Pensavamo di essere …


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Pensavamo di essere sul pianeta al centro del cosmo, e non lo siamo.
Pensavamo di essere una razza a parte, nella famiglia degli animali e delle piante, e abbiamo scoperto che siamo discendenti degli stessi genitori di ogni altro essere vivente intorno a noi. Abbiamo bisnonni in comune con le farfalle e con i larici.
Siamo come un figlio unico che cresce e impara che il mondo non gira solo intorno a lui come pensava quando era piccolo. Deve accettare di essere uno fra gli altri e nelle altre cose, impariamo chi siamo.

Durante il grande idealismo tedesco, Schelling poteva pensare che l’uomo rappresentasse il vertice della natura, il punto altissimo dove la realtà prende coscienza di se stessa.
Oggi, dal punto di vista del nostro sapere sul mondo naturale, questa idea ci fa sorridere.
Se siamo speciali, siamo speciali come è speciale ognuno per se stesso, ogni mamma per il suo bimbo.
Non certo per il resto della natura.

Carlo Rovelli/ Sette brevi lezioni di fisica

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Immagine e testo tratti da  I Filosofi e la questione animale

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Il Dolore è un …


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“Cosa ho fatto di male?”

Ecco la domanda che, molto spesso, mi viene posta da coloro che stanno attraversando un dolore, ecco il dolore vissuto come senso di colpa.
Razionalizzare un disagio, espiare una colpa … la convinzione che tutto dipenda da un errore commesso, da una decisione sbagliata presa in precedenza.
Ma non è sempre così e, in ogni caso, il punto non credo che sia questo.
Siamo responsabili delle nostra vite, ma non sempre possiamo decidere cosa accogliere o cosa rifiutare lungo il nostro cammino.
Credo che l’errore di base (sempre che di errore si possa parlare) sia il non comprendere l’importanza del dolore.
Allora la domanda dovrebbe essere:”Dove mi sta portando questo dolore?”
Il dolore segnala una trasformazione, una presa di coscienza, un cambiamento.
[…]
Ci sono malattie silenziose, subdole, asintomatiche, e sono le più pericolose.
Non si avverte dolore, non si è consapevoli della malattia … e poi è troppo tardi.
Il dolore è un campanello d’allarme, ci dice che qualcosa, nella nostra vita, non sta funzionando.
Il dolore ci sveglia e ci tiene svegli, ci costringe a dare attenzione … il dolore è un dono.
Perché, se è vera la terza legge di Newton: “Ad ogni azione corrisponde una reazione uguale” è anche vero che la reazione, provocata da una nostra azione, può regalarci una consapevolezza che, fino a quel momento, non avevamo.
In poche parole: il dolore è un fatto, c’è ed è innegabile.
A noi viene chiesto di decidere come vivercelo, se da protagonisti o da comparse.
Se trasformarlo in qualcosa di costruttivo o, vestendolo di vittimismo, renderlo totalmente inutile.
Nel secondo caso la sofferenza sarebbe fine a se stessa … il peggior danno che si possa fare a noi stessi.

Federica Giannini

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Testo tratto dalla pagina FB di  Federica Giannini

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