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Una voce (non l’unica) fuori dal ‘coro’ … ma sappiamo da chi è composto il ‘coro’ ???
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Una voce (non l’unica) fuori dal ‘coro’ … ma sappiamo da chi è composto il ‘coro’ ???
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Benvenuti nel rifugio di Claudio
tratto da http://blog.pianetadonna.it
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Non piangere, per favore, ti voglio spiegare alcune cose.
Tu sei triste perché me ne sono andato, ma io invece sono felice perché ti ho conosciuto.
Quanti come me ogni giorno muoiono senza aver conosciuto qualcuno di speciale?
Gli animali a volte passano così tanto tempo da soli, senza mai conoscere qualcuno. Conosciamo il freddo, la sete, il pericolo e la fame; dobbiamo preoccuparci di trovare qualcosa da mangiare e pensare a dove proteggerci la notte.
Vediamo volti tutti i giorni che passano senza mai guardarci, e a volte è meglio che non ci vedano.
A volte abbiamo la grande fortuna che tra le tante persone passa un angelo e ci raccoglie; a volte gli angeli vengono in gruppo, a volte ci sono altri angeli lontani che inviano tanti aiuti per noi. E questo cambia tutto. Se necessario ci portano da un altro tipo di angelo…
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Ecco uno stralcio del capitolo sul Denaro
tratto dal libro
GLI STRUMENTI DEL COMUNICARE
‘L’estensione della nostra pelle’
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“Il denaro come ‘medium’ sociale, o estensione di un desiderio o di una motivazione interna crea valori sociali e spirituali, come la moda nell’abbigliamento femminile.
Uno slogan recente (ricordiamoci che siamo negli anni Sessanta, ndr) sottolinea questo aspetto del vestito come moneta (cioè come sacramento sociale o segno esteriore e visibile): *La cosa importante nella moda di oggi è dar l’impressione di portare un tessuto popolare*. La conformità a questa moda dà ‘corso legale’ a uno stile o a un tessuto, creando un ‘medium’ sociale che accresce la ricchezza e di conseguenza l’espressione.
Ora questo non mette forse in risalto il modo in cui il denaro. o qualunque altro ‘medium’ è costituito e reso efficace?
[…]
‘Il denaro parla’ perché il denaro è una metafora, un biglietto, un ponte. Come le parole e il linguaggio, è anche un magazzino di lavoro, capacità e esperienze cui ha contribuito tutta la comunità.
Tuttavia è anche una tecnologia specialistica, come la scrittura, e come la scrittura intensifica l’aspetto visivo della parola e dell’ordine; inoltre, come l’orologio separa visivamente il tempo dallo spazio, così il denaro separa il lavoro dalle altre funzioni sociali.
Ancora oggi esso è un linguaggio per tradurre il lavoro dell’agricoltore in quello del barbiere, del medico, dell’ingegnere e dell’idraulico.
In quanto enorme metafora sociale, in quanto ponte o traduttore, il denaro – al pari della scrittura – accelera gli scambi e stringe i legami di interdipendenza in ogni comunità.
Esattamente come la scrittura o il calendario, permette alle organizzazioni politiche, di estendersi enormemente nello spazio.
E’ un’azione a distanza, nello spazio e nel tempo.
In una società ad alto livello di alfabetismo e di frammentazione, ‘il tempo è denaro’ e il denaro è il magazzino del tempo e dello sforzo altrui.
[…]
Se consideriamo la natura e l’uso del denaro nelle società non alfabete, possiamo capire meglio come la scrittura abbia contribuito alla nascita della valuta circolante.
L’uniformità delle merci, unita a un sistema di prezzi fissi che noi ora consideriamo normale, diventa possibile solo quando il terreno è stato preparato dalla stampa. I paesi ‘arretrati’ ci mettono molto per arrivare al ‘decollo’ economico perché non subiscono l’azione estensiva della stampa con il suo condizionamento psicologico all’uniformità e alla ripetibilità.
[…]
Le società non alfabete mancano delle risorse psichiche necessarie per creare e mantenere quelle enormi strutture d’informazione statistica che noi chiamiamo mercati e prezzi.
E’ molto più facile organizzare la produzione che addestrare intere popolazioni all’abitudine di tradurre, per così dire, in termini statistici i loro desideri, con il meccanismo della domanda e dell’offerta e con la tecnologia visiva dei prezzi.
Soltanto nel XVIII secolo l’Occidente ha incominciato ad accettare questa forma d’estensione della sua vita interiore che è il nuovo sistema statistico del commercio. E ai pensatori dell’epoca il nuovo meccanismo apparve talmente bizzarro che lo battezzarono ‘calcolo edonistico’. I prezzi sembravano allora paragonabili, in termini di sentimenti e di desideri, al vasto mondo dello spazio che aveva già rinunciato alle proprie ineguaglianze di fronte al potere di trasposizione del calcolo differenziale.
Insomma la frammentazione della vita interiore mediante i prezzi pareva nel Settecento misteriosa, come era parsa un secolo prima la frammentazione minuta dello spazio mediante il calcolo.
L’astrazione e il distacco estremo che il nostro sistema di prezzi esprime sono impensabili e inutilizzabili per popolazioni dove a ogni transazione si ripete il dramma eccitante del mercanteggiare.”
FINE PRIMA PARTE
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