Una fede cerebrale ___ (parte seconda)


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la prima parte la trovate qui …

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“La tradizione chimica del misticismo si perde nella notte dei tempi.
E la connessione fra droghe e religioni è troppo diffusa per essere casuale, come dimostrano i vari ‘cibi e nettari degli dèi’ della storia: il soma vedico, la manna ebraica, il loto omerico, il vino bacchico, la canapa indiana, il peyote messicano, la coca incaica, l’ayahuasca amazzonica, la ganja giamaicana, la kava fijiana…

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Non c’è comunque bisogno di andare troppo lontano, per vedere chimicamente Dio.
Basta il gas, come racconta William James in VOLONTA’ DI CREDERE.
O, ancora più semplicemente, bastano la vasca di deprivazione sensoriale, descritta da Richard Feynman in STA SCHERZANDO, MR. FEYNMAN!
O il deserto, come per Sant’Agostino.
O la cella (del carcere o del convento), come per San Giovanni della Croce.
O i digiuni e le veglie.
O le ‘trances’ indotte da danze, canti, mantra ossessivi.
O gli esercizi di respirazione guidata o forzata che accomunano le tecniche meditative più disparate dallo yoga allo zazen.

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Anche se, ovviamente, più i mezzi sono blandi, e maggiore diventa la difficoltà a raggiungere l’illuminazione.
Uno studio condotto sui monaci tibetani e suore cattoliche, descritto da Andrew Newberg e Eugene d’Aquili in DIO NEL CERVELLO, ha permesso di stabilire quale zona cerebrale venga attivata dalle meditazioni o dalle preghiere, e quale sia il meccanismo dell’illuminazione mistica.
Entrambe le tecniche producono una dissoluzione del senso del sé nella zona di sinistra, ma differiscono per gli effetti nella zona di destra.
Il blocco sensoriale provoca infatti anche una dissoluzione del senso dello spazio, che viene sperimentata come un’interconnessione olistica del sé con l’infinito o con il vuoto.
Il sovraccarico sensoriale assegna invece una valenza inusuale all’oggetto sul quale ci si concentra, che viene percepita come una comunione con esso: come dicono i mistici che meditano su immagini divine, *Deus factus sum* (Sono diventato Dio nda).

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Vari studi condotti su soggetti malati, descritti da Blakeslee e Ramachandran nel capitolo *Dio e il sistema limbico* di FANTASMI NEL CERVELLO, hanno permesso invece di inaugurare una tradizione elettrica del misticismo.
Si tratta sostanzialmente di stimolare artificialmente i lobi temporali, nei quali si situano le connessioni fra i centri sensoriali e l’amigdala, che è la parte del cervello preposta a dare significati EMOZIONALI agli avvenimenti esterni.
Stimoli inusuali ai lobi temporali possono provocare disfunzioni alla amigdala, con conseguente assegnazione di valenze cosmiche a oggetti e fatti anche banali: come dicono le UPANISHAD, di qualunque cosa *tat tvam asi* (tu sei quello).
Le stimolazioni dei lobi temporali può avvenire anche spontaneamente, ad esempio in crisi epilettiche.
E, ancora una volta, la connessione fra epilessia e religione è troppo diffusa per essere casuale.
Lo dimostrano, simmetricamente, sia le intense esperienze spirituali provate da molti epilettici durante gli attacchi, che l’epilessia di molti profeti e santi, da Paolo di Tarso a Maometto.

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Naturalmente, il paradosso fisiologico della religione sta proprio nella possibilità di interpretare questo fatti in maniere contrapposte.
Da un lato il credente rifiuterà di ridurre le proprie esperienze religiose a fattori elettrochimici, così come rifiutano una tale riduzione l’ansioso, il depresso e lo schizofrenico.
Dall’altro lato, il non credente si stupirà che il religioso, così come l’ansioso, il depresso e lo schizofrenico, ipostatizzino le proprie turbe psichiche attribuendole a cause metafisiche.

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Comunque sia, si conoscono da tempo farmaci psicodislettici, stimolanti dell’esperienza religiosa: ad esempio la mescalina e i funghi allucinogeni, descritti da Huxley in LE PORTE DELLA PERCEZIONE e da Castaneda nel ciclo di DON JUAN.
Farmaci inibitori, analoghi ad ansiolitici, antidepressivi e neurolettici, per ora invece non ci sono.
Ma c’è da scommettere che tra qualche tempo il medico arriverà a prescrivere una pillola al paziente che mostri sintomi religiosi.
E, magari, pillole diverse per religioni diverse…”

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6 pensieri riguardo “Una fede cerebrale ___ (parte seconda)

  1. ma sai che non capivo perche’ nel lettore non arrivavano piu’ i tuoi post e sembravi scomparso, ho pensato anche che fossi andato in ferie e ti fossi preso una pausa, scopro invece per caso in questo momento che non eri piu’ tra i blog che seguo. Stranezze di Wp! sara’ geloso del nostro feeling? 😄😄😄

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