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“Tutte le qualità di Dio descritte dalle nostre religioni non sono le qualità di Dio, ma della nostra esperienza di Dio.
Non appartengono al divino in quanto tale, sono solo le nostre percezioni. Il divino in se stesso è inconoscibile.
Si può dire che contiene tutte le qualità, oppure che non ne contiene nessuna.
La cornice è nostra: il divino in se stesso non possiede nè limiti, nè attributi.
Facciamo un esempio: noi possiamo vedere il cielo attraverso una finestra.
La finestra fornisce la cornice al cielo, ma il cielo in sè non ha cornice: é infinito.
Solo la finestra gli dà una cornice.
Tutte le religioni sono sempre state in contrasto tra loro discutendo semplicemente sull’ampiezza delle proprie finestre.
Ma il cielo è lo stesso da qualsiasi finestra lo si guardi!
Se riuscissimo a distruggere le nostre finestre, potremmo conoscere il divino nella sua assenza di attributi, andremmo aldilà delle definizioni, e solo allora cesserebbero le proiezioni umane.
Non potete mettere a nudo la realtà finchè non avrete messo a nudo voi stessi.
Quando vedremo aldilà delle finestre, ci accorgeremo che il cielo è senza limiti.
Non può essere definito.
Ogni parola è irrilevante, ogni teoria si rivela inadeguata.
E una volta conosciuto l’infinito, diventi l’infinito.
Noi siamo ciò che conosciamo, quel che sentiamo dentro di noi.
Una volta conosciuta l’esistenza priva di confini, in un certo senso sei diventato infinito.”
(Osho)
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