il Pozzo


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“Lo stesso pozzo dal quale si leva il tuo riso, è stato spesso colmato dalle tue lacrime.
Quanto più il dolore incide in profondità nel tuo essere, tanta più gioia potresti contenere.
Sei sospeso tra dolore e gioia come bilance.
Ogni cosa muore per tornare alla sua origine.

La vita è un cammino e la morte è un ritorno.”

(Khalil Gibran)

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( tratta dalla pagina FB di  Realtà, inganno e manipolazione )

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ci risiamo …


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Come sempre fila tutto liscio in questo ameno Paese …

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(ANSA) – ROMA, 4 DIC

“Ci hanno impedito di entrare per prendere parte alle operazioni di spoglio dei voti degli italiani all’estero qui a Castelnuovo di Porto.
Siamo gli unici che sono stati lasciati fuori e questa è davvero una scorrettezza grave!”.
Lo denuncia il consigliere regionale M5S del Lazio, Davide Barillari.
A protestare anche i rappresentanti di Sinistra Italiana, del “Comitato per il No” e il “Gruppo Senatori per il No”.
“Hanno sbagliato in Corte d’Appello, i nostri nomi sono stati messi nella lista sbagliata, in quella dei ‘Senatori per il sì – spiega Barillari – intanto hanno fatto per due ore quello che volevano, è una violazione della democrazia”.
“I seggi del voto degli italiani all’estero hanno iniziato le operazioni di spoglio senza la presenza dei rappresentanti dei promotori per il No – denuncia Sinistra Italiana – in aperta violazione della legge.

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Bisogni reali o …


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“Una civiltà governata dalla ricchezza e dalle armi è totalmente ripugnante! Al contrario, ogni uomo dovrebbe liberare il proprio cuore dai desideri, perché chi nulla desidera ottiene più di quanto abbia bisogno.”

(Lao Tze)

( tratta dalla pagina FB di     Realtà, inganno e manipolazione )

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Etica Ozio Stress e …


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Oggi è il gran giorno del referendum, quale occasione per ricordare a tutti gli elettori che esiste anche un qualcosa di intangibile ma maledettamente “reale” quale l’ETICA ? (certo tale esortazione è indirizzata ad una “certa” parte di elettori, quelli che voteranno contro i loro stessi interessi convinti da un mentitore seriale e la sua gang … che dite ho infranto il “silenzio elettorale” ???)

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Partendo da una parola ‘metafisica’: ETICA, si può arrivare, per logica e coerenza, ad assumere un atteggiamento mentale complessivo, sia verso se stessi, sia verso il mondo sociale che ci circonda.
E’ evidente che di conseguenza, non essendo automatica l’applicazione di tale atteggiamento etico in ogni circostanza, ci troviamo di fronte (più o meno spesso) alle nostre incongruenze ed ai nostri errori; è altrettanto evidente che i più non avendo l’onestà intellettuale di riconoscerli “propri” tendono a “scaricarli” all’esterno, sulla cosiddetta “società” che li circonda;
ma la società è una cosa astratta, solo un insieme di individualità singole (più o meno responsabili) e quindi diventa la vetrina delle nostre indecisioni, incapacità, paure e mancanze di volontà; a tutto ciò si sommano poi gli altri difetti umani quali l’invidia e l’egoismo (solo per fare degli esempi).

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Ho pensato, allora, di trascrivervi un altro capitolo del libro ADESSO BASTA dell’ottimo Simone Perotti, uomo libero, capace e intelligente, che lascia delle tracce per quelli che vogliono veramente capire.
Tutti gli altri viaggino pure in balia dei venti, alla deriva sulla “loro” zattera esistenziale;

Capitolo: LA MAPPA

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*Ieri, passeggiando tra la Nona avenue e la Quarantaduesima strada ho visto un operaio che su un Caterpillar spostava pietre enormi con una maestria straordinaria.
Gli ho chiesto il numero di telefono e gli ho detto che volevo scrivere un articolo sulla gente come lui che sa ciò che fa e, anche se guadagna poco, lo fa con orgoglio e passione.
Più che l’amoralità, il problema del nostro tempo è proprio questo: pochissimi, inclusi gli amministratori delegati delle banche che guadagnano nove trilioni di dollari all’anno, sanno che diavolo stanno facendo*

Gay Talese

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“Nessuno va a caccia del tesoro senza una mappa.
Occorre capire se vogliamo smettere la nostra vita codificata per generico desiderio di libertà, oppure (anche) per seguire qualche sogno, qualche altra direzione, per dedicarci a qualcosa che ha un nome e un cognome.
Il nostro punto di partenza, essendo schiavi, è che non siamo liberi, cioè non abbiamo tempo e possibilità, ma siamo del tutto occupati da qualcosa, che per conseguenza non ci lascia liberi di pensare, progettare fattivamente, operare.
Al termine di questo percorso, quando la mappa su come ‘liberarci da’ sarà del tutto chiarita, potremo risolvere la prima parte del rebus e svincolarci da ciò che ci trattiene.
Ma non avremo necessariamente risolto la seconda parte del problema.
Cosa che invece bisogna fare.
Potremmo tutti convincerci o pensare che se non andassimo più a lavorare tutte le mattine, saremmo liberi di dormire quanto ci pare, svegliarci a mezzogiorno, gironzolare per casa in pigiama, fare zapping, mangiare, dormire, passeggiare senza meta per la città, guardare la gente e via così.

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Per un periodo qualcuno potrebbe vivere benissimo così, godendosela come un vero ‘flàneur’.
Ammetto che a volte lo faccio: due paginette di libro, un po’ di TV, qualche canzone, un po’ di sole su una panchina. Per me che ho sempre vissuto di corsa è corroborante.
Ma, a parte il protagonista di qualche storia scritta da Paul Auster, non si può vivere così, non durerebbe.

1309

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Ne LA LENTEZZA, Milan Kundera ci ricorda che *nel nostro mondo ozio è diventato inattività, che è tutt’altra cosa: chi è inattivo è frustrato, si annoia, è costantemente alla ricerca del movimento che gli manca*.
Non dimentichiamoci la differenza tra la nostra parola moderna: ozio e quella latina: otium.
Il coefficiente di inazione fisica tra le due parole è simile, ma non il significato ultimo, che invece è diversissimo.
L’otium latino indicava una prevalenza di azione intellettuale sull’azione fisica, dunque un perder tempo produttivo.
Uno dei modi essenziali per vincere la solitudine non è imparare a non far niente. Quelli sono solo esercizi, per fare esperienza della solitudine come processo scelto e non imposto.

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Il modo migliore per vivere è essere liberi da impedimenti stressanti e dunque avere il tempo e il modo per fare quello che ci piace.
Attenzione! ‘A me che cosa mi piace?’. Sì proprio a-me-mi, come si dice in gergo.
La domanda è semplice, ma la risposta no.
Conosco un numero enorme di persone che non si è mai posto questo quesito.
Anche la domanda è frutto di questa epoca di paradossi, in cui le opportunità apparentemente non mancano, ma vengono sistematicamente sprecate.
Meglio avere un vincolo quotidiano che ci impedisce di fare e ci protegge dalla domanda.
Il lavoro fa esattamente questo: impedisce di farci domande a cui non abbiamo risposte.
[…]

1310

Ebbene, io sostengo tutto il contrario, cioè che:
I sogni devono essere ambiziosi, ma al tempo stesso devono essere realizzabili per noi, alla nostra portata.
I sogni irrealizzabili non vanno sognati.
Sono una scusa che ci proietta nell’utopia sterile e ci fa fuggire dalla realtà.
I sogni buoni chiedono di essere perseguiti e meritano tutti gli sforzi possibili per realizzarli.
Quando si avverano, se erano effettivamente sogni adatti a noi, ci rendono molto, ma molto felici.
Se non ci rendono felici vuol dire che avevamo sbagliato sogni, oppure che abbiamo tralasciato qualcosa nel processo di avvicinamento.
Una volta realizzati, i sogni aprono spazio e opportunità per nuovi sogni (realizzabili).
[…]
I giornali parlano di disagio sociale, di mancanza di stimoli e di valori, di tedio e noia che portano a compiere stragi e atti di bullismo.

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Secondo il ‘Corriere della Sera’ dei primi di marzo del 2009, pare che a Milano si consumassero circa 700mila confezioni di ansiolitici all’anno.
Uno su due residenti a Milano ne farebbe uso.
Le droghe non sono censite, ma se le aggiungiamo ai farmaci il quadro è chiaro.
Eccolo il segno del fallimento e della follia: non trovare il senso, non trovare l’energia, vivere nel tedio e nella disperazione da doversi imbottire di farmaci e droghe.
Da chi ha prodotto questa società e da chi la vive ogni giorno senza alcuna ribellione, non accetto lezioni di concretezza e realismo.
Lo schema delineato sopra non è né folle né insensato.
Basta tentare di applicarlo e si è subito fuori dal disaguo esistenziale, dalla mancanza di stimoli, dalla follia!

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La vita non è necessariamente riuscire a fare tutto quello che si vuole.
Questa idea genera frustrazione e mancanza di senso.
La vita è avere una mappa (magari una mappa che si evolve di continuo, che muta), anzi aver disegnato la propria mappa, e cercare di seguirla.
Ecco un’altra buona regola da fissare ben chiara nella mente e nel cuore: nella vita serve un mappa, ma il vantaggio della mappa non è solo portarci diritti al tesoro. Il vero tesoro della mappa, è la mappa stessa”.

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Ecco ! Questa persona ha ‘sognato’ e poteva benissimo non farlo, avendo una ‘vita’ di successo e appagante (con gli ovvi risvolti: vivre sempre di corsa, essere sempre a disposizione, accumulare stress da iper-lavoro e via discorrendo).
Realizzando il suo sogno, si è ‘liberato’ dalle costrizioni di un mondo che ti paga, anche tanto, ma che pretende da te sempre un pò, o anche molto, di più di quello che ti da.
In cambio, puoi toglierti un sacco di ‘soddisfazioni’ tutte d’ordine materiale, arrivando perfino a diventare compulsivo.
Il rovescio della medaglia è che ti si inaridisce l’anima, e se la tua coscienza è attiva e in ordine, cominciano i conflitti ‘interni’; il famoso ‘essere o avere’ di Erich Fromm.
Se, come dice Perotti, riesci a realizzare il tuo sogno, si aprono altri sogni e prospettive, e, se sei ‘capace’, quindi ‘preparato’, realizzi altre possibilità, sentendoti, pur se impegnato, libero e soddisfatto.
Se poi arrivano anche dei soldi… meglio ! Ma non necessariamente…
( citazione )

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Democrazia


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Oggi si vota ma, pur trattandosi di un referendum e non di elezioni politiche e/o amministrative, qualcuno ne uscirà sconfitto e qualcuno vincitore …
sicuramente saranno sconfitti coloro che non non voteranno delegando ad altri anche parte del loro futuro;
poi dipenderà dall’esito,
se come mi auguro prevarranno numericamente i NO gli sconfitti saranno i politicanti, servi e burattini le cui fila son tirate dai potentati, e vincitori gli italiani …
nel caso opposto, opposto sarebbe anche l’esito;

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in questa seconda malaugurata eventualità avviso subito tutti i votanti per il SI che appena poi li sentirò lamentarsi che le cose non vanno provvederò personalmente a sputar loro in faccia …
nell’ottica di quanto ho appena espresso voglio però esprimere un pensiero di grande preoccupazione che riguarda la “democrazia”;
va sicuramente difesa (anche se presenta degli strani e pericolosi effetti collaterali),
attualmente esiste solo di nome ma non di fatto,
presenta dei pericoli derivanti dall’ignoranza dei votanti (ignoranza in tutte le sue accezioni), dalla mancanza di onestà di alcuni di loro;

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Comunque nonostante i pericoli rimane una cosa positiva nonostante faccia prendere delle decisioni alle masse ignoranti (in tutte le accezioni) e/o manipolate e/o ignave …

cercasi “aristoi” disperatamente


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da John Armstrong, filosofo, in un libro che vi ho già proposto,    I SOLDI NON SONO IL PROBLEMA,    trattiamo oggi il tema della ricchezza;
tranne i ricchi penso che tutti gli altri avranno subito un giudizio negativo sull’argomento e avendone ben donde; ma è il “subito” la discriminante, il fatto cioè di agire e pensare d’impulso senza troppo riflettere;
noi abbiamo la radicata abitudine cioè di non vedere le cose in maniera neutra, valutandole per quello che sono ma per quello che rappresentano oppure per quello che noi riteniamo che siano; abbiamo tante volte parlato molto male del denaro e specialmente per l’uso distorto con cui la modernità ci sta imponendone l’utilizzo;
non intendo certo rimangiarmi le parole di disapprovazione che abbiamo speso (la penso ancora in quel modo) ma voglio dimostrare che se si segue un’ottica diversa si può giungere a stilare giudizi diversi sulla stessa cosa;
eccovene la dimostrazione :

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LA LEZIONE DEL LANDMARK TRUST

“Un esempio di cui dovremmo prendere ispirazione è senz’altro quello del Landmark Trust, un’organizzazione fondata negli anni ottanta in Gran Bretagna – attualmente opera anche in Francia, in Italia (FAI) e negli Stati Uniti – con lo scopo di salvare edifici di valore che altrimenti cadrebbero in rovina o verrebbero demoliti.
Si tratta di strutture il cui valore storico e architettonico non è così rilevante da giustificarne l’inclusione da parte dello stato nel patrimonio nazionale.
Il vero intento di Landmark Trust, però, è stato fin dall’inizio di sfruttare commercialmente, cioè di riconvertirle in realtà che avrebbero reso abbastanza per coprire le spese di mantenimento.
Sì, ma riconvertirle in cosa?
In posti dove trascorrere le vacanze.

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Gli ‘edifici da salvare’ vengono decorati e arredati con uno stile allo stesso tempo semplice e ricercato.
Il rischio era, ospitando turisti, di intaccare l’integrità e il fascino delle strutture, ma l’organizzazione ha gestito l’operazione in modo che non accadesse. E’ proprio questa la particolarità: il Landmark Trust ha ottenuto profitti da cose di valore.
In questi casi si parla di ‘commodificazione’ (commodification); spesso però il termine viene usato con un’accezione fortemente critica e negativa.
Ciò a cui bisogna opporsi è la commodificazione di bassa qualità, perché la commodificazione consiste di per sé nella trasformazione di un oggetto o di un’esperienza che è invendibile in una forma che può essere quantificata e valutata in base a certi standard per poi essere messa sul mercato.

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Quando la città di Edinburgo si espanse nella New Town, tra il 1785 e il 1825, i terreni edificabili e l’architettura delle case vennero commodificati,
Si potevano comprare quote di terreni insieme al diritto di costruirvi una casa con caratteristiche precise, rigidamente definite.
E tali quote, a loro volta, potevano essere divise e rivendute.
L’operazione non portò al tradimento dell’identità nazionale, tanto meno a scempi paesaggistici.

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Al contrario, fu la base economica che permise la costruzione di ‘terrace’, piazze e ‘crescent’ fra i più belli del mondo.
Gli standard a cui dovevano adeguarsi i nuovi edifici erano ispirati a modelli di architettura urbana estremamente raffinata.
Forse le circostanze hanno giocato a favore dei nuovi piani: gli standard, infatti, furono messi a punto da impiegati estremamente competenti, in grado di combinare al meglio eleganza e vendibilità.
Commodificazione non significa ‘standardizzazione’ – né ‘appiattimento’ di categorie di qualità, né la creazione di un mercato puramente quantitativo con l’unico obiettivo del profitto.
Il problema sorge quando gli standard e la quantità non rispecchiano i valori in gioco.
Le camere d’albergo ‘standard’, infatti, spesso ci sembrano anonime.
Ma ciò accade perché vengono standardizzati gli aspetti senz’anima di un’abitazione, anziché ispirarsi al calore e all’intimità”.

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LA LEZIONE DI ARISTOTELE

“All’inizio dell’ ETICA NICOMECHEA Aristotele descrive la relazione fondamentale fra mezzi e scopi:
*Si ammette generalmente che ogni tecnica praticata metodicamente, e, ugualmente, ogni azione realizzata in base a una scelta, mirino a un bene*.
Quindi, in sostanza, non si può veramente capire un’attività, o un’azione, se prima non si sa a quale bene sia finalizzata.
Insomma, per capire quali mezzi utilizzare, dobbiamo prima comprendere lo scopo.
Molto spesso le attività sono organizzate su più livelli.
Aristotele lo spiega con un esempio che al giorno d’oggi può sembrare un po’ strano, ma in fondo stava parlando di quella che, allora, era un’industria di grandissima importanza tecnologica:
*Come la fabbricazione di tutte le briglie e di tutti gli altri strumenti che servono per i cavalli è subordinata all’equitazione, e quest’ultima e ogni azione militare sono subordinate alla strategia*.
E la strategia, a sua volta, è subordinata alla politica, la scienza più vasta e importante di ogni buona società.
[…]
Cosa sta cercando di dirci Aristotele?

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Che a ogni livello bisogna chiedersi qual’è il bene che si vuole raggiungere? E quale dev’essere questo bene perché risulti utile e importante?
L’aspetto fondamentale per il nostro discorso è che, secondo Aristotele, il fine è un bene.
A quale bene mira una determinata attività?
Ecco perché queste sono pagine fondamentali per l’etica, e perché le faccende economiche hanno sempre a che fare con l’etica.
Aristotele cerca di elaborare un principio importantissimo per le attività umane, in seguito assimilato dal mondo del business con il termine piuttosto arido di ‘integrazione verticale’: momenti distinti della produzione forniscono varie componenti a un committente superiore.
L’idea però è di Aristotele il quale di certo non pensava che si lavorasse per un tycoon, ma per un ideale più alto.
[…]
Cosa possiamo ricavare da queste lezioni?
Non sto cercando di elaborare linee guida per arricchirsi.

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Tuttavia essendo così facile sentirsi oppressi dal successo altrui, credo sia importante che ognuno tenga conto che esistono anche modi molto buoni per fare soldi.
Quello che dovremmo iniziare a chiederci, quindi, è come se li sono guadagnati gli altri, non solo quanti ne hanno.
Se la loro ricchezza è frutto di un servizio autentico offerto agli interessi più alti dell’umanità, allora questi individui sono amici della nostra causa.
Insomma non bisogna criticare la ricchezza per partito preso.
[…]
Basta rifocalizzare la nostra immaginazione: non dobbiamo per forza rassegnarci a un modello di università a la Rex Mottram, possiamo sempre ispirarci al Landmark Trust.
Ricercare un profitto e, nello stesso tempo, fare qualcosa di buono in sé non sono due progetti incompatibili.
E’ solo un po’ più difficile, ma del resto quale lavoro non implica complicazioni?”

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Noi italiani, abbiamo tante qualità e tantissimi difetti; abbiamo in dote un territorio e delle ricchezze culturali, artistiche e naturalistiche non riusciamo a riconvertire in positivo per la nostra economia (in maniera ‘creativa’ e redditizia);
un sistema politico e burocratico para-mafioso ha ucciso il ‘merito’ e con lui, gli ‘aristoi’, i migliori, gli unici in grado, per competenza, anima, generosità, di mettere in pratica gli esempi che Armstrong ha portato.
E questo Paese non è ancora riuscito a capire questa cosa fondamentale … e chissà se mai riuscirà a farlo …

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