La domanda è: cosa vieta di pensare che il Bettino, al netto dei suoi ‘maneggi’ comparabili con quelli di tutta la classe politica di allora e di oggi, non sia stato ‘fatto fuori’ perché, politicamente, ci vedeva troppo ‘lungo’ …?
Prima ‘contro’ gli Usa, a Sigonella, poi ‘contro’ l’eshtabliment tutto, con denunce ‘politiche’ mai discusse con il popolo.
A noi hanno sottoposto solo la parte ‘sconveniente’ dell’uomo (puttaniere) e del politico (ladro), salvando tutti gli altri, pari suoi.
Allora, provate a leggere il suo pensiero ‘politico’ che risale a vent’anni fa, e fatevi due domande eh …
Day 30 aprile 2017
Come il nostro spirito è d’impaccio a se stesso
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Ed ecco il momento adatto per presentare un personaggio ‘antico’ che tanto ha lasciato a chi ha cercato di capire il ‘tutto’.
Il Piergiorgio nazionale, tra questi.
Il Piercarlo, il Pierferdinando o i Pierpiero, ça va sans dire, certamente NO! 😉
Da ESSAIS
di Michel Eyquem de Montaigne,
meglio noto come Montaigne…
CAPITOLO XIV
Come il nostro spirito è d’impaccio a se stesso
(e già questo pare un paradosso ndr)
“E’ un’idea curiosa immaginare un spirito in perfetto equilibrio fra due desideri uguali.
Infatti non c’è dubbio che non prenderà mai partito, poiché la decisione e la scelta comportano ineguaglianza di pregio; e se fossimo posto fra la bottiglia e il prosciutto, con ugual voglia di bere e di mangiare, non ci sarebbe certo altro rimedio che morire di sete e di fame.
Per rimediare a questo inconveniente gli ‘stoici’, quando si domanda loro donde venga nella nostra anima la scelta tra due cose indifferenti, e che fa si che da un gran numero di scudi prendiamo piuttosto l’uno che l’altro, pur essendo essi tutti uguali e non essendovi alcuna ragione che ci induca alla preferenza, rispondono che quel moto dell’anima è fuori dell’ordine e della regola, venendo in noi da un impulso estraneo, accidentale e fortuito.
Mi sembra che si potrebbe dire piuttosto che non c’è cosa che ci si presenti nella quale non vi sia qualche differenza, per lieve che sia; e che, alla vista o al tatto, c’è sempre qualche di più che ci attira, sebbene impercettibilmente.
Allo stesso modo immaginando uno spago ugualmente forte in ogni punto, è assolutamente impossibile che si rompa; infatti da che parte volete che cominci la rottura?
E che si rompa dappertutto contemporaneamente, non accade in natura.
Chi a questo aggiungesse anche le proposizioni geometriche che deducono dalla certezza della dimostrazione che il contenuto è più grande del contenente, il centro grande quanto la circonferenza, e che trovano due linee che si avvicinano progressivamente l’una all’altra senza potersi mai congiungere, e la pietra filosofale, e la quadratura del cerchio, dove la ragione e l’esperienza sono così contrastanti, ne trarrebbe forse qualche argomento per rafforzare quel detto ardito di Plinio :
*solum certum nihil esse certi, et homine nihil miserius aut superbius*
(non c’è altra certezza se non che niente è certo, e niente è più miserabile e più orgoglioso dell’uomo)
– Naturalis Historia, II, VII. “
Che dire? Montaigne è SEMPRE spettacolare !
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Paradossale Paese
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Riecco i tormentoni di un paese tormentato (dagli imbecilli e dai ‘figli e’ ndrocchia’).
Dunque, l’attuale farsa riguarda un magistrato ‘inquirente’ (e qui il termine è importante) che sta indagando, con ottimi motivi, su un possibile (più che probabile) traffico di esseri umani che coinvolgerebbe anche ‘strutture’ che, comunemente, ‘si considerano al di sopra di ogni sospetto.
Intorno a ciò, girano i soliti miliardi di €uro.
Ovvio o comunque ‘logico’ che, vista la dimensione del fenomeno, tutti quelli che ‘devono’ sapere, sanno.
E che succede?
Che il magistrato inquirente viene inquisisto … ma daiiii …
veramente questo assurdo Paese è capace di qualsiasi paradosso possibile e immaginabile, partendo (e non può essere altrimenti) dal fatto che la gente ‘comune’, ormai, si beve tutto quello che gli si propina o gli si vuol far credere.
Va da sé, in queste condizioni, che la mente rivada al bel libro già sottoposto in alcune pagine, ad opera di una personaggio tanto intelligente e acculturato (nel senso che è assoluto padrone di ciò che dice e scrive) che non ha neanche bisogno di apparire ‘simpatico’ a un vasto pubblico che, nella pratica, o lo giudica saccente, insomma: il ‘ma chi si crede di essere’ …
Si parla, evidentemente, di Piergiorgio Odifreddi, e, riprendendo in mano il suo libro, troviamo che nell’Introduzione ‘paradossale’ dell’opera, ci siano alcuni ‘passi’ significativi, incrociandoli poi con un pensiero ‘antico’, di un altro grande personaggio del passato che, con parole diverse. esprime gli stessi ‘concetti’.
Inutile sottolineare che il ‘pensiero’ (quando è limpido e libero) non può essere che circolare; tenetene conto, altrimenti ci si perde in migliaia o milioni di sentieri che non portano da nessuna parte !
(citazione free mind)
“Enunciare paradossi, nel senso di andare contro l’opinione comune, su medesime questioni equivarrebbe a dichiarare guerra ai mulini a vento.
E scatenerebbe la reazione della potente armata di politici, preti, pubblicitari e giornalisti al soldo dei vari dipartimenti del Ministero della Propaganda.
Il nostro tempo e il nostro spazio saranno, dunque, meglio investiti se ci interesseremo di paradossi più istituzionali.
I quali, lungi dal distruggere l’universo, si limitano a imbarazzare il pensiero con la loro caratteristica essenziale: di essere ‘argomenti sorprendenti, perché poco probabili ma molto credibili, o molto probabili ma poco credibili’.
Poiché un argomento come Dio (o logica) comanda si compone di premesse, ragionamento e conclusione, questa definizione permette un’immediata classificazione in tre tipi:
1) Un paradosso è ‘logico’, o ‘negativo’. se riduce all’assurdo le premesse su cui si basa.
L’attributo ‘negativo’ non è da intendersi in senso denigratorio.
Significa soltanto che l’argomento mostra l’inaccettabilità di assunzioni apparentemente innocue, e spesso implicite.
E stimola una rifondazione delle aree del sapere che su di esse, consciamente o inconsciamente, si fondano.
2) Un paradosso è ‘retorico’, o ‘nullo’, se si limita a esibire la sottigliezza di un ragionamento, o a esaltare l’abilità di chi lo produce.
Usato didatticamente o letterariamente, l’artificio può anche essere efficace.
Ma come metodo filosofico rischia di ridurre la cultura al sofismo, e per questo fu severamente criticato da Platone nel GORGIA.
3) Un paradosso è ‘ontologico’, o ‘positivo’, se attraverso un ragionamento inusuale rafforza le conclusioni a cui arriva.
A questo si riferiva Schopenhauer. quando diceva che
*la verità nasce come paradosso e muore come ovvietà*.
O Willard Quine (filosofo analitico e logico ndr), quando notava che
*quello che per uno è contraddittorio, per un altro diventa paradossale, e per un altro ancora banale*.
Quanto ai modi, sono anch’essi molteplici.
Oltre al ragionamento formale, nudo e crudo, alcuni paludamenti e figure letterarie si prestano particolarmente bene all’esposizione di argomenti paradossali.
Ad esempio, l’enfasi di un’iperbole (usatissima ndr), quale: ‘Tutto è un paradosso’.
O la concisione dell’ellissi, la cui forma più pura e: ‘0 = 1’.
O la trasposizione della ‘parabola’, che presenta un paradosso come metafora di un problema.
O l’inversione del ‘chiasma’ (incrocio immaginario tra due coppie di parole ndr), che rivolta affermazioni come ‘il reale è paradossale’ in ‘il paradossale è reale’.
O la contrapposizione dell’ossimoro, il miglior esempio del quale è ‘ossimoro’ da oxis (furbo), e moron (scemo), cioè, letteralmente un ‘idiot savant’.
O ‘l’antifrasi’, tipica dei discorsi che dicono una cosa intendendo il contrario.
O ‘l’ironia’, sempre implicita e spesso esplicita, in argomenti sorprendenti.
E così via.
Una volta classificati i tipi e i modo dei paradossi, ci si può domandare che farne.
Tutto dipende dall’atteggiamento con cui essi sono considerati, che può andare dal tragico all’umoristico, dal rifiuto all’accettazione.
Fra gli estremi appena accennati è possibile inserire un’intera tassonomia (disciplina della classificazione ndr).
Aristotele e Russell li hanno temuti come la natura aborrisce il vuoto, cercando di proporre soluzioni più o meno soddisfacenti e utili.
Pirrone e Hegel hanno abbracciato la contraddizione come i ‘kamikaze’ andavano incontro alla morte, basando su di esse il loro rifiuto della conoscenza e della realtà.
Kant ha brandito le antinomie come il cacciatore un fucile a quattro canne, sparando pallettoni sui merli che credono di credere e invece si illudono soltanto di pensare.
Kierkegaard ha usato i paradossi come le spinte che si ricevono sul trampolino, per favorire un salto nel vuoto oltre il bordo della ragione.
Carroll, Kafka e Borges hanno costruito le loro opere letterarie su girandole di situazioni paradossali, al limite e oltre.
Bateson e Watzlavick (entrambi psicologi e sociologi ndr) sono arrivati a considerare paradossale ogni forma di comunicazione umana, fondando su questa visione una singolare terapia psichiatrica.
Insomma, la storia dei paradossi è letteralmente uno sterminato spettacolo di varietà, con scene che vanno dalla tragedia all’operetta (o all’opera buffa… ndr).”
In questo ‘gradevole’ testo c’è TUTTO quello che, oggi, conosciuto e NON divulgato (cioè reso comprensibile a tutti), attiene alla ‘comunicazione’ che, gestita da un ‘media’, cioè da un ‘mediatore’ si trasforma in ‘propaganda’ che ha, come unica finalità, farci credere la ‘LORO’ verità, che è, appunto, paradossale… 🙂
Facciamola una riflessione, che male non fa, anzi…
un esempio classico ? … Eccovelo …
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Ong e migranti, Travaglio sostiene Zuccaro: ‘Non provino più a mozzargli il dito e governo agisca’
Ong e migranti: Quando un pm scopre una grave disfunzione amministrativa o un fenomeno che può danneggiare lo Stato, è bene che lo segnali alle autorità
Sorgente: Ong e migranti, Travaglio sostiene Zuccaro: ‘Non provino più a mozzargli il dito e governo agisca’
salvare l’Economia ?
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Oggi la dimensione economica è divenuta talmente ipertrofica da esser totalizzante: si agisce sempre e solo in funzione dei bisogni dell’economia, anche quando l’economia distrugge l’umanità.
Io sostengo che per esprimere il vero potenziale degli esseri umani, tale dimensione economica dovrebbe essere ridotta al minimo, all’essenziale, e che si debba porre l’economia al nostro servizio, non il contrario.
Nessun individuo dovrebbe essere disposto a fare sacrifici per salvare l’economia, all’opposto: bisognerebbe sacrificare l’economia per salvare gli esseri umani.
Io trovo assolutamente ridicola, ingiusta, insensata, dannosa e antisociale, l’idea che un essere umano per sopravvivere debba forzosamente ridursi a mera macchina all’esclusivo servizio del Capitale nell’epoca in cui le automazioni ed i software di intelligenza artificiale potrebbero liberare largamente l’umanità dalla schiavitù del lavoro.
Io dico una cosa semplicissima: svincoliamo l’economia dal profitto, realizziamo un sistema pubblico che produca beni e servizi di alta qualità per tutti in modo quanto più possibile automatizzato, guardando all’utilità, all’efficienza e alla sostenibilità ambientale.
Diamo a tutti gli esseri umani questi beni essenziali, in modo che ognuno abbia la certezza di poter vivere in modo più che dignitoso e possa anche scegliere liberamente come vivere la propria vita e in che modo contribuire attivamente alla società, in base al proprio talento e alle proprie vere passioni.
Non c’è bisogno di schiavi piegati dagli obblighi sociali che lavorano per distruggere l’umanità diretti da presunti filantropi accecati dall’inevitabile follia indotta dalla ricerca del profitto, ma di esseri umani liberi che cooperano per il benessere collettivo illuminati dall’amore e dalla passione.
Verrà un giorno in cui le coscienze si eleveranno a tal punto che gli esseri umani sceglieranno di agire in sinergia per il bene comune, senza alcun bisogno d’imposizioni e di ricatti sociali, come farebbero dei veri Figli delle stelle.
Mirco Mariucci
( tratto dala pagina Fb di Utopia Razionale )
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Che aggiungere se non che è perfettamente vero ma completamente ignorato ?
“verrà il giorno” ???
chi lo può dire … certo è un auspicio ma a volte (anzi spesso) l’ottusità dell’essere umano è più forte di ogni logica …
In ogni caso, se anche fosse, non sarà mai la FINANZA a farlo …
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SCIE CHIMICHE: LA FINESTRA DI OVERTON
Sorgente: Su La Testa!: SCIE CHIMICHE: LA FINESTRA DI OVERTON
Eppure (nonostante le prove) ancora in molti deridono chi ne parla … un altro effetto della disinformazione mainstream
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Narcisismo da social network, quando la vanità sfiora la malattia
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Crepet non mi sta particolarmente simpatico e non condivido sempre quello che dice ; però vediamo cosa dice sui ‘social’ …
Sorgente : Narcisismo da social network
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1° Maggio
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Voglio anticipare tutti e del 1° Maggio voglio parlare oggi;
anche perché ho molti dubbi su cosa festeggiare domani …
i lavoratori (dicono) …
ma per intanto, da un po’ di tempo, la ‘festa’ è al LAVORO che l’hanno fatta …
e ‘che festa’ … con i fiocchi e controfiocchi !!!
Non che prima il lavoro fosse una passeggiata di salute (era però ‘abbondante’) ma rivoluzione industriale, automazione, informatica, finanza ed in ultimo le multinazionali hanno reso il lavoro una buia ‘prigione’ (sempre più piccola) ma la cosa tragicomica è che quelli che sono fuori di essa stanno molto peggio di quelli ‘dentro’ …
strano mondo il nostro attuale …
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