Viviamo in una prigione senza sbarre?
meditiamo su questo articolo …
http://lastella.altervista.org/viviamo-in-una-prigione-senza-sbarre/
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ho trovato questo cortometraggio veramente simpatico ed emozionante … vediamo se piace anche a voi …
Claudio
Nel mondo tutti sanno cosa sia il PIL o perlomeno credono di saperlo, ma la verità cominciò a denunciarla l’allora Senatore (subito dopo assassinato) Bob F. Kennedy:
« Con troppa insistenza e troppo a lungo, sembra che abbiamo rinunciato alla eccellenza personale e ai valori della comunità, in favore del mero accumulo di beni terreni. Il nostro PIL ha superato 800 miliardi di dollari l’anno, ma quel PIL – se giudichiamo gli USA in base ad esso – quel PIL comprende l’inquinamento dell’aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le autostrade dalle carneficine. Comprende serrature speciali per le nostre porte e prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende la distruzione delle sequoie e la scomparsa delle nostre bellezze naturali nella espansione urbanistica incontrollata. Comprende il napalm e le testate nucleari e le auto blindate della polizia per fronteggiare le rivolte urbane. Comprende il fucile di Whitman e il coltello di Speck, ed i programmi televisivi che esaltano la violenza al fine di vendere giocattoli ai nostri bambini. Eppure il PIL non tiene conto della salute dei nostri ragazzi, la qualità della loro educazione e l’allegria dei loro giochi. Non include la bellezza delle nostre poesie e la solidità dei nostri matrimoni, l’acume dei nostri dibattiti politici o l’integrità dei nostri funzionari pubblici. Non misura né il nostro ingegno né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione per la nostra nazione. Misura tutto, in poche parole, eccetto quello che rende la vita degna di essere vissuta. Ci dice tutto sull’America, eccetto il motivo per cui siamo orgogliosi di essere americani. »
Robert Kennedy – Dal discorso tenuto il 18 marzo 1968 alla Kansas University
Nella sera tra il 4 giugno ed il 5 giugno 1968, nella sala da ballo dell’Ambassador Hotel di Los Angeles, Bob Kennedy incontrò i suoi sostenitori per festeggiare la vittoria elettorale conseguita nelle primarie della California.
Dopo il discorso di saluto, mentre Kennedy veniva fatto allontanare dall’hotel attraverso un passaggio delle cucine, vennero esplosi colpi di pistola contro di lui sotto gli occhi dei reporter e dei teleoperatori che lo seguivano.
In base all’autopsia eseguita dal dottor Noguchi (vedi il libro di Noguchi “Il cadavere interrogato, rispose”), Kennedy presentava un foro d’entrata del proiettile nella tempia destra e la foto scattata subito dopo la sparatoria, rivela una ptosi palpebrale tipica di una lesione cerebrale. Le conclusioni di Noguchi furono completamente ignorate, alimentando il sospetto che il colpo mortale sia stato esploso da un membro dello staff di Kennedy, mentre il presunto sparatore, Sirhan Sirhan che si era presentato frontalmente alla vittima, avrebbe avuto solo il ruolo di specchietto per le allodole, in modo da distrarre i presenti, mentre il vero assassino agiva. Kennedy morì al Good Samaritan Hospital, dove era stato trasportato subito dopo il ferimento, all’alba del 6 giugno. Aveva 42 anni. Le sue ultime parole, pronunciate subito dopo essere stato colpito e appena prima di perdere conoscenza, erano state: “E gli altri? Come stanno gli altri?”.
Il presunto assassino fu subito arrestato e poi condannato. Si trattava di Sirhan B. Sirhan, un giordano di origine palestinese. Moltissime le incongruenze emerse nelle indagini e durante il processo, tanto che l’ipotesi di complotto sarebbe tutt’altro che da escludere. Migliaia di foto e reperti distrutti sono alla base di questi sospetti ma soprattutto la registrazione audio, peraltro involontaria, fatta da un reporter polacco dell’attentato che analizzata di recente con moderne tecnologie audio d’indagine forense ha rivelato il reale numero di colpi sparati nell’agguato: ben 13. Il modesto revolver di Sirhan, modello economico, inaffidabile e impreciso, aveva però solo 8 colpi e questo di fatto inserisce nello scenario un altro sicario. Nella registrazione inoltre vengono individuati 2 colpi sparati in rapidissima successione, precisamente a 120ms l’uno dall’altro, tempo impossibile da registrare per un singolo sparatore col revolver di Sirhan (prove balistiche riveleranno una velocità massima di 360ms fra un colpo e l’altro).
(fonte Wikipedia)
Ora al mondo c’è qualcuno che tenta di sovvertire questa assurdità, è una piccolissima minoranza che quindi non farà mai testo …
ma la FIL è di gran lunga meglio del PIL
FELICITA’ INTERNA LORDA !!!!!!!!!!
http://laschiavitudellavoro.blogspot.it/2015/09/bhutan-il-paese-fondato-sulla-felicita.html
GIUDICATE VOI
Claudio
a voi leggere e poi valutare … io la mia idea ben chiara c’è l’ho ma non voglio influenzarvi nella maniera più assoluta (anche se …………)
http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/09/scie-chimiche-caldo-infernale-e.html#more
Ringrazio Marianna Santoni che ha linkato questa perla a me arrivata tramite FB condivisa da un’amica …
C’è una vita da vivere,
ci sono biciclette da inforcare,
marciapiedi da passeggiare e
tramonti da godere …
la Natura, insomma, ci chiama …
BELLISSIMO !!!
Claudio
Al rifugiato
Poesia di Giacomo Colosio
Vorrei essere io la tua terra
accoglierti come madre
ospitarti tra le mie fronde
come fa il ciliegio
con i passeri.
Vorrei darti il mio pane
preparato per te
con le mie lacrime
per te e per i tuoi fratelli
orfani di patria.
Vorrei vorrei… quante cose vorrei
per questo venti giugno
tenerti dentro
protetto dai pensieri che ho
i miei frutti per te.
Che me ne faccio del coraggio
se non posso dartelo
o dei miei anni
che non ti costruiranno un tetto
ma solo un nuovo cielo.
Vorrei essere il tuo pane
il tuo coraggio
e il tuo tetto
la tua nuova patria
cittadino del mondo.