Né con i clown, né con i cloni (e men che mai coi cittadini)

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Anche un matematico (seppur ‘impertinente’) può parlare di argomenti che si possono definire ‘politici’; eccovi allora il capitolo

NE’ CON I CLOWN, NE’ CON I CLONI

“Qualcuno ricorderà che dopo il 16 marzo 1978, giorno del rapimento di Moro, solo Moravia e Sciascia ebbero il coraggio di dire:
*Né con le Brigate Rosse, né con lo Stato*.
La mancanza di un analogo coraggio da parte dei comunisti italiani portò all’appoggio esterno al governo Andreotti, alla stagione del compromesso e della non sfiducia, e alla rimozione forzata nell’oblio politico del maggior partito della sinistra non appena la Democrazia Cristiana superò la propria crisi, un paio di anni dopo.
[…]
Tutti noi ricordiamo (o dovremmo ricordare ndr) che il 2 febbraio 2002, giorno della manifestazione di Piazza Navona, qualcuno ha avuto il coraggio di urlare dal palco:
*Nè con i clown di Berlusconi, né con i cloni di D’Alema*.

La mancanza di un analogo coraggio da parte della sinistra italiana potrebbe portare, nelle prossime elezioni, a una sua definitiva sconfitta e alla ripetizione in Italia delle disastrose ere reazionarie dei Reagan e della Teatcher, con analoghe e durature conseguenze anche dopo la loro apparente fine.
Il pericolo è purtroppo reale e immediato, dopo la proposta di una lista unica dell’Ulivo, e il successivo richiamo di *allargare quest’ultimo alla società civile, oltre che ai partiti*.
Ma dovrebbe essere evidente che i partiti singolarmente, così come le loro coalizioni elettorali, hanno come scopo principale, se non unico, la rappresentanza della società civile e dei suoi bisogni!

E se evidente non è, al punto che l’osservazione diventa quasi un monito di saggezza, significa che ormai tutti i partiti, quelli di sinistra compresi, non svolgono (più?) il loro ruolo di delega.
O, per dirla più crudamente, che anche a sinistra i partiti sono diventati l’espressione di una ‘nomenklatura’ e di una ‘burocrazia’ volta innanzi tutto e principalmente al soddisfacimento degli interessi personali e alla sopravvivenza politica dei loro membri. in fondo, la nascita e lo sviluppo delle organizzazioni non governative, del movimento mondiale ‘no global’ testimoniano appunto il disagio di una larga parte dell’elettorato nei confronti della politica istituzionale e dei partiti tradizionali.
Il vero problema politico da risolvere non è dunque far confluire i movimenti e le loro istanze all’interno di un partito o di una coalizione, ma come organizzare una forza che possa costituire un’alternativa elettorale credibile.

Un forza che sappia tornare alle origini della politica, rappresentando i ‘veri’ interessi dei lavoratori e degli intellettuali che da sempre costituiscono la base elettorale della sinistra, e che eviti compromessi con forze screditate e perdenti.
[…]
Se questa nuova ‘forza’ (in effetti scrive Ulivo, ma mi viene da ridere… ndr) saprà denunciare queste politiche e interpretare quelle sensibilità misconosciute, se saprà sbarcare la zavorra costituita dai politici professionisti e imbarcare una nuova classe dirigente (cioè capace di dirigere, se no è un’altra parola vuota di significato ndr) che rappresenti veramente la società, se saprà raccogliere e convogliare le molteplici istanze che i movimenti esprimono in mille maniere, dalla utopica alla disperata, allora ci darà una speranza.
Altrimenti non diventeremo complici di un nuovo tradimento degli ‘ideali’ di sinistra (ha scritto ideali eh, non ideologie… ndr), e avremo il coraggio di dire:
*Né con il Polo, né con l’Ulivo*.”

Come è andata a finire?
Con il senno di poi, come al solito qui da noi, a tarallucci e vino …
A proposito potete scegliere fra il vino prodotto da ‘baffetto’ D’Alema, oppure quello del pluri-neo Bruno Vespa, apprezzate ‘eccellenze’ del paese di Pulcinella.
Ah, il ‘pugliese’ produce in Umbria, e ‘l’abruzzese’ in Puglia, segno inequivocabile dell’amore per la loro terra!

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