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une étrange atmosphère
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Cerchiamo di capire, per quanto nelle nostre possibilità, cosa sta succedendo in Francia.
Deve essere chiara una cosa: la Francia non è (solo) Parigi e/o le grandi città.
La Francia ‘profonda’ è altra cosa, molto meno contaminata dalla sotto-cultura oggi imperante.
Più spontanea e godereccia, nel solco di una tradizione millenaria.
La Francia ha anche molti più anticorpi di noi, potendo contare su una classe intellettuale di primissima vaglia che critica e stimola, da sempre, il conformismo a cui in troppi si adagiano, anche lì.
Ora, sta accadendo, che i giochi di potere stanno distogliendo l’attenzione dei francesi dalla ‘combine’, per usare un loro termine, che è stata messa in atto per pervenire a quello che a noi è chiaro dai tempi del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: tutto cambia, per non cambiare nulla …
Come sempre, da noi, il focus sul dibattito in corso, si concentra sulla ‘presunta’ omosessualità di tale Macron, che sarebbe coperta dal matrimonio con una signora, oggi, sessantaquattrenne, con quel provincialismo pettegolo sempre alla ricerca della ‘pruderie’ più che del nocciolo, o dall’immancabile giochetto, se il personaggio è di destra o di sinistra …
Sempre fermi eh, come paracarri 😉
Va da sé, che si può riassumere il tutto con: guarda la pagliuzza, che la trave te la mettiamo noi, dove ben sappiamo … eheheheheheh
Allora, eccoti un tassello di questo immenso puzzle che è diventato il mondo globalizzato, che ci è ampiamente sfuggito di mano, le nostre, ma che (viceversa) è saldamente nella mani di pochi che inciuciano in ogni dove, illudendo le ‘anime belle’ [gli ipocriti in servizio permanente effettivo (i cattolici praticanti, in primis), i parassiti che si attaccano a ogni cosa che abbia un contenuto ‘proteico’, e i perbenisti, quelli che si accontentano di ‘apparire’ e piacere… e tutti gli altri coglioni della loro risma].
(un amico)
Da INTERVENTIONS
(1998) di Michel Houllebecq
IL SOCIALISMO E IL CAPITALISMO SONO INCAPACI DI DARSI UNA MORALE ALTRUISTICA.
“Forse è un aneddoto apocrifo, ma io lo amo molto: sarebbe stato Robespierre a insistere per far aggiungere la parola ‘fraternité’ al motto della Repubblica Francese.
E’ come se egli fosse stato folgorato dall’intuizione che ‘liberté e égalité’ erano termini antitetici; e che era assolutamente indispensabile un terzo termine.
La stessa intuizione che ebbe verso la fine, quando cercò di impegnarsi nella lotta contro l’ateismo, di promuovere il culto dell’Essere Supremo (e questo in un momento di gravi rischi, nel bel mezzo della carestia, della guerra civile e della guerra con i nemici esterni); vi si può ravvisare un preludio del ‘Grand Etre’ di Auguste Comte (sociologo, tra i più importanti ndr).
Più in generale, mi sembra poco verosimile che una civiltà possa sopravvivere senza una religione qualsiasi (precisando chiaramente che una religione può essere atea, come per esempio il buddhismo).
La conciliazione degli egoismi a opera della ragione, errore del secolo dei Lumi al quale i liberali continuano a rifarsi nella loro incurabile idiozia (salvo che si tratti di cinismo, il che non cambierebbe le cose), mi sembra costituire un fondamento tanto fragile da risultare risibile…
[…]
Io mi sono definito ‘comunista ma non marxista’ (né tanto meno leninista, stalinista, maoista ndr); l’errore del marxismo è stato immaginare che sarebbe bastato cambiare le strutture economiche e che il resto sarebbe seguito; il resto, come si è visto, non è seguito.
Se, per esempio, i giovani russi si sono adattati così rapidamente al clima ripugnante di un capitalismo mafioso, è perché il regime precedente si era dimostrato incapace di promuovere l’altruismo.
E se non vi è riuscito, è perché il materialismo dialettico, basato sulle stesse premesse filosofiche erronee del liberalismo, è intrinsecamente incapace di approdare a una morale altruistica.”
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Spero sia chiaro, anziché trastullarsi con categorie morte e sepolte, ci si domandi, ognuno per sé, se siamo o riusciamo a essere ‘altruisti’, a pensare (anche) agli altri, espungendo dal contesto civile chi pensa di poter vivere ‘parassitariamente’ sulle spalle degli altri.
Se si riuscirà a farlo (e ne dubito), giudicare uno di dx o di sx, non avrà più alcun senso, se no quello di scoprire ‘plasticamente’ quanti, su questa contrapposizione, è anni che giocano in modo sporco.
Per logica conseguenza, le centinaia di ‘marchettari’ di regime, sarebbero costretti (finalmente) a cercarsi un vero lavoro.
(ogni riferimento al ‘gommone’ sud tirolese, e compagnia parlante di pseudo giornalisti, è puramente voluto 😉 )
PS. C’è poi che è ‘capace’ di fare estrema sintesi intorno a ragionamenti ‘complessi’.
Vedere sotto !!!
E’ una dote… 🙂
(sempre lo stesso amico)
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Trattasi di una corrispondenza (definiamola così) non privata (per questo la sto postando) con un amico mio che conosce molto bene la Francia (e non la definisce la terra dei ‘cugini’, con quel senso di fastidio e superiorità che invece molti italiani hanno);
anzi se vogliamo proprio pignoleggiare diciamo che forse 2/3 mila anni fa c’era più cultura in Italia (ed in Grecia) rispetto ai Paesi ‘barbari’ del Nord … ma di sicuro in quanto a popolo ‘unito’ loro hanno secoli di ‘esperienza’ in più rispetto a noi che abbiamo solo 150 anni di esistenza da questo punto di vista (a ben pensare noi siamo ‘gli Stati Uniti d’Italia’ eheheheheh 😉 )
Macron ha molti difetti ‘veri’ che vengono tenuti ben celati mentre si disperdono le energie a disquisire sui difetti ‘presunti’ (e molto meno significanti) …
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Sarà anche uno spot elettorale … però è interessante … non trovate ?
(per leggerlo tutto clicca su ‘see more’ 😉 )
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‘Oggi‘ di certo è il 25 Aprile …
‘Oggi‘ ‘forse‘ è l’anniversario della Liberazione …
Non voglio farla lunga, chi mi legge sa ormai cosa e come la penso sul mondo di ‘oggi‘,
vorrei solo chiedervi di fare una riflessione :
‘oggi‘ è un giorno da festeggiare ? (dopo tutto nella II° guerra mondiale noi, come Paese, eravamo dalla parte di chi l’ha persa)
Ma, e soprattutto, da quel giorno fatidico, ‘oggi‘ siamo veramente ‘liberi‘ (e migliori) ???
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dall’Introduzione del libro del 2008
Economia canaglia
Il lato oscuro del nuovo ordine mondiale
di Loretta Napoleoni
Eccovi alcuni stralci del seguito dell’introduzione la cui prima parte trovate qui …
Non credo necessiti di ulteriori commenti in quanto sono pensieri comprensibilissimi e, purtroppo, condivisibilissimi;
L’economia canaglia è un fenomeno ricorrente nella storia, spesso legato a grandi e improvvise trasformazioni della società.
E proprio nel corso di questi mutamenti radicali che i politici tendono a perdere il controllo dell’economia.
E quest’ultima diventa una sorta di entità autonoma, di strumento banditesco nelle mani di attori nuovi e spregiudicati.
[…]
Il carattere canaglia, banditesco dell’economia è quello che ha caratterizzato la maggior parte delle più significative transizioni storiche. Ed è stata proprio questa caratteristica avventuriera, spregiudicata e autonoma a distruggere le vecchie logiche economiche, gli antichi imperi, e a far nascere nuovi sistemi di potere. Mentre la scoperta dell’America rivoluziona l’immaginario europeo, il bottino delle civiltà precolombiane finisce nelle mani degli spietati conquistadores.
E oggi l’economia è ridiventata canaglia perché il mondo sta attraversando una fase di
trasformazione profondissima, forse la più profonda di tutti i tempi.
[…]
La corruzione esiste in ogni società, sia essa comunista o capitalista.
Ma l’economia canaglia ha permesso la diffusione del germe della corruzione su scala globale. E a differenza della corruzione tradizionale, generalmente contrastata da un sistema di valori che tende a combatterla, quella originata dall’economia canaglia impone uno stile di vita dissoluto che alla lunga danneggia tutti: vincenti e perdenti, poveri e ricchi.
Non conta più in quale parte del mondo uno si trovi a vivere, l’unica cosa che conta è che è l’economia canaglia a dare una forma e un percorso alla nostra vita, a condizionare non solo il modo in cui dobbiamo vivere, ma anche quello in cui ci troveremo a morire.
Negli Stati Uniti c’è un killer a piede libero.
Si chiama obesità.
Quattrocentomila morti all’anno, il 16 per cento di tutti i decessi negli Usa ha a che vedere con l’obesità.
E per una sorta di ironia del destino, questa epidemia, che aveva le sue origini negli anni settanta, divenne pubblica solo negli anni ottanta, quando le persone, già in modo autonomo, avevano cominciato a ragionare sulla questione del sovrappeso.
Proprio nel momento in cui gli americani hanno deciso di diventare più magri, si sono ritrovati più grassi.
La battaglia contro il grasso ha prodotto l’ondata di diete ipolipidiche.
Il grasso è stato sistematicamente tolto dai cibi e sostituito con carboidrati, che comunque hanno un alto contenuto calorico e ci fanno ingrassare.
Persino la tradizione contadina insegna che il grano ingrassa i buoi e, nonostante questo, gli scaffali dei supermercati si sono riempiti di cibi a basso contenuto di grasso, ma pieni di carboidrati, con il risultato che spesso il contenuto calorico non cambia assolutamente.
Fate la prova e vedrete.
Dagli Stati Uniti l’obesità si è mossa attraverso il resto del mondo occidentale fino a raggiungere l’Asia e persino l’Africa, dove i più ricchi si lasciano sedurre dallo stile di vita occidentale.
I consumatori sono del tutto inconsapevoli del fatto che i cosiddetti prodotti dietetici non sono di alcun aiuto e anzi in qualche caso possono arrivare a ucciderli.
Vince l’illusione dell’elisir di eterna giovinezza, il low fat, il cibo con minor quantità di grassi, è molto spesso una pura menzogna venduta dalle multinazionali dell’alimentazione con la complicità di rivenditori e agenzie governative.
Ed è un business multimiliardario.
Quasi ogni prodotto di consumo ha una storia oscura e nascosta, che si intreccia con la schiavitù e la pirateria, con i falsi e le frodi, i furti e il riciclaggio.
E il luogo privilegiato per l’economia canaglia rimane il mercato globale.
I prodotti canaglia penetrano e corrompono, distruggono dal di dentro le economie tradizionali.
Quando compriamo una fede nuziale prodotta con l’oro delle miniere del Congo estratto dai bambini che lavorano per gli spietati signori della guerra, oro che poi viene venduto di contrabbando in Uganda con finti certificati da imprese senza scrupoli, ecco che stabiliamo un contatto con il mondo sotterraneo dell’economia illegale e criminale dell’Africa.
E abbiamo solo comprato il nostro anello di nozze.
Del resto noi sappiamo molto poco di questi legami oscuri, queste interdipendenze celate dalla complessità del mercato che tesse la ragnatela delle fantasie e delle illusioni in cui i consumatori vivono.
Come personaggi del film Matrix, i consumatori vivono in un mondo di fantasia in cui qualcuno li ha convinti che la loro è in assoluto la vita migliore possibile.
E perché no?
In fondo, pensandoci bene, noi abbiamo accesso a possibilità e opportunità che i nostri genitori o nonni non potevano nemmeno permettersi di sognare.
L’aspettativa di vita è cresciuta grazie alla medicina, la povertà è stata ridotta e il consumo è il nuovo passatempo globale.
Lo shopping è diventato la terapia più efficace per combattere noia e depressione.
Sono questi i messaggi che riceviamo quotidianamente.
Ma se cerchiamo di guardare dietro la facciata comoda della vita di tutti i giorni e seguiamo il percorso di quello che consumiamo, scopriamo, come gli eroi di Matrix, che il pianeta reale è in pieno marasma commerciale.
Ma questo non è un libro sulle origini oscure dei prodotti sugli scaffali dei supermercati, né sulle bugie che ci vengono sistematicamente propinate dagli imbonitori che promettono eterna giovinezza.
Non è nemmeno un manuale contro la globalizzazione o il manifesto per la rivoluzione dei consumatori.
Nasce piuttosto dalla voglia di dare ai consumatori, dunque a tutti noi, strumenti di conoscenza e di interpretazione per capire il mondo in cui viviamo.
E ci permette di farlo attraverso esempi e storie.
Cercherò infatti di dimostrare come l’economia canaglia non sia un fenomeno eccezionale ma endemico, una forza oscura codificata nel Dna della nostra società e sempre in agguato.
Pronta a uscire allo scoperto.
Sbirciare attraverso i fenomeni superficiali della vita moderna non basta per dar conto della vera natura di un meccanismo che, sebbene parte integrante della storia dell’umanità, non è mai stato identificato e riconosciuto come tale.
Per capire la natura dell’economia canaglia dobbiamo partire dalle sue stesse fondamenta.
Dalla battaglia mai interrotta tra politica ed economia: una guerra sotterranea che caratterizza tutto il corso della storia.
Questo è dunque in realtà un libro sul mondo moderno, che rischia di venire totalmente ridisegnato, in modo quasi inconsapevole, dall’azione di queste forze economiche oscure.
È la descrizione impietosa di una ragnatela di illusioni politiche ed economiche costruita sapientemente per imprigionare i consumatori in un mondo virtuale gestito dai nuovi attori canaglia.
È un libro su quello che, in fondo, è solo l’ultimo capitolo di una storia antica.
Una storia che ci costringe a ricordare che ora, come nel passato, l’umanità è sempre costretta a pagare un prezzo molto alto per ognuna di quelle che poi i libri di storia definiscono conquiste.
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