La corrida


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tratto dalla pagina Fb di    Marco Travaglio Forever

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“Durante una corrida, il matador si è sentito male, ha avuto le vertigini e si è dovuto sedere. Prima che qualcuno intervenisse, il toro, che era stato attaccato dal matador durante questo “spettacolo “, ha avuto pietà dell’uomo che stava davanti a lui, e con sorpresa di tutti, è stato solo a guardarlo.

Il toro, come se sentisse la sofferenza del torero, si è fermato accanto a lui, senza ricorrere ad alcuna violenza. Si noti che il toro aveva già ricevuto diverse frecciate sul dorso.

Domanda : dopo tutto, chi è l’animale”?

La Mente Umana


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la mente umana è ancora in parte un mistero data la sua complessità ma mi sembra evidente che subisca condizionamenti nel corso della vita;
potremmo paragonarla ad un PC : appena nati l’Hard disk è vuoto ed il PC non sa fare nulla, con il passare del tempo vengono caricati dati e programmi ed allora il PC comincia ad essere in grado di elaborare; se si esagera avviene un sopraccarico ed il PC si blocca    😉
ora in questa ottica viene facile intuire che le condizioni esterne influiscano tantissimo : impariamo una lingua piuttosto che un’altra, siamo “bombardati” da una religione piuttosto che un’altra, siamo ricchi oppure poveri con tutto ciò che ne consegue anche a livello pratico e così via;

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quando poi il PC è abbastanza in grado di elaborare comincia il processo di auto formazione che ci rende diversi dagli altri : ho certezza di ciò in base ad una semplice esperienza personale, i miei due figli hanno solo 18 mesi di differenza di età quindi sono cresciuti assieme e nello stesso periodo e nello stesso ambiente … sono come il sole e la luna, per nulla simili nel carattere, nei gusti, nell’alimentazione pur avendo avuto lo stesso modello familiare; genetica ed auto formazione hanno provocato tutto ciò;
anche da adulto il nostro PC continua a subire condizionamenti ed hackeraggi e non tutti dispongono dell’antivirus idoneo;

Claudio

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Mondo Machiavellico


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Oggi vi posto un contributo tratto da “MA CHI MI CREDO DI ESSERE” scritto dallo psichiatra americano Luis Rojas Marcos (si occupa di salute pubblica), più precisamente tratto dal Capitolo “LIVELLO DI MACHIAVELLISMO

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“Alcuni fenomeni sono stati indagati alcuni anni fa dagli psicologi sperimentali R. Christie e F. Geis, che studiarono le capacità delle persone di manipolare il modo di presentarsi in situazioni di grande competitività.
Dopo aver esaminato diversi modi per misurare tali abilità, decisero di ricorrere a Niccolò Machiavelli (1469-1527).
In concreto,elaborarono alcune scale di valore basate sul livello di conformità a certe attitudini che si trovano nel ‘Principe’, il libro di istruzioni che Machiavelli dedicò al suo mecenate Lorenzo de’ Medici.
L’idea principale dell’autore, da lui stesso riassunta nel diciottesimo capitolo dell’opera consisteva nel fatto che: *A un principe, adunque, non è necessario avere in fatto le soprascritte qualità, ma è bene necessario parere di averle*.
In effetti, spiegava Machiavelli, possedere tutte le virtù e adeguarvisi sempre può essere nocivo, mentre dare l’impressione di possederle è utile.
Per questo motivo *bisogna che egli abbia un animo disposto a volgersi secondo ch’è’ venti della fortuna e le variazioni delle cose li comandano*.
Quanto alla percezione degli altri, il brillante scrittore fiorentino non aveva dubbi: *E gli uomini, in universali, iudicano più agli occhi che alle mani; perché tocca a vedere a ognuno, a sentire a pochi.
Ognuno vede quello che tu pari, pochi sentono quello che tu sei*.

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Le raccomandazioni del maestro consistevano in strategie che il principe doveva utilizzare per presentarsi ed agire davanti a rivali e sudditi, al fine di ottenere il loro consenso e conservare il potere, specialmente in situazioni in cui verità e etica non servivano ai suoi interessi.
Tra parentesi, vorrei ricordare che Machiavelli, per secoli considerato modello di duplicità e ipocrisia, ai suoi tempi fu un paladino della libertà e un buon cittadino, patriota leale della sua amata Firenze. (vi ricorda qualcuno ? NdR).
Tornando ai ricercatori, Christie e Geis, dopo aver sperimentato le scale di valore e averle adattate fino a raggiungere un gradi di affidabilità scientificamente accettabile, cominciarono a misurare le attitudini delle persone a plasmare il proprio modo di presentarsi in pubblico, in base a quello che definirono il livello di ‘propensione machiavellica’.

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Alcuni esempi di atteggiamento che, in base a queste teorie, denotano una elevata propensione machiavellica, sono relativamente noti e fanno parte della nostra quotidiana ‘abilità nel destreggiarci’: *non rivelare a nessuno il vero motivo delle tue azioni, a meno che non ci guadagni qualcosa*, *il miglior modo di trattare con gli altri è dire loro quello che vogliono sentirsi dire*, *è saggio adulare le persone importanti*. *chiunque faccia totale affidamento su di un’altra persona va incontro a problemi*.
Gli individui con elevati livelli di machiavellismo tendono a manipolare il modo di presentarsi in pubblico, si servono di questo tipo di strategie per controllare la situazione e poter così influire sul giudizio che gli altri danno di loro.
Scelgono le informazioni da fornire o modellano le opinioni da esprimere affinché siano più coerenti e non divergano dalle aspettative dell’altra persona.
Coloro che possiedono tale abilità di manipolare le parole con le quali tentano di persuadere i propri interlocutori, sono più incisivi e resistono meglio alle pressioni degli altri.
Se devono discutere su argomenti controversi, di politica, di religione, sono più tranquilli e disinvolti dei loro avversari.

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Benché quasi tutti desideriamo fornire un immagine che si avvicini il più possibile al concetto che abbiamo di noi, talvolta non vogliamo che gli altri ci vedano per quello che veramente siamo, perché non stiamo bene con noi stessi.
Non bisogna dimenticare, però, che l’impressione pubblica che tentiamo di suscitare può rafforzare l’idea che abbiamo di noi, specialmente se tra le due non c’è troppa discrepanza, e che il concetto di sé può ulteriormente consolidarsi se riceviamo una reazione positiva da parte degli altri.
Ciò si verifica soprattutto quando non ci sono grandi differenze tra quello che siamo e quello che vogliamo far credere di essere.
Vale a dire quando, come dicono gli esperti di immagine, *siamo il messaggio*”.

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Questo libro ha meno di una decina d’anni di “età” ma le teorie ed i pensieri di Machiavelli ne hanno più di 500, sembra assurdo che i cambiamenti verificatisi nel mondo in un lasso di tempo così lungo non abbiano per nulla decontestualizzato tali pensieri : sembrano scritti oggi e se li accostiamo ai “principi” di oggi sono una descrizione di una precisione inquietante;
non conta ciò che è ma conta ciò che appare …

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ormai la società moderna si potrebbe definirla come una famosa opera di G. Verdi … “un ballo in maschera”; nessuno appare con il suo proprio volto, il doppio gioco, la falsità, la finzione, i segreti, sono la quotidianità, in quasi tutti e non solo nei politici dove sono espressi a livelli esponenziali e parossistici;

facciamoci tutti un bell’esame di coscienza e valutiamo se riteniamo di essere davvero “genuini” oppure se ci siamo “conformati” alla massa …

Claudio

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Soldati italiani in Libia … questione di logica (all’italiana)


Sorgente:    Soldati italiani in Libia, è giallo

 

Senza intermediari, della serie : “dal Produttore al Consumatore” …

Dure critiche dal Movimento 5 Stelle: “Oggi gli italiani scoprono che il proprio Paese e’ militarmente impegnato in Libia con forze speciali impiegate per lo sminamento e addestramento delle forze filo governative libiche.
E’ gravissimo che lo apprendano dalla stampa e non dal governo, che sino ad oggi ha nascosto la verita’ al Parlamento e al Paese senza mai degnarsi di metterci la faccia e dire le cose come stavano.”

Come si può negare che una tragica logica tutto ciò ce l’abbia …

noi le abbiamo messe e noi le leviamo    😦

“Che l’Italia addestri ed aiuti i libici in operazioni delicate come lo sminamento è il minimo che possiamo fare”, ha sottolineato Pier Ferdinando Casini, presidente della Commissione Affari esteri del Senato.”

ah certo Pierfy … è il minimo …
il massimo sarebbe stato di non vendergliele …

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