, viaggiava in modo “ecosostenibile” diremmo ai giorni nostri. L’uomo era immerso nella creazione, la natura non era nemica ed il canale era aperto a meditazione e conoscenze ancestrali che ci si proiettavano “fisiologicamente” nel nostro sé.
Ma ancora tutto questo non sarebbe bastato a preservare il ricordo per le generazioni future.
Le civiltà che osservavano il cielo sapevano che per lasciare al proprio popolo il “benessere delle proprie scoperte” e garantire prosperità alla propria gente, serviva ben altro che la parola o la scrittura, specie se osservando gli astri, si fosse venuti a conoscenza dei cicli di creazione/distruzione, principio, fine ed inizio dei cicli stessi (maremoti apocalittici, terremoti globali, flare solari, sciame d’asteroidi, o “semplici” siccità e glaciazioni).
Fu così che si prese la natura stessa e la si rimodellò in strutture piramidali, affrescando ma soprattutto “scalpellando” le superfici interne ed esterne: per non dimenticare, diremmo oggi.

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Ed oggi?
Iper-informazione, iper-digitalizzazione, iper-data, iper-informazione, iper-velocità della civiltà stessa. File, programmi, continui aggiornamenti, morte e rinascita di nuovi programmi, più veloci, ancora più veloci, sempre tutto più semplice a patto che sia iper-tecnologico.
Anche ora mentre leggete stiamo producendo miliardi di dati tra foto, video o semplici file testuali come questo. Chi sta custodendo cotanto scempio? Quanto di questi nostri ricordi andrà avanti nei secoli? Quanto di questi device, cellulari, oramai divenuti “articolazioni, protuberanze virtuali nostre” , passerà incolume nel tempo?
NULLA.
Abbiamo relegato la nostra storia personale a 24 ore di una Storia da social.
Mentre in giro per il mondo esistono, sotto qualcosa come METRI di sedimenti e terra, Piramidi che ancora hanno la loro voce ed il loro racconto da narrarci anche dopo 30 mila anni. Foglie ritrovate durante gli scavi datate al carbonio-14 che pongono l’evoluzione umana fuori da qualsivoglia storiella preconfezionata della scimmietta africana curiosa …
La nostra Terra è antichissima, le tracce sono ovunque oramai, la verità è un processo entropico inarrestabile e come per tutti i cicli, arriverà in tutti i modi e forme, la sua piena emancipazione dal Potere.
IN SINTESI: Mentre noi siamo la società selfy compulsiva del dato inutile, esistono racconti sulla Terra disseminati ovunque, che ci raccontano migliaia di anni e che da migliaia di anni assolvono alla loro mansione nobile.
Ora ditemi cosa dovrebbe essere più “Tecnologico” fra uno scalpello ed un cellulare … sempre che di scalpello si tratti …
Saluti.

Davide Fiorella

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Le immagini ed il testo sono tratti da  Davide Fiorella

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