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Considerato che il piccolo stralcio tratto dal Libro di Umberto Eco ha avuto il vostro gradimento ve ne propongo un’altra porzione sempre tratta dallo stesso capitolo PICCOLA METAFISICA PORTATILE; pare che tale componimento sia stato scritto in realtà una mezza dozzina di lustri prima (quindi oggi ha mezzo secolo), pare anche che fosse ‘dedicato’ e diretto ad una fanciulla che aveva ‘pensato’ di mettere in atto un insano gesto.
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“Poi viene l’uomo. Con un cervello
che, per un certo qual machiavello,
per puri e semplici, quasi casuali
concomitanti fatti ambientali
è più complesso, più articolato
d’ogni organismo mai strutturato.
E’ più complesso dei minerali,
più assai dei fiori, degli animali
nel suo reticolo di relazioni
fatto di scambi, regolazioni,
tra centri multipli dà connessioni
tra più miliardi d’informazioni.
Commisurandolo all’Universo
stendere cifre è tempo perso:
perché i neuroni, in modo vario
han più struttura di un planetario!
Cosa succede? Così formato
l’uomo è degli esseri il più complicato,
e se pur vive soggetto alla morte,
di tutti gli enti è senz’altro il più forte:
e quindi adatta, infine costui,
non lui al mondo, ma il mondo a lui.
E questo è quanto si intende, io penso,
dicendo ‘l’Uomo da al mondo un Senso’.
Adatta il mondo al proprio cervello,
non l’uomo al mondo, ma questo a quello,
non si fa prono alla pastura
ma rifà il mondo a sua misura.”
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